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Tutorial: Piccoli trucchi per una buona manutenzione agli impianti di sicurezza

Sono ormai trenta anni che faccio manutenzione agli impianti di sicurezza. Col tempo ho consolidato una ottima tecnica di lavoro, fatta di esperienza e di qualche trucchetto per garantire al cliente una certa professionalità che si trasforma in fiducia.
La fiducia del cliente è basilare nel nostro lavoro: daresti le chiavi della porta di casa ad uno sconosciuto??
Prima di mettere le mani sulla centrale:
– Chiedere sempre al cliente, se nuovo, la documentazione lasciata in sua possesso dall’installatore. E’ un buon punto di partenza sapere su cosa si sta operando
– Fare una “fotografia” dello stato dell’impianto prima di lavorarci sopra. Se ci sono guasti evidenti, farlo notare subito al cliente. Ma non solo!! Finito il lavoro di manutenzione, accurarsi di lasciare l’impianto come è stato trovato, è un ottimo principio. Segnarsi sempre cosa si esclude per lavorare in modo da re-inserirlo al termine del lavoro

Controllo delle batterie
Per me, l’alimentazione di emergenza, tipicamente basate sulle batterie, è di estrema importanza. La batteria di tampone, dopo i 3 anni, ha la tendenza a guastarsi sempre nei giorni festivi con preferenza nelle festività e nel periodo di ferie!!!
Scherzi a parte, dopo i 3 anni di vita, sostituire TUTTE le batterie tampone da quelle di centrale a quelle dei dispositivi secondari (sirene, combinatori telefonici, ecc).
Cercare di convincere il cliente di cambiarle tutte insieme: il costo non è alto se fatto durante la visita di manutenzione, mentre si alza notevolmente se fatto di urgenza.
Cosa saggia è scrivere sopra le batterie la data di installazione, per permettere a chi fa la manutenzione, un giusto ricambio:
Nei nuovi impianti wireless, le batterie al nichel-cadmio sono garantite talvolta per 5 anni. Bisogna però ricordarsi che i sensori trasmettono ogni volta che si allarmano e vanno a riposo. Vuol dire che se il volumetrico è messo in zone di forte passaggio o un contatto su una porta di ingresso che siapre e si chiude in continuazione, raramente durerà per quel tempo.
TASSATIVAMENTE per gli impianti wireless. Cambiate tutte le batterie di tutti i sensori in una volta sola, per evitare continui ritorni sullo stesso impianto

Consistenza dell’impianto
Farsi un elenco del materiale installato. In caso di chiamate urgenti, sapere già su quale centrale si andrà ad operare e portarsi dietro qualche pezzo di ricambio compatibile, può essere utile:
Per impianti di grossa entità o di notevole importanza (ospedali, centri commerciali, fabbriche,ecc), convincere il cliente di procurarsi un po’ di componentistica di estrema importanza, soprattutto se la centrale non è più in produzione.

Farsi un backup del programma di centrale.
Era più problematico 20 anni fa che il programma si inseriva da tastiera e farsi una copia voleva dire trascrivere manualmente su carta tutti i valori dei passi di programmazione inseriti. Adesso è un file che si ottiene attaccando il computer alla centrale. Magari lasciare una copia al cliente, non avendo paura di lasciare aperta la prota alla ditte concorrenti. Ricordati che, per legge, il cliente può richiederti una copia del programma: è qualcosa che ha pagato.
Avere una copia vuol dire risparmio di tempo in caso di sprogrammazione della centrale, rottura della scheda CPU, mancanza di alimentazione con le batteria tampone esauste.

Verificare sempre la memoria eventi
Da questa si possono scoprire malfunzionamenti dell’impianto o guasti momentanei non rilevati dal cliente

Fare Manutenzione 35 anni fa…

18 aprile 1986: oggi devo fare manutenzione ad un impianto antincendio. Consiste in una centrale Cerberus SFB con 125 rivelatori FES5B e 12 Pulsanti manuali, una campana interna come allarme ed una badenia esterna:
Controlla della centrale se tutto è funzionante. Provo a mettere tutte le zone in esclusione per vedere se le lampadine di segnalazione sono funzionanti. Ne trovo due bruciate: sono lampadine speciali a doppio filamento che, anche se brucia il primario, il secondo sovradimensionato si accende con una leggera brace:
All’interno trovo il kit di ricambio in un contenitore verde e trovo le lampadine per la sostituzione (adesso sono gadget che non esistono più)
Cambiate le lampadine noto che le linee non vengono più alimentate con la classica tensione a 220 volt in corrente continua.
Classico guasto……….. la valvola del gruppo raddrizzatrice: tolgo
alimentazione, la sostituisco e subito riparte.

Ora rimane da provare i sensori con l’asta e il verificatore:
Inserisco la bomboletta e inizio con le prove.
Ci sono due tipi di sensori:
quelli montati su zoccolo da soffitto e quelli su zoccolo da parete.

Rivelatore a camera di ionizzazione smontato

Spero sempre che la lampadina di indicazione allarme funzioni altrimenti bisogna prendere la scala, togliere l’alimentazione e sostituirla. Preferisco che sia rotto il rivelatore: con l’estrattore montato sull’asta riesco a sostituire rivelatori fino a 7 metri di altezza:

Per fortuna siamo ancora nel 1985.
Pochi anni dopo il caso Chernobyl fu causa di leggi di manutenzione agli impianti di antincendio con rivelatori a doppia camera ionizzante (perciò radioattivi) molto severe dove veniva obbligato il cliente ad eseguire uno smear test per verificare l’eventuale perdita di materiale radioattivo. Gli ultimi rivelatori erano fatti con Americio 241 con decadimento lento ma, i primi erano al Radio che decadeva velocemente in un gas Radon, fonte di contaminazione radioattiva.
Lo smear test era semplice. Numerati tutti i sensori, si strofinava un dischetto di carta assorbente in tutte le parti del rivelatore, dello zoccolo e della parete nelle vicinanze (10 – 20 cm). Il dischetto numerato veniva mandato ad analizzare sotto un rivelatore geiger che rilevava eventuali perdite. Giustamente tale manovra veniva effettuata con guanti e mascherina con l’attenzione di lavarsi accuratamente le mani al termine:
Finivo in bellezza con i pulsanti: quattro vite da svitare e un pulsante da premere

Poi infine faceva un rapporto intervento dove indicavo quello che avevo fatto, se avevo trovato dei guasti e se avevo fatto delle sostituzioni.
Non occorreva preparare l’allegato B della manutenzione secondo la UNI11224. E neppure provare almeno la metà.
Era tutto molto più semplice e soprattutto molto più professionale:

Tutorial: Come pulire le tubazioni di aspirazione dei campionatori d’aria

Xtralis Vesda Laserscan

Uno dei principali problemi che si possono verificare in un sistema di rivelazione incendi a campionamento di aria è la diminuzione  del flusso d’aria dovuto alla parziale otturazione dei fori di prelievo dovuti alla polvere ambientale.
Questa diminuzione porta ad una segnalazione di guasto dell’apparecchiatura e un non rispetto dei parametri fissati nel progetto: facilmente si può alterare la classe di protezione degli ambienti e i tempi di risposta
In aiuto , esistono filtri d’aria nel sistema ma questi sono soltanto per proteggere il dispositivo laser di rivelazione.
In ogni modo la pulizia dei tubi e dei filtri viene citato anche dalla UNI11224:2019 come controllo obbligatorio nei punti 8.3.3.7 e 10.2.3.7


Procedimento consigliato
Per iniziare si spegne il dispositivo e si tolgono i tubi dall’apparecchiatura. Avvicinarsi ad ogni punto di prelievo e con uno spillo pulire il foro, facendo attenzione a non allargarlo (per i sistemi che prevedono fori calibrati in plastica pre-forata, se molto sporco, prevedere anche ogni 4-5 anni di sostituirlo).
Andare sui tubi e con un aspirapolvere, aspirare per qualche minuto all’interno del tubo.             

Molto comodo è assemblare alla fino dell’aspiratore, un giunto in modo da poter attaccare il tubo con maggior tenuta. Oltre a recuperare lo sporco interno provocato con la pulizia dei capillari, si svuotano i tubi da eventuali “clandestini” (ragni, insetti,ecc).
Successivamente occorre soffiare all’interno del tubo (esistono aspirapolveri che diventano anche soffiatori, in modo di fare tutto con un unico dispositivo).
Anche qui starci per qualche minuto.
Questa procedura andrebbe fatta almeno una volta all’anno, durante il normale giro di manutenzione oltre che a controllare l’integrità dei tubi e che ogni foro aspirante non abbia una otturazione interna.
A dimostrazione che tale manovra è utile, ho eseguito due misure di flusso prima e dopo la pulizia (foto in basso)
Come vedete il flusso è notevolmente migliorato.
Inoltre aiuta nell’aumentare la vita del motorino di aspirazione.
(vedi foto . Posizionati a protezione uffici)

Motorino aspirazione aperto dopo 10 anni di uso


Ricordarsi di re-inserire i tubi nel dispositivo (facendo cura a non far cadere polvere nel foro aspirante)e ripristinare l’alimentazione.
Negli impianti fatti a regola d’arte viene inserito, poco prima dell’ingresso del tubo nel campionatore, un sezionatore: questo aiuta notevolmente i tecnici nello sfilaggio del tubo, soprattutto nei spazi più disperati come controsoffitti e sottopavimenti.

DUR413: doppia tecnologia infrarossi – ultrasuoni

Rivelatore volumetrico DUR413: doppia tecnologia a infrarossi e ultrasuoni.
La caratteristica del sensore è l’utilizzo della tecnologia degli ultrasuoni.
Sviluppata negli anni 90 a risposta della suddetta pericolosità delle micronde, utilizza sempre il principio dell’effetto doppler per il funzionamento.
Avevo un campo ridotto a 7-8 metri di azione.
Dichiarava una elaborazione tra segnale da infrarosso e segnale da ultrasuono tramite parametri memorizzati che permettevano di discriminare falsi allarmi senza discriminare la sensibilità.
era di più di una semplice doppia tecnologia che segnala allarme se entrambe le tecnologie sono in attivo.
Aveva anche il sistema antimascheramento tramite due led messi perpendicolari alla lente di ricezione infrarossi.
Altro particolare era la lente sfaccettata di colore nero, intercambiabile per trasformare il rivelatore in su sensore tenda

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