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La normalizzazione del flusso aria negli ASD

La normalizzazione del flusso di aria negli ASD (sistemi di rivelazione fumo ad aspirazione) e la misurazione del flusso è molto importante per il corretto funzionamento del dispositivo.

Cosa si intende per flusso aria.

Il flusso aria dei ASD è la quantità di fumo aspirata dalla ventola attraverso i tubi forati (pipes) e, normalmente misurata in litri/minuto.
Attraverso a dei debimetri o a dei sensori ad incandescenza riescono a misurare la quantità di aria che attraversa ogni tubo e le variazioni nel tempo.

In questa foto si vedono i 4 ingressi dei tubi con sotto il sensore del flusso


Questo è un valore molto importante: deve essere il più similare al valore indicato sul progetto della macchina effettuato con i tools di progettazione forniti dalla casa costruttrice del prodotto.
Se non corrisponde il tubo non è stato messo in opera bene (tubo rotto o otturato, troppe curve, ecc)
Questo dato, se non corrisponde, può alterare la classe di funzionamento del sistema.

La normalizzazione

Verificato che in fase di installazione che la quantità di aria è quella prevista dal progetto, si procede alla normalizzazione.
Il sistema immagazzina il valore misurato e lo tiene per riferimento. Fatto 100 % questo valore, monitorizza nel tempo eventuali variazioni e vede in percentuale quanto questo si modifica. Se scende sotto una certa percentuale il tubo potrebbe essere otturato, se sale potrebbe essere aperto. In tutti i due casi, segnala un guasto.
Questa normalizzazione può essere un processo rapido (ASD ad un tubo) o abbastanza lungo (ASD a 2,4 tubi).
Per dispositivi a 40 capillari di aspirazione, identificabile ad uno ad uno, il tempo di attesa può arrivare anche a 40 minuti!!
In ogni caso, deve essere controllato il flusso e memorizzato per ogni tubo

Manutenzione

A questi apparati va eseguita una manutenzione specialistica.
La normalizzazione non dovrebbe mai modificarsi nel tempo e va controllata.
Periodicamente la UNI11224 prevede la pulizia dei tubi e la corrispondenza del flusso con il valore del progetto:
La tendenza dei tecnici che ad ogni guasto di flusso procedono con una nuova normalizzazione è fondamentalmente errata. Se non si controlla il flusso reale in litri/metro del progetto, si cade nel rischio di perdere la classe con cui si è progettato o, addirittura, la rivelazione dei fumi.
Ricordo che per mantenere la classe A, bisogno che il dispositivo segnali l’allarme entro 60 secondi all’esposizione di fumo nel foro più distante. Queste alterazioni variano anche le tempistiche di risposta.
I sistemi di classe B devono andare in allarme entro 90 secondi e classe C in 120 secondi
Oltre questi tempi non vengono rispettate le normative

Contatto magnetico: il dispositivo antifurto più usato

Il contatto magnetico è sicuramente il dispositivo antifurto più usato in tutti i sistemi antintrusione. La sua semplicità ed efficacia lo rende indispensabile in ogni impianto

Cosa protegge e come funziona

Il contatto magnetico controlla se una porta, o finestra, o cancello è chiuso (impedendo l’accesso ai ladri) o se questo viene aperto nel tentativo di intrusione. E’ composto di due parti: una magnetica che viene posta nella parte movibile, ed una con un relais reed nella parte fissa. Questo relais sente la presenza della parte magnetica vicina fornendo un contatto chiuso: appena la parte magnetica si allontana, il contatto si apre segnalando il cambio di stato. Viene utilizzato per controllare se tutti gli accessi della zona protetta sono stati chiusi

Punto forte: semplicità e basso costo

Ecco nelle foto come è fatto un contatto magnetico.
C’é il relais reed, che non è altro che una piccola ampollina di vetro, saldato su un semplice circuito per attaccare i morsetti e il contatto di tamper. L’altra parte è un semplica magnete. Questo dispositivo non va neanche alimentato, perchè funziona per la forza del magnetismo.

Ma ha un punto debole…

Purtroppo si, è facilmente eludibile. Basta avvicinare un altro magnete al contatto e si può allontanare l’altra parte senza che venga generato allarme. Perciò bisogna stare attenti ad installarlo. Sicuramente va montato dal lato della zona da proteggere, in modo non raggiungibile da fuori.
Altrimenti si può passare ai modelli più evoluti, che compensano a questo difetto

Doppio o triplo bilanciamento magnetico

Sono contatti magnetici composti da più reed e da una parte magnetica che, se posizionata nella giusta posizione di chiusura, crea un particolare flusso che fa chiudere solo una parte di relais (quelli di chiusura). Avvicinando un magnete esterno, questo agisce su tutti i rele, anche quelli che non dovrebbero scattare, provocando una stato di allarme.
Sono più critici degli altri, soprattutto il triplo bilanciamento che sente anche la diversa distanza dalla parte magnetica, e perciò poco idonei in cancelli o porte con chiusure non ferme
Ultimamente in commercio, esistono anche i contatti magnetici con tecnologia Magnasphere®, sempre per ovviare a questo mascheramento.

Varietà

Nonostante tutto esistono molteplice varietà di contatti magnetici

Quelli da incasso, quelli carrabili e calpestabili per saracinesche, quelli da immersione, e pure wireless.
E vengono utilizzati non solo nel campo della sicurezza.

C’era una volta il combinatore telefonico

Fin dai primi sistemi di sicurezza, si sentiva l’esigenza di trasmettere a qualcuno gli allarmi avvenuti.

Oltre che la sirena esterna, il modo più semplice era appoggiarsi alla SIP sulla linea telefonica. Siamo negli anni 70 e compaiono i primi combinatori telefonici.
Quando scattava l’allarme, il dispositivo si accendeva, prendeva la linea telefonica, componeva un numero telefonico pre-impostato e trasmetteva un messaggio telefonico.
Era un piccolo mangianastri, tutto registrato in una nastro magnetico (nei primi, anche il numero telefonico era registrato con degli impulsi), con una cassetta senza fine, che permetteva al nastro di essere sempre pronto, senza riavvolgersi.
Poi ci fu una lenta trasformazione e successive migliorie con il progresso dell’elettronica: il numero era impostabile da tastiera e non era più uno solo, il controllo della linea telefonica che percepiva se era presente e se dall’altra parte avevano risposto alla chiamata. Vennero creati degli standard di comunicazione (es: Contact ID), che permetteva di identificarlo e centralizzarlo negli istituti di vigilanza.

I nastri magnetici divennero sempre più piccoli, fino a scomparire sostituiti dalla memoria elettronica e dai messaggi digitali, che permettevono di inviare più messaggi (allarme, guasto, impianto inserito, manomissione, ecc)

Prima grande evoluzione

Ma la grande rivoluzione la fece la linea telefonica cellulare. SI poteva inviare le chiamate senza linea telefonica, tramite il cellulare.

Uscirono i primi combinatori telefonici su rete cellulare. I primi erano dei dispositivi con un VERO E PROPRIO CELLULARE all’interno, collegato col cavetto di alimentazione e vivavoce per auto.
Il dispositivo non faceva altro che simulare un vivavoce di auto e trasformava il tutto in un combinatore telefonico.
Poi, con l’evoluzione del mercato,  uscendo integrati che gestivano la rete cellulare, il telefono scomparì per lasciare spazio all’inseritore della SIM.
Da lì il passo fu breve: possibilità di invio SMS, maggior controllo della SIM con controllo anche della ricarica con avviso di necessità soldi.
Divennero sempre più piccoli, fino ad essere integrati con la centrale antintrusione.

Seconda grande evoluzione

Poi, con la diffusione di internet, ci fù un ulteriore evoluzione. Possibilità di vedere immagini, di collegare e programmare le centrali in rete, di gestire da ogni punto gli allarmi. Reti virtuali e cloud per gestirli col minimo dei costi
Ma quasta evoluzione rischia di mandarlo definitivamente in pensione (o ad un particolare utilizzo in casi estremi). Al giorno d’oggi, che quasi tutti abbiamo la fibra in casa, conviene ancora installarlo per avere internet?

Antifurto: errori da non commettere

Antifurto: errori da non commettere.

Facendo manutenzione a moltissimi impianti antintrusione, ho notato frequenti errori. Ho fatto di seguito un elenco con la speranza che possa essere utile.

Infrarosso installato sopra termosifoni

Il volumetrico all’infrarosso funziona percependo il calore emesso dal corpo umano. Il calore emesso dal termosifone potrebbe generare falsi allarmi

Micronde con direzione all’esterno area protetta

Le micronde generate dal volumetrico passano attraverso i muri. Persone che passano all’esterno potrebbero influenzare il volumetrico

Sirene interne installate nello stesso locale della centrale

Facile da installare per la riduzione dei cavi, è una guida ai ladri per identificare subito la centrale e sabotarla.

Sirene esterne con cavo di collegamento a vista

La sirena da esterno deve essere montata SUL foro di uscita del cavo di collegamento, per avere il massimo della protezione

Sirena con luce che si accende a impianto inserito ( e rimane accesa)

Mai mettere a conoscenza all’esterno lo stato del tuo impianto. E se un giorno vai via e ti dimentichi di inserire l’antifurto??
Questa spia, se presente, deve funzionare qualche secondo, solo all’atto di inserimento e disinserimento dell’impianto, per l’utilizzatore.

Falsi sensori

Se montate sensori finti o non collegati, montateli in modo plausibile. I ladri non sono ignoranti: conoscono anche loro come identificarli

Codici di disinserimento scritti sulla tastiera

Incredibile, ma vero!! Se non palese come nella foto, molti codici sono scritti dietro lo sportellino della tastiera, come se il ladro non lo dovesse MAI aprire

Codici di disinserimento banali

Il 50% degli impianti ha codici tipo 11111 o 1234. Io consiglio  sempre, almeno, di mettere la data di nascita o del matrimonio o di nascita del figlio. Qualcosa di facile da ricordare ma non banale. Per fortuna che certe centrali non permettono l’immissioni di codici facili

Cambiare sempre tutti i codici di default delle centrali

Non lasciare mai i codici di default della centrale (trovabili facilmente su internet). Pretendere di essere a conoscenza anche del codice installatore e cambiarlo o bloccarlo (nelle centrali che lo permettono)

Cose da sapere prima di acquistare un antifurto da casa

Permettetemi di dire alcune cose da sapere prima di acquistare un antifurto da casa.
In trentacinque anni di installatore di sistemi di sicurezza, mi sono fatto una discreta esperienza del campo. Ecco alcuni punti su cui riflettere prima di procedere all’acquisto.

Conta il materiale ma soprattutto l’installazione:

E’ vero che il materiale di qualità conta, ma soprattutto conta la giusta installazione.

La progettazione e l’installazione dei sensori deve essere fatta da persone esperte, altrimenti l’errato montaggio crea falsi allarmi o, ancora peggio, facili passaggi in zone non protette.
Dove ci sono pochi valori da proteggere, può essere sufficiente un kit acquistato già pre-programmato.
Ma se avete alti valori da salvaguardare  affidatevi a ditte che da anni lo fanno come mestiere. Il nostro lavoro è molto professionale e l’esperienza è un fattore importante

Wireless o no wireless?

Al giorno d’oggi, la tecnologia ha fatto enormi passi in avanti nella sicurezza degli impianti wireless (ovvero senza fili). I sensori, alimentati da batterie, possono essere installati senza riempire la casa di canaline e cavi antiestestici.
Ma ricordatevi che un sensore tradizionale funzionerà sempre meglio di uno wireless.

Esistono possibilità di programmazioni per i nuovi dispositivi su bus di taratura che garantiscono adattabilità per i posti difficile che i wireless non hanno.
Perciò, ove possibile, preferite sempre i sensori tradizionali a linea bilanciata o quelli su bus.
Diffidate dell’installazione totalmente wireless. Spesso serve a giustificare una più veloce installazione permettendo prezzi più bassi. Inoltre sappiate che le batterie durano dai 2 ai 6 anni, a secondo di quante volte questo sensore viene allarmato. Le batterie dei sensori arrivano a costare anche 40 euro l’una. Io consiglio sempre una centrale ibrida, ampliabile, dove si possono installare sensori wireless e tradizionali

Impianto antifurto o servizio antifurto con servizio di protezione?

Ultimamente il mercato ci sta riempendo di impianti a prezzi stracciati, collegati ad istituti di vigilanza che controllano l’efficienza e gestiscono gli allarmi.
Attenzione: questi sistemi sono validi se sei disposto a pagare mensilmente su servizio di assistenza a questo istituto di vigilanza del valore di circa 50 euro mensili per minimo 36 mesi.
Perciò attenti a cosa acquistate e cosa volete acquistare. Se vi serve un servizio di vigilanza va benissimo, affidandovi ad un istituto di vigilanza certificato, ma se gli allarmi volete gestirli voi col vostro telefonino o quello di parenti, questi non fanno il caso vostro.
D’accordo che gli impianti normali vanno seguiti da un servizio di manutenzione (vedi in basso), ma i costi sono molto più bassi

Manutenzione:

Se acquisti un impianto antifurto devi pensare anche ad una ditta che ne faccia manutenzione. (ad un prezzo ragionevole). Serve soprattutto per le urgenze, quando il sistema impazzisce ed inizia a suonare a vanvera. Perciò vi consiglio di contattare una ditta locale, che abbia un numero di reperibilità e che faccia sicurezza di mestiere. Poi, sarebbe anche meglio, se questa ditta fosse anche quella che ve lo ha installato (informatevi nel momento della contrattazione per l’acquisto)

Documentazione

Chiedi sempre se nel prezzo è prevista una certificazione dell’impianto e tutti i manuali di utilizzo della centrale e dei sensori. 
Tutto il materiale deve essere certificato per l’Italia, soprattutto il wireless

Piccole delucidazioni sul significato delle parole

Capita a volte che certi termini per indicare persone che commettono atti penali, non usando il termine specifico.
Ecco delle piccole delucidazioni sul significato delle parole più usate:

LADRO – chi tende ad appropriarsi di cose altrui.

FALSARIO – chi crea copie di cose autentiche (dalle banconote alle opere d’arte), allo scopo di guadagnano.

SCASSINATORE – chi forza l’apertura di porte blindate, casseforti o affini con mezzi forti, non preoccupandosi dei danneggiamenti, allo scopo di guadagno

RAPINATORE – chi si impossessa con l’uso della forza o con l’utilizzo di armi, di materiali o oggetti di valore altrui.

SABOTATORE – chi manomette cose o materiale altrui.

SEQUESTRATORE – chi tiene in ostaggio una persona per ottenere dei soldi in cambio della sua libertà

BORSEGGIATORE – chi si appropria di denaro o valore altrui, con manovre veloci senza fare in modo che la persona se ne accorga.

SCIPPATORE – Chi si appropria del denaro o valore altrui, con la forza e prendendo all’improvviso il malcapitato.

CONTRABBANDIEREpersona che esegue un traffico clandestino di merci tra stati diversi senza il pagamento dei dazi doganali o in spregio alle regole che limitano il commercio di determinati beni. Il contrabbando è sempre stato contrastato dai vari stati tramite il controllo delle frontiere e con legislazioni che prevedono sanzioni pecuniarie e detentive.

ASSASSINO – chi toglie la vita altrui

VANDALO – chi danneggia cose e materiale altrui senza alcun fine, solo per il gusto personale.

TRUFFATORE – chi riesce a costruire una situazione ingegnosa, con strategia e ottima parlantina, che permette di sottrarre dei soldi col consenso della persone

HACKER – è un esperto di sistemi informatici e di sicurezza informatica in grado di introdursi in reti informatiche protette e in generale di acquisire un’approfondita conoscenza del sistema sul quale interviene, per poi essere in grado di accedervi o adattarlo alle proprie esigenze.

TERRORISTA – é persona che attenta alla vita dei cittadini con atti anche catastrofici, al fine di far valere i propri principi ideologici.

MALVIVENTE – che si guadagna da vivere con atti criminosi.

Si fa presto a dire perimetrale esterno

Si fa presto a dire perimetrale esterno in un impianto antintrusione: infatti sotto questo nome si può intendere una varietà di sensoristica funzionante con diverse tecnologie. con i propri vantaggi e svantaggi.
Il problema principale è che, essendo all’esterno, sono più portati a generare falsi allarmi.
Proviamo a fare un elenco con vantaggi e svantaggi:

Barriere lineari

Si dividono in piccola portata e grande portata. Piccola portata (max 3-4 metri) servono per proteggere finestre o porte. Grande portata possono raggiungere anche 200 metri e proteggono giardini e campi.
Entrambe sono costituiti da due parti, una ricevente e l’altra trasmittente, che creano una specie di barriera che, se attraversata genera l’allarme. Per piccole portate si basano su raggi infrarossi, mentre per grandi portate possono essere anche a micronda o doppia tecnologia (infrarosso e micronda), per diminuire i falsi allarmi. L’infrarosso tende ad oscurarsi con la nebbia, mentre la micronda tende ad allargare il suo fascia di azione uscendo dalla zona protetta. (vicinanza con strade e linee ferroviarie)
Ideali per lunghi perimetri
Possibili falsi allarmi per nebbia, animali, erba alta o fronde di alberi vicino allle barriere.

Volumetrico da esterno

Il principio di funzionamento è come quello interno, ma più filtrato grazie all’utilizzo, quasi obbligatorio, dell’accoppiata micronda ed infrarosso. Coprono fino a 20-25 metri, anche se, più aumenta il campo, più aumentano i falsi allarmi.
In commercio esistono quelli che si autodefiniscono a tripla tecnologia: in realtà consistono su 2 infrarossi accoppiati e un micronda.
Ultimamente vengono molto utilizzate per la protezione esterne delle abitazione, anche grazie alla commercializzazione di questi tipi di sensori wireless.
Possibili falsi allarmi per animali.

Sensori inerziali

Da installare sopra agli infissi, alle vetrate e porte blindate, rilevano le vibrazioni e il rumore di un eventuale tipo di scasso, generando l’allarme.
Possibili falsi allarmi per grandine o forti venti.

Protezione per recinzioni

Questa protezione si integra con la recinzione presente e la protegge da eventuali scavalcamenti, agli o danneggiamenti.
E’ l’evoluzione dei sensori inerziale da esterno.
Attenzione: per ogni tipo di recinzione (a rete metallica, fissa, ecc) esiste il suo rivelatore studiato con il suo principio di funzionamento. I tratti possono arrivare fino a 200 metri.
Possibili falsi allarmi per grandine o forti venti.

Protezioni invisibili (interrate)

Questi sistemi creano una barriera interrata invisibile usando principalmente due tipi di funzionamento (a pressione o a radiofrequenza). Il primo sente la variazione di pressione sul terreno grazie a dei tubi riempiti con un tipo di olio, mentre il secondo sente la variazione del campo megnetico dovuto all’attraversamento tra un cavo trasmittente e un cavo ricevente. Questi possono girare accoppiati oppure a distanza di un metro uno dall’alto.
Non invasivi all’occhio come le barriere, sono però costosi per la messa in opera o per la ricerca guasti. Anche questi fino a 200 metri.
Temono le forti pioggie e la presenza di talpe

Rivelatori laser

Tecnologia molto recente, riesce a creare un campo di raggi laser che misurano eventuale variazione della distanza di rifrazione. Viene creata praticamente una mappa esterna in cui tracciare dove si vogliono generare gli allarmi.

Telecamere motion-detector

Telecamere che generano allarme se vedono l’intrusione di un uomo.
L’evoluzione dei programmi in questi ultimi anni, ha creato applicazione che riescono a discriminare gli oggetti in movimento inquadrati, riconoscendo se sono presenze umane, o animali od oggetti.
Utilizzano anche telecamere termiche, sensibili all’infrarosso con due grandi vantaggi: le immagini non sono soggette alla legge sulla privacy perchè le persone non sono riconoscibili e non occorre che la zona sia illuminata.

Software di programmazione centrali licenziato: si o no

Software di programmazione centrali licenziato: si o no?

Al giorno d’oggi, per programmare le centrali di sicurezza occorrono degli applicativi sui computer.
Per scelta delle ditte costruttrici, questi programmi possono essere free oppure licenziati, sia con chiave fisica (dongle) oppure con registrazione in internet.
Cerchiamo di vedere vantaggi e svantaggi di queste scelte aziendali, sia dal punto di vista dell’installatore che del cliente

APPLICAZIONE FREE

Ognuno può programmare le centrali e non sei vincolato ad un installatore.
Piu facilità a trovare assistenza. Più gente che ci lavora, meno professionalità dei tecnici ma minor costo (magari le modifiche può farlo anche il cliente).
Minor costo di attivazione (liberi dai costi della licenza)
Maggior concorrenza / possibilità di centri di installazione e manutenzione.
Impianto leggermente più economico ma leggermente meno sicuro

APPLICAZIONE LICENZIATA

Investimento dell’installatore nell’acquisto della licenza.
Numero ristretto di persone abilitate alle riparazioni e manutenzioni dell’impianto
Maggior costo di installazione (aumentati dai costi di licenza)
Maggior sicurezza per l’impianto (chi ha investito sulla marca, di solito, la presa come riferimento ed installandola sempre, riesce prima a trovarne guasti e problemi)
Minor concorrenza e maggior professionismo degli installatori.
Tecnici più cari, ma con maggior professionismo.
Impianto leggermente meno economico ma leggermente più sicuro

Se avete altre impressioni da aggiungere, potete liberamente inserirle nei commenti

Voglio fare il tecnico per impianti di sicurezza

Fare il tecnico per impianti di sicurezza può essere un mestiere interessante, ma purtroppo non si impara a scuola. In questo articolo citerò tutte le richieste tecniche che bisogna sapere per poter diventare un buon tecnico di sicurezza. Tratterò solo le conoscenze tecniche, perché quelle legali direi che sono obbligatorie.
Purtroppo oggi c’è la tendenza a vendere impianti fai da te, auto installabili, miracolosi e super-economici.  Senza considerare che per installare un ottimo impianto bisogna aver conoscenze di…..

Elettrotecnica:

sia teorica che pratica. Dal calcolo degli assorbimenti per il giusto dimensionamento dei cavi e alimentatori al fissaggio delle apparecchiature con trapano e tasselli

Elettronica:

Conoscenza e principi di funzionamento delle comunicazioni seriali (RS485, RS 232, ecc). Circuiti stampati, integrati, uscite open-collector o controllato da bilanciamento resistivo. Diodo e relè.

Informatica:

Oggi non esiste più una centrale che non si programma con un computer. Conoscenza dei programmi base di Microsoft Office. Interfacciamento con cavi seriali, USB e RJ45

Radiofrequenza

Con tutti i sistemi wireless di oggi e i collegamenti via radio, oggi bisogna avere un minimo di conoscenza anche sulla radiofrequenza. Trasmissione, caratteristica delle onde elettromagnetiche

Telefonia (fissa e cellulare)

I sistemi di allarmi trasmettono tramite combinatori telefonici su linea normale o GSM. Inoltre, quelli di nuova generazioni offrono particolari funzione su smartphone.

Programmazione

Logica booleana, un minimo di concetto database e SQL. Protocolli di comunicazione (Modbus, Scada, Bacnet, ecc)

Reti informatiche.

Switch, router, protocolli TCP/IP, UDP, indirizzo IP, gateway o mac-adress, I-Cluod. Col spostarsi del mondo del TVCC dall’analogico al digitale, queste informazioni sano diventate basilari.

Conoscenza delle normative

Gli impianti devono rispondere a tutte le normative vigenti in Italia nel momento della attivazione (Norme CEI, UNI, ecc)

Ottica

Messa a fuoco, profondità di campo, bilanciamento del bianco. Per avere immagini sempre chiare ed utili per il compito che devono svolgere

Termotecnica e idraulica:

Chi fa impianti antincendio può capitare di lavorare con impianti di spegnimento. Essere in grado di riconoscere eventuali errori o pericoli, può essere utile. Inoltre, i sistemi di campionamento aria sono formati da lunghi tubi aspiranti dove entrano in gioco differenze di pressione minime

Inglese:

In Italia esiste l’obbligo di rilasciare il manuale utente in italiano, ma non quello tecnico. Quelli tecnici sono sempre in inglese e, se sei fortunato, anche in italiano. Alcune marche, non prodotte in Italia, hanno anche il supporto tecnico in inglese perciò, oltra che a capirlo, bisogna saperlo scrivere e parlare

ma il più importante è l’esperienza

consiglierei sempre di non iniziare da zero, ma di unirsi a chi fa questo lavoro da anni. Trovare le motivazioni dei malfunzionamento sporadico o dei falsi allarmi, è un’arte che si impara solo col tempo

Tecnologie sulle rivelazione del movimento umano

Rilevare il movimento umano è parte importante dei sistemi antintrusione. Vengono utilizzate varie tecnologie, basate su basi fisiche, per identificare se un oggetto è in movimento, discriminando i falsi allarmi.

Ora proverò a spiegare le varie tecnologie

Tecnologia infrarosso

E’ possibile tramite un sensore PIR (Passive Infrared) riconoscere e rilevare la frequenza elettromagnetica che va dai 300 Ghz ai 420 Thz, chiamata infrarosso ed emessa da tutti i corpi caldi e perciò dagli umani.

Sorvegliando l’emissione di una determinata zona, si può rilevare la presenza di corpi caldi, rispetto la temperatura ambiente. Per migliorare la sorveglianza, tramite inizialmente specchi convergenti e successivamente lenti Fresnel, l’area viene divisa in vari spicchi, aumentandone anche il campo di rivelazione

Tecnologia Micronda o Ultrasuono

Anche se utilizzano frequenze diverse (ultrasuoni da 40 KHz a 2MHz e micronde da 10 Mz a 2,4 Ghz), il principio base è l’effetto doppler che si basa sulla variazione delle frequenze di ritorno se la zona sorvegliata è oltrepassata da oggetti in movimento.
Per le micronde si nota anche una differenza di consumo elettrico del componente che crea le radiazioni, ed anche questo viene utilizzato per la rivelazione

Tecnologia laser

Tramite una scanner al laser viene “misurata” la distanza degli oggetti dal rivelatore. Identificando vari punti fissi e monitorando il cambio di distanza si identifica la comparsa di oggetti in movimento.

Motion Detector

Si basa sulla elaborazione delle immagini video delle telecamere. L’esame punto per punto di un determinato riquadro dell’immagine permette di elaborare ed identificare movimenti in determinate zone. Software sempre più evoluti, riesco ad identificare il senso del movimento e se tale senso va a coprire zone interessate. L’utilizzo di telecamera con illuminatori ad infrarosso, oppure termocamere, posso identificare intrusioni anche in zone completamente al buio. Con la nascita delle telecamere IP, questi software possono essere installati e programmati all’interno delle telecamere, fornendo allarmi e registrazioni senza l’utilizzo di server o computer.

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