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TVCC: in continua evoluzione

Il mondo del TVCC è in continua evoluzione. Nel giro di trenta anni è completamente cambiato e sembra che i miglioramenti non finiscono mai.
Dalla semplice visualizzazione e registrazioni di immagini, si è trasformato in un mezzo di immagazzinamento ed elaborazione di informazioni, grazie alla digitalizzazione dei dispositivi.
Esploriamo le interminabili frontiere di questa tecnologia.

I vantaggi del digitale
Negli ultimi anni, col passaggio dall’analogico al digitale, le frontiere della elaborazione delle immagini, sempre più dettagliate, non hanno limiti.
Passare dai tubi al CMOS con sempre più megapixel, unito al fatto dell’evoluzione dei microprocessori sempre più piccoli e potenti, ha portato applicazioni sempre più rivoluzionarie.
Ormai tutti possono montare telecamere e vedere le immagini registrate ovunque si desideri con semplice uso dello smartphone.
Queste telecamere sono intelligenti e con il motion detector sono in grado anche di chiamarti in caso di movimenti sospetti nelle immagini.
Ma adesso andiamo più nel specifico e sul professionale.

Telecamere intelligenti

L’evoluzione della telecamera oltre a possedere autofocus, zoom digitali e luminosità autoregolante, può installare dentro la sua memoria interna, applicativi di ogni genere e funzione, per poter ottenere sempre più informazioni dalle immagini prelevate. Ormai non siamo più difronte a semplici telecamere, ma a veri piccoli computer programmabili tramite applicazione, che elaborano i dati prelevati dal CMOS sempre più performante.
Il motion detector integrato e programmabile è la più semplice cosa, compreso linee di attraversamento o oscurazioni di parte dell’immagine.
Lettura targhe delle autovetture che passano con prossimità di comunicare i dati ad un sistemi di controllo accessi è un esempio già possibile 10 anni fa: ora è stato migliorato con confrontare la targa con il modello dell’auto e il colore per evitare contraffazioni.
Telecamere che inquadrano strade a 6 corsie che contano e memorizzano modello di mezzo (motorino, auto, camion), colore, tipo e verso di marcia per elaborare dati di traffico.


Se poi lo si unisce ad un evoluto sistema di videoregistrazione, è in grado di cercare il transito di una specifica auto (colore, modello, targa) scrutando ore ed ore di immagini registrate.
Simile cosa può essere fatto in corridoi per il passaggio di persone per sapere, per esempio, quante persone sono entrate oggi in un edificio commerciale.

TVCC collegato con la sicurezza

Collegando TVCC con la sicurezza, le applicazioni sono ancora più stupefacenti.
Telecamere che verificano se in ambienti c’è un probabile principio di incendio (sia fiamma che fumo) stanno subentrando nella rivelazione negli ambienti difficili da installare un normale impianto di rivelazione (per ora non sono ancora EN54 e non ancora recepite dalla UNI9795, ma chissà in futuro….)
Riconoscimento facciale per la ricerca di persone o identificazione di pacchi e zaini sospetti un alcune zone critiche. Ormai questi sistemi sono presenti in quasi tutti aeroporti e stazioni.
Anche con la ultima urgenza COVID, nel giro di poco tempo, sono uscita telecamere per la rivelazione della temperatura corporea con la sola inquadratura di un passaggio di persone.
Questa funzione può essere fatta grazie alle telecamere termiche che vedono l’infrarosso. Questa tecnologia permette anche di supervisionare recinzioni in ambienti non illuminati e identifica la presenza di esseri viventi dove la normale visualizzazione non permette. Molto utile anche in presenza di nebbia.
Un altro vantaggio è che la detenzione di queste immagini non presenta problemi con i diritti della privacy, perché la persona non è identificabile.

… e se le interfacciamo con altre tecnologie?

…. le funzionalità aumentano!!
Per esempio, connettendoli a sensori MICROONDA RADAR 24Ghz /60Ghz  è già in grado di geolocalizzare su una mappa eventuali target che si muovono all’interno dell’ambiente protetto, una telecamera PTZ può visualizzare, ingrandire e seguire un movimento anche in una ampia zona.

Anche la tecnologia GPS viene utilizzata per comunicare i puntamenti degli zoom oppure via SMS il punto giusto alle forze dell’ordine.

In conclusione

Spero di non avere dimenticato nulla, ma questo articlo mi costringerà sempre ad aggiornamenti, visto la veloce evoluzione della tecnologia.
Già commercialmente si parla di intelligenza artificiale. Cosa ne pensate?

Comincia l’avventura

Oggi 26 agosto 2023
dalla esperienza del gruppo Facebook
Allarmisti per passione
Allarmisti per professione
e dai siti sperimentali
Allarmistiperpassione.altervista.org
Scuoladiladri.altervista.org

nasce questo nuovo sito per tutti gli appassionati dei sistemi di sicurezza (antintrusione, antincendio, TVCC, rivelazione gas e controllo accessi)

Informazioni, novità, commenti, immagini e tanto altro da scoprire

Buona navigazione e che possiate trovare quello che cercate

Si fa presto a dire perimetrale esterno

Si fa presto a dire perimetrale esterno in un impianto antintrusione: infatti sotto questo nome si può intendere una varietà di sensoristica funzionante con diverse tecnologie. con i propri vantaggi e svantaggi.
Il problema principale è che, essendo all’esterno, sono più portati a generare falsi allarmi.
Proviamo a fare un elenco con vantaggi e svantaggi:

Barriere lineari

Si dividono in piccola portata e grande portata. Piccola portata (max 3-4 metri) servono per proteggere finestre o porte. Grande portata possono raggiungere anche 200 metri e proteggono giardini e campi.
Entrambe sono costituiti da due parti, una ricevente e l’altra trasmittente, che creano una specie di barriera che, se attraversata genera l’allarme. Per piccole portate si basano su raggi infrarossi, mentre per grandi portate possono essere anche a micronda o doppia tecnologia (infrarosso e micronda), per diminuire i falsi allarmi. L’infrarosso tende ad oscurarsi con la nebbia, mentre la micronda tende ad allargare il suo fascia di azione uscendo dalla zona protetta. (vicinanza con strade e linee ferroviarie)
Ideali per lunghi perimetri
Possibili falsi allarmi per nebbia, animali, erba alta o fronde di alberi vicino allle barriere.

Volumetrico da esterno

Il principio di funzionamento è come quello interno, ma più filtrato grazie all’utilizzo, quasi obbligatorio, dell’accoppiata micronda ed infrarosso. Coprono fino a 20-25 metri, anche se, più aumenta il campo, più aumentano i falsi allarmi.
In commercio esistono quelli che si autodefiniscono a tripla tecnologia: in realtà consistono su 2 infrarossi accoppiati e un micronda.
Ultimamente vengono molto utilizzate per la protezione esterne delle abitazione, anche grazie alla commercializzazione di questi tipi di sensori wireless.
Possibili falsi allarmi per animali.

Sensori inerziali

Da installare sopra agli infissi, alle vetrate e porte blindate, rilevano le vibrazioni e il rumore di un eventuale tipo di scasso, generando l’allarme.
Possibili falsi allarmi per grandine o forti venti.

Protezione per recinzioni

Questa protezione si integra con la recinzione presente e la protegge da eventuali scavalcamenti, agli o danneggiamenti.
E’ l’evoluzione dei sensori inerziale da esterno.
Attenzione: per ogni tipo di recinzione (a rete metallica, fissa, ecc) esiste il suo rivelatore studiato con il suo principio di funzionamento. I tratti possono arrivare fino a 200 metri.
Possibili falsi allarmi per grandine o forti venti.

Protezioni invisibili (interrate)

Questi sistemi creano una barriera interrata invisibile usando principalmente due tipi di funzionamento (a pressione o a radiofrequenza). Il primo sente la variazione di pressione sul terreno grazie a dei tubi riempiti con un tipo di olio, mentre il secondo sente la variazione del campo megnetico dovuto all’attraversamento tra un cavo trasmittente e un cavo ricevente. Questi possono girare accoppiati oppure a distanza di un metro uno dall’alto.
Non invasivi all’occhio come le barriere, sono però costosi per la messa in opera o per la ricerca guasti. Anche questi fino a 200 metri.
Temono le forti pioggie e la presenza di talpe

Rivelatori laser

Tecnologia molto recente, riesce a creare un campo di raggi laser che misurano eventuale variazione della distanza di rifrazione. Viene creata praticamente una mappa esterna in cui tracciare dove si vogliono generare gli allarmi.

Telecamere motion-detector

Telecamere che generano allarme se vedono l’intrusione di un uomo.
L’evoluzione dei programmi in questi ultimi anni, ha creato applicazione che riescono a discriminare gli oggetti in movimento inquadrati, riconoscendo se sono presenze umane, o animali od oggetti.
Utilizzano anche telecamere termiche, sensibili all’infrarosso con due grandi vantaggi: le immagini non sono soggette alla legge sulla privacy perchè le persone non sono riconoscibili e non occorre che la zona sia illuminata.

Tecnologie sulle rivelazione del movimento umano

Rilevare il movimento umano è parte importante dei sistemi antintrusione. Vengono utilizzate varie tecnologie, basate su basi fisiche, per identificare se un oggetto è in movimento, discriminando i falsi allarmi.

Ora proverò a spiegare le varie tecnologie

Tecnologia infrarosso

E’ possibile tramite un sensore PIR (Passive Infrared) riconoscere e rilevare la frequenza elettromagnetica che va dai 300 Ghz ai 420 Thz, chiamata infrarosso ed emessa da tutti i corpi caldi e perciò dagli umani.

Sorvegliando l’emissione di una determinata zona, si può rilevare la presenza di corpi caldi, rispetto la temperatura ambiente. Per migliorare la sorveglianza, tramite inizialmente specchi convergenti e successivamente lenti Fresnel, l’area viene divisa in vari spicchi, aumentandone anche il campo di rivelazione

Tecnologia Micronda o Ultrasuono

Anche se utilizzano frequenze diverse (ultrasuoni da 40 KHz a 2MHz e micronde da 10 Mz a 2,4 Ghz), il principio base è l’effetto doppler che si basa sulla variazione delle frequenze di ritorno se la zona sorvegliata è oltrepassata da oggetti in movimento.
Per le micronde si nota anche una differenza di consumo elettrico del componente che crea le radiazioni, ed anche questo viene utilizzato per la rivelazione

Tecnologia laser

Tramite una scanner al laser viene “misurata” la distanza degli oggetti dal rivelatore. Identificando vari punti fissi e monitorando il cambio di distanza si identifica la comparsa di oggetti in movimento.

Motion Detector

Si basa sulla elaborazione delle immagini video delle telecamere. L’esame punto per punto di un determinato riquadro dell’immagine permette di elaborare ed identificare movimenti in determinate zone. Software sempre più evoluti, riesco ad identificare il senso del movimento e se tale senso va a coprire zone interessate. L’utilizzo di telecamera con illuminatori ad infrarosso, oppure termocamere, posso identificare intrusioni anche in zone completamente al buio. Con la nascita delle telecamere IP, questi software possono essere installati e programmati all’interno delle telecamere, fornendo allarmi e registrazioni senza l’utilizzo di server o computer.

TVCC: in continua evoluzione

Il mondo del tvcc è un mercato in continua evoluzione. Negli anni 70 gli impianti erano completamente diversi da quelli di adesso e mai si sarebbe pensato ad una evoluzione del genere.
Innanzitutto era un mercato di élite, per pochi visto i costi delle apparecchiature e della manutenzione.
Le prime telecamere, se non erano cineprese a pellicola 8 mm azionata in caso di necessità, erano a tubo vidicon e newicon

.


Poche erano le marche esistenti e il mercato era tipicamente bancario.
Avevano prezzi folli e periodicamente andava cambiato il tubo che si esauriva.
Anche i monitor andava cambiati spesso soprattutto per evitare l’effetto memoria: il tubo catodico riproducendo la stessa immagine si “incideva” e al passaggio di una persona sembrava un fantasma.
Poi c’era il problema di sincronizzare le immagini, altrimenti al passaggio da una telecamera all’altra aveva lo scrolling dell’immagine con una barra nera sullo schermo.
Questa alterava soprattutto la videoregistrazione. A quei tempi esistevano videoregistratori Time Lapse, ovvero che registavano fotogramma per fotogramma dilaniato nel tempo, permettendo con una cassetta VHS di arrivavare fino a 240 ore.
Altri sistemi tipo quello di marca Comerson, permettevono la videoregistrazione contemporanea in un cassetta VHS di parecchie telecamere, un fotogramma alla volta.
Poi, per visionarla, sistemi appositi ti facevano vedere solo la telecamere scelta, scartando le altre immagini e permettendo la visuale continua a un frame al secondo.
Poi dalle fine anni 90, ci fu una continua evoluzione. Dal tubo si passo al cmos e al CCD. Dai sistemi di videoregistrazione a nastro a sistemi digitali su hard-disk, redendo superfluo il sincronismo. La trasmissione delle immagini passo dl videolento che andava al massimo a 56k su linea telefonica (un frame a bassa risoluzione ogni 5 minuti) alla ISDN per poi passare su Internet che attualmente, visto i sistemi di compressione video (H.264), sono in tempo reale.
Poi, nel 1996, ci fu una rivoluzione.

La ditta Axis ebbe la pazza idea di costruire la prima telecamere di rete del mondo.
Da qui si apri un mondo nuovo. Si passo da una immagine con definizione irrisoria di un centinaio di punti per riga fino ad immagini da 8 -10 Megapixel. Una definizione notevolemnete maggiore delle 500 linee che ti permetteva la telecamere analogica. Poi essendo già in formato digitale, permetteva una più veloce compressione del flusso video e una rapida videoregistrazione nei sitemi digitali.
E permetteva anche di accettare movimenti delle dome, trasmissioni dell’audio, messa a fuoco e zoom. Tutto semplicemente via rete senza cavi aggiuntivi.
Non serve più alimentazione. Con dispositivi POE non occorre piu aggiungere il cavo di alimentazione. E neppure la rete!! Basta un sistema WI-FI
Così, nel giro di poco, il tecnico TVCC dovette trasformarsi da un esperto di ottica e elettronica in un esperto di reti, wireless, trasmissioni dati e informatico.
Attualmente sono riusciti a trasformare i sistemi analogici in HD: molto più semplice da installare e con una buona definizione ma non riesce ad arrivare ai livelli di evoluzione delle telecamere IP.
Gli ultimi studi hanno evoluto la elaborazione delle immagini fino ai primi dati che escono da CCD: viene modificato fino ad ottenere immagini con alta definizione con poca luce oppure una precisione nei controluce incredibile. Meglio che l’occhio umano.

Sembrava essere un volumetrico, ma…………

Smantellando un vecchio impianto, mi è capitato di trovare questo strano sensore. Al primo colpo d’occhio, sembrava essere un volumetrico doppia tecnologia, ma mi ha destato curiosità quel strano puntino nella zona alta della micronda.
Procedendo con l’apertura, ho scoperto una dei primi tentativo di celare telecamere nascoste all’interno di sensori camuffati.
La telecamera integrata celava anche un microfono ambientale ed era collegata ad un videoregistratore.

Quando l’infrarosso percepiva presenza di persone, attivava la videoregistrazione video e audio dell’ambiente. Il videoregistratore era ancora un modello a nastro magnetico time-lapse a lunghi tempi di registrazione: questa tecnologia è scomparsa con la nascita dei nuovi sistemi digitali.
Un dispositivo utile ma facilmente individuabile: oltre al foro visibile, questo risulta evidenziato da un alone dovuto al calore emesso dalla telecamera. Probabilmente le persone non esperte potevano non accorgersene di questo particolare e lo strumento effettuava il suo lavoro poco lecito di controllore.
Dico “poco lecito” perché in Italia non sono ammessi controlli e le registrazioni devono obbligatoriamente sottostare alle attuali leggi sulla privacy italiane.
Di sicuro venne installato quando queste leggi non erano ancora in vigore.

Cinema: i sistemi di sicurezza visti da Hollywood

Mi ha sempre colpito il mondo delle pellicole quando si immerge nel mondo dei sistemi di sicurezza. È vero che il cinema deve raccontare fantasie e tutto è concesso nel fine di realizzare film accattivanti, spettacolari e di riempire le sale cinematografiche, ma è curioso come affronta i diversi casi.

Sfalsiamo una leggenda cinematografica: con uno stetoscopio non si riesce ad aprire alcuna cassaforte. Ruotando la serratura, tutti i rumori emessi sono identici. Forse in una cassaforte del 1800, ma non in quelle attuali. E pure bucarle non ci si mette cinque minuti.

Per qualche motivo a me ignoto, si direbbe che gli sceneggiatori abbiano avuto cattive esperienze dai sistemi antifurto, passivi o attivi che siano, mentre siano rimasti colpiti dal mondo delle telecamere. (Forse perché ci lavorano più spesso???) Conoscete un film in cui, durante un furto, questo sia sventato dall’intervento dell’impianto di allarme.

È semplicissimo disattivare l’impianto di allarme: apri la tastiera di inserimento, fai un ponticello con le cose più inaspettate (forcine dei capelli, fermacarte, una moneta da 10 centesimi) e… track…… l’allarme è disattivato.

Tanto per cominciare, esiste il Tamper. Cos’è il tamper? La cosa più banale: un microinterruttore che sente la chiusura e/o la manomissione della tastiera. Appena si cerca di aprirlo, track…… invece di disattivarsi scattano immediatamente le sirene. Non pensare neppure di staccarlo dal muro e aprirlo da dietro: gli ottimi sistemi di allarme hanno un doppio microswitch, uno per la chiusura e uno che sente il distacco dal muro.

Continuiamo e mettiamo pure il caso che la tastiera non abbia il sistema di tamper, ma vi sembra che basti un cortocircuito per spegnere tutto?

Vi siete mai chiesti perché si sentono sempre delle sirene? Anche il più economico, scadente, autocostruito antifurto ha una logica di funzionamento in logica negativa: se manca l’alimentazione, se qualcosa si stacca, se qualcosa si rompe, la prima cosa è far scattare l’allarme. All’interno, esistono batterie che mantengono la sopravvivenza anche quando manca l’alimentazione esterna.

Anche le sirene esterne l’hanno: prova a staccare una sirena dal muro e taglia anche i fili, ma vedrai che continua a suonare.

Entriamo dentro: ma che razza di sensori pensate che ci siano? Raggi laser che si vedono con speciali occhiali, incrociati ad altezze svariate ma pur sempre valicabili con particolari mosse che evidenziano le forme del ladro o meglio ancora della LADRA.


Nulla di tutto questo: anche se da poco esistono sistemi al laser molto specialistici e costosi, il più delle volte vi trovate di fronte a un inaffidabile rivelatore volumetrico, per giunta a infrarossi che non emette raggi ma riceve quelli emessi dal tuo corpo, anche se le tue forme sono oltremodo sensuali.
Ultimamente sono usciti dei scanner a laser dell’ambiente, ma sicuramente non funzionano in questo modo, visto che il laser (invisibile all’occhio umano), emette il raggio solo da una fonte.
E questo è il minimo. Non parliamo poi dei contatti magnetici, della rottura del vetro, dei sistemi microfonici sulle cassette di sicurezza e via dicendo.
Torniamo al mondo del cinema. Con le immagini riprese fanno dei miracoli!!!!!! Da una telecamera posta sulla strada, ingrandiscono il fotogramma e riescono a leggere la data sul giornale di un passeggero salito sul tram. MIRACOLO!!!!
Premesso che telecamere così esistono e vengono utilizzate negli stadi per memorizzare i volti di tutti gli spettatori, ma hanno costi e dimensioni folli. Le più comuni telecamere arrivano a 720 linee (i megapixel degli ultimi anni arrivano anche a un numero maggiore). Una telecamera posta a 10 metri di altezza difficilmente riesce a vedere il tuo volto, figuriamoci la data giornaliera!
I sistemi di videoregistrazione attuali sono validi, ma non come nei film. Telecamere appositamente posizionate alle entrate riescono ad avere filmati in cui la persona è riconoscibile, ma basta qualche misura per eluderle (occhiali da sole, sciarpe, baffi e barbe false, ecc.).
Sicuramente le telecamere di strada non possono dare molte informazioni sui passanti che vi transitano sotto. Poi, di notte, con immagini all’infrarosso, difficilmente i colori possono essere di riferimento perché vengono sfalsati.