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Kit antintrusione fai da te: vale la pena??

Kit antintrusione fai da te: vale la pena??

Dilagano sempre di più le occasioni fantastiche per i kit antintrusione a costi bassissimi, rispetto ai preventivi fatti dalle ditte installatrici.
La tentazione viene a tutti, ma vediamo cosa devi essere in grado di affrontare.

1) Avere un minimo di conoscenza sull’antintrusione

Un kit è formato più o meno del materiale della foto sopra. Anche se le istruzioni sono ben fatte, devi essere in grado di decidere e valutare dove i singoli sensori vanno montati. Dove conviene mettere un sensore filare e uno wireless

2) Avere un minimo di conoscenza sul bricolage

I vari componenti vanno installati. Fissare la centrale al muro. Fissare i contatti magnetici alle finestre. Come te la cavi con trapano, viti e bulloni?

3) Avere un minimo di conoscenza sull’elettricità

La centrale va alimentata a 220v. Sei in grado di lavorare sugli impianti elettrici?(tralasciando i problemi del rilascio delle certificazioni obbligatorie). Se c’è da “tirare” qualche cavo, sei capace di farlo?
Devi collegare dei fili. Se ti si presenta uno schema di questo genere, riesci a capirci qualcosa? Riesci tu ad effettuare i collegamenti?

4) Avere un minimo di conoscenza sulla programmazione

Anche se un minimo perchè questi dispositivi escono già programmati o con il minimo da fare per metterli in funzione, devi avere un po’ di praticità di programmazione. Avere la pazienza di interpretare il manuale di programmazione (sperando che sia semplice e in italiano ben tradotto), di provare i vari passi di programmazione e verificare se funzionano secondo le tue aspettative, Sei in grado di farlo?

5)Avere un minimo di conoscenza di informatica.

I moderni sistemi antintrusione offrono enormi possibilità (ricezione allarmi da smartphone, inserimento e controllo via web, ecc), ma necessità collegarli in rete e talvolta ad un cloud. Ne sei in grado?

6)Avere un minimo di pazienza

Ci si augura che l’impianto possa subito funzionare bene, ma talvolta subentrono dei problemi. Hai la pazienza di cercare il difetto, di provare varie soluzioni con lo scopo di evitare falsi allarmi ingiustificati?

Se hai risposto si a tutte queste domande, puoi tentare questa avventura che sicuramente ti farà risparmiare soldi e di impegnerà parecchie ore di lavoro. Se, invece, pensi di non essere in grado e di affidare il compito ad altri, controlla se anche loro rispondono di si a queste domande, chiediti se sono sempre reperibili quando l’impianto potrà avere dei problemi, altrimenti rivolgiti a ditte serie che fanno questo lavoro con alta professionalità.

Antintrusione: attenti ai codici di accesso

In questo articolo, vorrei fare alcune riflessione sui codici di accesso alle centrali antifurto.
Per chi è del mestiere, possono risultare ovvie ma, ancora oggi, capitano.
I codici di accesso sono dei punti vitali del tuo sistema di allarme, soprattutto se la tastiera di comando è in bella vista e se viene utilizzata come unico modo per inserire e disinserire il sistema. Perciò consiglio di utilizzare questi accorgimenti:

1) Non segnare il codice di allarme sulla tastiera

, anche se nascosto da sportellini. E neppure sotto la tastiera. I ladri non sono degli stupidi

2) Non utilizzate codici facili.

1234 oppure 111111, sono i codici spesso utilizzati perchè facilmente memorizzabili ma anche facilmente intuibili. Consiglio date di nascita di parenti, importanti anniversari (un buon metodo per i mariti per ricordarsi l’anniversario di matrimonio)

3) Cambiate i codici frequentemente e utilizzate codici diversi

. Purtroppo usando sempre lo stesso codice, i tasti della tastiera si consumano di più rispetto agli altri. Un cambio ogni sei mesi, un anno (o durante il controllo di manutenzione del tecnico, così se si ha paura di commettere degli errori), non sarebbe sbagliato. Ho visto tastiere con solo 2 numeri consumati…… molto facile il codice da indovinare

4) Verificate che sia stati cambiati i codici di default.

Tutte le centrali escono con dei codici di fabbrica. Questi sono comuni a tutti, scritti nei manuali tecnici e, soprattutto, rintracciabili in rete. Solo guardando internet, guardate cosa ho rintracciato. Perciò verificate se i vostri codici non siano uguali a quelli di default. Verificate che l’installatore abbia modificato il codice di programmazione (quello che ti permette di programmare la centrale), fatevelo dare e verificate anche quello

5) Non fatelo conoscere a nessuno,

neanche all’installatore dell’impianto o chi ne fa la manutenzione. Un installatore serio vi aiuta a cambiarlo da tastiera ma, nell’attimo della digitazione, si volta dall’altra parte. Non essere a conoscenza del codice utente, tutela anche l’installatore. Alcune centrali non accettano il codice di programmazione (o tecnico) senza aver prima digitato il codice utente o fatto abilitare dal cliente

Tutorial: come far funzionare software di programmazione

Vi è capitato di installare sotfware che dovrebbero comunicare con dispositivi in rete (centralizzazione di allarmi, programmazione centraline antintrusione e antincendio, controllo accessi, ecc) e questi non entrano in comunicazione anche correttamente collegati in rete?
Permettetemi di darvi alcuni punti da verificare prima di rinunciare:

Esatta configurazione degli indirizzi IP

Verificare inanzitutto se le periferisce vengono viste dal computer. Aprire la shell del sistema operativo col comando CMD. Poi verificare se la periferica risponde al ping chiamandola col suo nome
Se non risponde verificare il tipo di indirizzamento: se DHCP verificare se entrambe le periferiche sono impostate in questo modo. Se viene impostato con indirizzamento manuale, controllare che gli indirizzi possano comunicare fra di loro. Eventualmente modificare il file host ed aggiungere il nome e indirizzo ip della periferica da riconoscere
Se riusciamo a farla “pingare” ma ancora non c’è collegamento, procedere col secondo punto

Verifica fisica del collegamento

Controllare i cavi se sono intatti, magari sostituendoli con dei nuovi. Controllare le porte dello switch se funzionante e abilitata. Se tutto OK, procedere col

Disattivare ogni tipo di firewall e antivirus

Questa manovra mette in pericolo il computer ma è solo una prova se è questo che blocca la comunicazione. Potete disattivarlo dal pannello di comando oppure direttamente al servizio di windowsSe il collegamento si attiva, allora bisogna ripristinare i firewall e/o l’antivirus con delle eccezioni, finchè il collegamento rimane aperto e i firewall sono attivi il più possibile. Se ancora non funziona

Verificare i privilegi degli account di funzionamento

Controllare se l’account utilizzato ha il privilegio di amministrazione e se è stata effettuata l’installazione con un utente amministratore. Nel dubbio disinstallare, verificare se la cartella contenente i programmi è stata cancellata completamente (altrimenti cancellarla) e procedere con una nuova installazione. Se ancora non vuole funzionare

Controllo della programmazione delle DCOM

Certi programmi usano per collegarsi le DCOM, e vanno configurate tramite il comando DCOMCNFG.exe lanciabile da esegui. Qui conviene aggiungere gli utenti ACCESSO ANONIMO e EVERYONE con tutte le ammissioni possibili.

Se dopo di questo non vuole funzionare, mi dispiace, non ho altre idee da suggerirvi….

Gli attrezzi impensabili del nostro mestiere di tecnico impianti sicurezza

Ogni tecnico ha la propria attrezzatura per effettuare al meglio il proprio lavoro di installatore e manutentore di impianti di sicurezza.
E’ inutile citare quelli classici dal tester al cacciavite. Vi sfido però a leggere questi, sempre presente nel mio kit, e ad inventare l’utilizzo prima di leggerlo

Gomma a Biro

La utilizzo per pulire e togliere l’ossido nei contatti a slitta presenti nelle schede a slot. Molti guasti sono rientrati pulendo con questo tipo di gomma la scheda

Resistenza 22 ohm 10 Watt

Serve a testare le batterie tampone. Misura sempre la tensione della batteria mettendo questa resistenza come carico. Molte batterie danno 13,7 v a vuoto ma cadono subito collegandoci un carico.

Vetro oscurato

Indispensabile per la messa a fuoco delle telecamere. Come dovreste sapere la profondità di campo diminuisce con l’apertura del diaframma del obiettivo. Posizionando il vetro davanti, si simula la notte e gli autoiris aprono al massimo mettendosi nella condizione peggiore

Aspirapolvere portatile

Serve a pulire i tubi di campionamento degli ASD. Ricordatevi: prima si aprirano per togliere materiale grosso (ragni, ecc) poi si soffia per stappare i fori. 

Nastro biadesivo forte e silicone

Serve per riattaccare i sensori e canalina dove non si può bucare. Piccoli pezzi di nastro intervallato da silicone: le prime ore tiene attaccato e fissato il biadesivo poi il silicone.

Stagnatore a gas

E’ inutile dirlo: lo stagnatore ideale per il nostro lavoro è quello a gas. Gli elettrici, col passare degli anni, possono disperdere tensione e non sono adatti a fare saldature su schede elettroniche. Quelli a batteria, una volta scarichi, ci mettono troppo tempo per caricarsi. Quelli a gas sono rapidi e possono essere utilizzati anche con phon per restringere le guaine termorestringenti. A proposito, chi ama il proprio stagnatore usa il gas apposito, non quello per accendini, che lo ungono e lo intasano nel giro di pochi giorni

L’invasione degli ultra wireless

In questi ultimi anni, sembra quasi che ci sia stata una invasione degli impianti antintrusione wireless.
Ormai negli appartamenti viene proposto da tutti gli installatori (da quelli di sicurezza, passando all’elettricista e terminando dall’idraulico) viene proposto, consigliato e installato questo tipo di tecnologia per la protezione dagli intrusi.
Ma fino a che punto bisogna spingersi nell’adottare tecnologia senza fili?
Certamente bisogna tenere presente un fattore non confutabile: i sistemi filari sono senza dubbio più affidabili dei sistemi wireless.

Perché meno affidabili??

Affidabilità giustificabile per un semplice motivo: la semplicità del sistema ovvero la prima legge dell’elettronica.
Meno fattori esterni interferiscono col sistema, più affidabile diventa.
Prendiamo un semplice contatto magnetico.
Col filare c’è un semplice cavo a due fili con linea a doppio bilanciamento fino in centrale.
Col wireless c’è: contatto magnetico, batteria sensore, trasmettitore allarme, ricevitore allarme, centrale. La casistica di possibilità di guasti aumenta notevolmente (batterie scariche, possibilità di interferenze, jammer che possono coprire il segnale radio, ecc..)
Senza considerare che l’allarme non viene sempre trasmesso in tempo reale.
Infatti quando si apre il contatto viene trasmesso l’allarme e solo dopo un determinato tempo hai la trasmissione di rientrato allarme. Queste “tempistiche” creano a volte dei problemi. E’ vero anche che si possono diminuire o togliere queste tempistiche ma a discapito della durata della batteria. E se nel momento del bisogno la batteria si scarica?
Inoltre un contatto o un volumetrico messo a protezione ad un punto di passaggio, trasmette in continuazione a discapito della batteria che si consuma in poco tempo.
Se poi passiamo ai volumetrici, ricordiamoci che sono sempre alimentati a batteria. Sottoalimentati non puoi pretendere alte prestazioni. Raramente sono doppia tecnologia ma solo infrarossi con i possibili falsi allarmi che generano.
Il “costretto risparmio energetico” non permette a questi rivelatori di essere molto performanti

Ma allora non è mai consigliabile?

No. Delle volte può diventare l’unica modo di proteggere un ambiente. Dove si hanno vincoli architettonici, opere d’arte, VERA impossibilità di stesura cavi, questi sistemi possono integrare il sistema antintrusione (esistono centrali di tipo misto: filare e wireless).
E questo i professionisti del mestiere lo sanno e non installano solo wireless

E allora come si spiega questo aumento?

Semplice. La facilità di installazione. Senza la stesura cavi, installazione è più veloce e redditizia. Non sporca e lascia il cliente soddisfatto senza canaline in giro.
E’ anche vero che negli appartamenti non vanno a rubare degli specialisti ma l’aumento di questi impianti invoglia i ladri ad attrezzarsi sempre di più.
(N.B. un jammer si acquista facilmente su internet…….. basta informarsi sulla frequenza giusta)

Impianti di sicurezza “MORDI E FUGGI” o “CARI MA BUONI”??

Gli impianti di sicurezza si dividono in due categorie: “MORDI E FUGGI” o “CARI MA BUONI”.
I primi sono fatti da installatori che non hanno alcuna intenzione di continuare il rapporto con il cliente finale. L’unico scopo è fare l’impianto, al minor costo possibile, al fine di collaudarlo con il cliente, ricevere i soldi e poi fuggire via il più lontano possibile.
I secondi sono fatti da installatori che vogliono provare a coltivare il cliente, rimanendo in contatto e proponendogli contratti di manutezione al sistema e, magari negli anni, suggerendogli ampliamenti o modernizzazione dei sistemi, a discapito del prezzo che sicuramente non è concorrenziale
Con questo non voglio assolutamente preferire i secondi dai primi; anche chi costruisce gli impianti senza interesse finale di manutenzione non è detto che costruisce in maniera non professionale.
L’importante è rispettare le norme e rispettare il capitolato (se esiste).
Sicuramente non sta a perdere tempo (e soldi) in quei piccoli accorgimenti che migliorano la buona funzionalità dell’impianto. Il materiale scelto è spesso quello che costa meno e non quello risultato migliore con l’esperienza del tempo. Cablaggi frettolosi nelle scatole di giunzione nascoste, giunzioni non stagnate (siamo in presenza di basse tensioni e correnti dove le ossidazioni possono creare problemi nel tempo), posizionamento non ottimale dei sensori.
Al contrario sono impeccabili come documentazione, quasi per dire “questo è tutto, perfettamente a norme e documentato. Ora hai tutto per problemi futuri”
Purtroppo il modo attuale sta andando verso questa direzione. Non esistono più i professionisti del settore e i pochi che resistono fanno difficoltà a proporsi e a sopravvivere.
Si apre però per loro un nuovo mercato: prendere a mano questi impianti e renderli efficenti. Correggere gli errori e magari “fare bussiness” consigliando e sostistuendo le parti irrecuperabili.
Sempre che il cliente voglia un impianto funzionale e sia disposto ad investire un po di soldi

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