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Tag: Rivelazione fumo Campionamento Aria

Elenco norme impianti antincendio

Ecco un po’ di norme da conoscere e rispettare per chi installa e manutenziona impianti antincendio. Come vedete nulla è lasciato al caso, dal materiale alla manutenzione, passando dalla progettazione.

Norma UNI EN 54-1 – Introduzione
Norma UNI EN 54-2 – Centrale di controllo e segnalazione
Norma UNI EN 54-3 – Dispositivi sonori di allarme incendio
Norma UNI EN 54-4 – Apparecchiatura di alimentazione
Norma UNI EN 54-5 – Rivelatori di calore – Rivelatori puntiformi
Norma UNI EN 54-6 – Rivelatori di calore termovelocimetrici
Norma UNI EN 54-7 – Rivelatori di fumo – Rivelatori puntiformi funzionanti secondo il principio della diffusione della luce, della trasmissione della luce o della ionizzazione
Norma UNI EN 54-8 – Rivelatori di calore a soglia di temperatura elevata.
Norma UNI EN 54-9 – Prove di sensibilità su focolari tipo.
Norma UNI EN 54-10 – Rivelatori di fiamma – Rivelatori puntiformi
Norma UNI EN 54-11 – Punti di allarme manuali
Norma UNI EN 54-12 – Rivelatori di fumo – Rivelatori lineari che utilizzano un raggio ottico luminoso
Norma UNI EN 54-13 – Valutazione della compatibilità e connettività dei componenti di un sistema
Norma UNI EN 54-14 – Linee guida per la pianificazione, la progettazione, l’installazione, la messa in servizio, l’esercizio e la manutenzione
Norma UNI EN 54-15 – Rivelatore multisensore
Norma UNI EN 54-16 – Apparecchi di controllo e di segnalazione per i sistemi di allarme vocale.
Norma UNI EN 54-17 – Isolatori di corto circuito.
Norma UNI EN 54-18 – Dispositivi di ingresso/uscita da utilizzare per percorsi di trasmissione di sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio
Norma UNI EN 54-20 – Rilevatori di fumo ed aspirazione (ASD)
Norma UNI EN 54-21 – Apparecchiature di trasmissione allarme e segnalazione di guasto e avvertimento
Norma UNI EN 54-22 – Cavi termosensibili
Norma UNI EN 54-23 – Dispositivi visuali di allarme incendio
Norma UNI EN 54-24 – Componenti di sistemi di allarme vocale. Altoparlanti.
Norma UNI EN 54-25 – Componenti che utilizzano collegamenti via radio.
Norma UNI EN 54-26 – Rivelatori per il monossido di carbonio – Rivelatori puntiformi
Norma UNI EN 54-27 – Rivelatori di fumo nelle condotte
Norma UNI EN 54-28 – Rivelatori lineari di calore non ripristinabili
Norma UNI EN 54-29 – Rivelatori combinati – Rivelatori puntiformi utilizzanti la combinazione di sensori per fumo e calore
Norma UNI EN 54-30 – Rivelatori combinati – Rivelatori puntiformi utilizzanti la combinazione di sensori per monossido di carbonio e calore
Norma UNI EN 54-31 – Rivelatori combinati – Rivelatori puntiformi utilizzanti la combinazione di sensori per il fumo, monossido di carbonio e opzionalmente calore
Norma UNI EN 54-32 – Pianificazione, progettazione, installazione, messa in servizio, esercizio e manutenzione dei sistemi di allarme vocale


Norma UNI 9795:2021 – Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio – Progettazione, installazione ed esercizio
Norma UNI 11224:2019 – Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio – Controllo Iniziale e Manutenzione
Norma UNI EN671-3:2009 – Sistemi fissi di estinzione incendi – Sistemi equipaggiati con tubazioni – Parte 3: Manutenzione dei naspi antincendio con tubazioni semirigide e idranti a muro con tubazioni flessibili
Norma UNI 10779:2014 – Impianti di estinzione incendi – Reti di idranti – Progettazione, installazione ed esercizio
Norma UNI 11292:2008 – Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio – Caratteristiche costruttive e funzionali
Norma UNI 11280:2012 – Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di estinzione incendi ad estinguenti gassosi
Norma UNI/TS 11512:2013 – Impianti fissi di estinzione antincendio – Componenti per impianti di estinzione a gas – Requisiti e metodi di prova per la compatibilità tra i componenti
Norma UNI EN 12094 – Sistemi fissi di lotta contro l’incendio – Componenti di impianti di estinzione a gas
Norma UNI EN 12259 – Installazioni fisse antincendio – Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo d’acqua
Norma UNI EN 12416-2:2007 Sistemi fissi di lotta contro l’incendio – Sistemi a polvere – Parte 2: Progettazione, costruzione e manutenzione
Norma UNI EN12845:2009 – Installazioni fisse antincendio – Sistemi automatici a sprinkler Progettazione, installazione e manutenzione
Norma UNI EN 13565-2:2009 Sistemi fi ssi di lotta contro l’incendio – Sistemi a schiuma – Parte 2: Progettazione, costruzione e manutenzione
Norma UNI CEN/TS 14816:2009 Installazioni fisse antincendio – Sistemi spray ad acqua – Progettazione, installazione e manutenzione
Norma UNI CEN/TS14972:2011 Installazioni fisse antincendio – Sistemi ad acqua nebulizzata – Progettazione e installazione
Norma UNI EN 15004 – Installazioni fisse antincendio – Sistemi a estinguenti gassosi
Norma UNI ISO 15779:2012 Installazioni fisse antincendio – Sistemi estinguenti ad aerosol condensato – Requisiti e metodi di prova per componenti e progettazione, installazione e manutenzione dei sistemi – Requisiti generali
Norma UNI EN 13501-1 – Classificazione al fuoco di prodotti ed elementi da costruzione. Parte 1. Classificazione in base ai risultati delle prove di resistenza al fuoco.

Perché serve fare manutenzione agli impianti di sicurezza

Serve fare manutenzione agli impianti di sicurezza?
E’ una domanda che si pongono in molti, soprattutto in un mondo dove si cerca sempre di risparmiare per far rientrare i conti finanziari della ditta o della famiglia.
Perché semestralmente devo far controllare gli impianti che stanno funzionando perfettamente, senza anomalie?
Per gli impianti rivelazione incendi è diventata obbligatoria secondo le norme UNI11224, come controllo e mantenimento di un sistema che garantisce sicurezza per l’uomo.
Per gli impianti antintrusione è consigliato.
I motivi sono molti ma si possono riassumere con il lento leggero inevitabile invecchiamento delle cose.
Purtroppo molti componenti sono soggetti a una lenta usura che finisce in un malfunzionamento, quanto meno te lo aspetti.
Non tutti i dispositivi hanno un test all’interno che garantisce il giusto funzionamento o lo stato di avaria. Per questo va eseguito un completo test di funzionamento

BATTERIE

Gli impianti di sicurezza hanno molte batterie, soprattutto quelli wireless.
Col tempo le batterie si degradano, posso perdere acido molto corrosivo e, anche se raramente; surriscaldarsi e prendere fuoco.
Per essere sicuri e non aver problemi, un controllo semestrale di efficienza non sarebbe male come il fatto che bisognerebbe cambiarle al massimo ogni 4 anni.
Esistono degli strumenti di controllo delle batterie che misurano la caduta di tensione alla richiesta di un carico di corrente: certe centrali avanzate lo posseggono già all’interno:

SENSORI

I sensori possono diminuire o aumentare di sensibilità. O variare la copertura di protezione. Più soggetti a queste alterazioni sono i sensori posizionati all’esterno, soggetti alle perturbazioni esterne, al forte soleggiamento e alle insidie degli insetti
Nei volumetrici, le lenti fresnel temono la lunga esposizione al sole.
La lente cristallizza fino a crepare o, ancora peggio, si opacizza fino a diventare un ostacolo al passaggio dell’infrarosso.
Le lenti vanno controllate e sostituite.
Anche la pioggia battente può provocare danni, per poi non citare la grandine.

PARTI SOGGETTE AD USURA


Oltre alle batterie, esistono altri componenti soggetti ad usura. Nei sistemi a campionamento aria (ASD), i filtri vanno regolarmente sostituiti e i tubi regolarmente puliti.
Aspirare aria per anni e anni, in continuazione, vuol dire aspirare polvere e polvere, anche nei posti più puliti. Ecco come si riduce un motore aspirante senza una regolare manutenzione.

AGGIORNAMENTO DEI FIRMWARE

Raramente viene consigliata o effettuata dal tecnico manutentore, ma avere sempre un sistema aggiornato all’ultimo versione di firmware evita molti problemi.

Di solito, gli aggiornamenti correggono:
Piccoli o grandi difetti riscontrati nel tempo
Miglioramento sulla protezione degli Hacker
Ampliamento delle capacità di funzionamento del dispositivo

OPERAZIONI CHE DOVETE RICHIEDERE NELLA VISITA DI MANUTENZIONE
Piccolo elenco delle cose da richiedere durante una visita di manutenzione:
Controllo di tutte le batterie
Controllo del funzionamento di tutti i sensori
Controllo della messa a fuoco delle telecamere, soprattutto nelle immagini notturne
Controllo della trasmissione degli allarmi
Controllo delle videoregistrazioni
Controllo della taratura delle barriere lineari
Controllo della taratura delle barriere da esterno
Verifica di infiltrazioni d’acqua
Taratura flusso ASD
Pulizia tubazioni deli ASD
Controllo backup dei programmi installati sopra ai sistemi
Controllo della documentazione a corredo impianto
Aggiornamento firmware centrali (soprattutto se toglie i bug rilevati)
Per gli apparati in rete, controllo dei firewall per evitare attacchi dall’esterno

Fra l’altro molte di queste cose sono anche citate dagli Allegati A e B:
Questi allegati alle norma UNI11224 sono il resoconto dei test obbligatori da eseguire per effettuare una visita di manutenzione corretta secondo le normative.
L’importanza della redazione di questo modulo e la conservazione può essere, purtroppo, molti importanti in caso di incidenti e incendi.
Una delle cose richieste in tribunale è la dimostrazione

ASD: perchè fare rivelazione incendi con questa tecnologia?

In tutti i capitolati recenti, dilagano i progetti con la rivelazione incendi con sistemi ASD. Eppure esistevano anche vent’anni fa.
Dando per scontato come funzionano, già spiegato in un precedente articolo, la rivelazione incendi può essere sicuramente più veloce rispetto quella tradizionale puntiforme.
E’ stata creata una classificazione di questi apparati in lettere:
Classe A: Sensibilità minore a 0,8 OBS/m
Classe B: Sensibilità da 0,8 a 2 OBS/m
Classe C: Superiore a 2 OBS/m
Significa che un progetto di un impianto di rivelazione incendi a campionamento aria di clesse C (il meno sensibile) riesce a rilevare una oscurazione dell’aria (dovuta a particelle volatili) pari o maggiore al 2% per metro. Questa è la soglia minima necessaria per allarmare un classico sensore antincendio certificato EN54-7

Impianto e non sensore

Come potete notare ho indicato impianto e non sensore. Infatti tutti i sistemi di campionamento devono essere accompagnati da un progetto (che si esegue con il tools di progettazione allegato alla centralina d’aspirazione) dove vengono citati:
Classe richiesta di progettazione, lunghezza e stesura dei tubi di campionamento, diametro con posizionamento dei fori.

Motivi dell’attuale richiesta

Certificazione degli impianti EN54-20 e riconoscimento nella UNI9795:2913
Minor costo di vendita.
Maggior precisione nella rivelazione

Dove installarlo

Inizialmente veniva indicato solo per i CED e le camere bianche. Adesso è preferito per la rivelazione nei controsoffitti, nei sottopavimenti e nei cavedi, nonché in edifici molto alti.
Il tutto per la facilità della manutenzione. La centralina viene posizionata ad altezza uomo e non occorre ponteggi per arrivare in altezza. La manutenzione può essere effettuata più facilmente: se l’impianto è fatto a regola d’arte viene allungata la parte terminale del tubo dall’ultima parte ed installato un tappo svitabile. Togliendolo si verifica la segnalazione di guasto e immettendo fumo si prova il sensore nella condizione massima di lunghezza del tubo. Il tutto senza utilizzo di scale. Segnandosi il flusso di aria, si può verificare il calo e l’aumento nel tempo (simbolo di ostruzione o daneggiamento del tubo)

Novità

La tecnologia del campionamento è attualmente in continuo sviluppo. Alcune case propongono soluzioni nuove come la rivelazione dei gas, il miglioramento della discriminazione di falsi allarmi con utilizzo di laser a diversa lunghezza d’onda (e colore), l’identificazione del foro in allarme contando i secondi di attesa dalla rivelazione del fumo

Gli attrezzi impensabili del nostro mestiere di tecnico impianti sicurezza

Ogni tecnico ha la propria attrezzatura per effettuare al meglio il proprio lavoro di installatore e manutentore di impianti di sicurezza.
E’ inutile citare quelli classici dal tester al cacciavite. Vi sfido però a leggere questi, sempre presente nel mio kit, e ad inventare l’utilizzo prima di leggerlo

Gomma a Biro

La utilizzo per pulire e togliere l’ossido nei contatti a slitta presenti nelle schede a slot. Molti guasti sono rientrati pulendo con questo tipo di gomma la scheda

Resistenza 22 ohm 10 Watt

Serve a testare le batterie tampone. Misura sempre la tensione della batteria mettendo questa resistenza come carico. Molte batterie danno 13,7 v a vuoto ma cadono subito collegandoci un carico.

Vetro oscurato

Indispensabile per la messa a fuoco delle telecamere. Come dovreste sapere la profondità di campo diminuisce con l’apertura del diaframma del obiettivo. Posizionando il vetro davanti, si simula la notte e gli autoiris aprono al massimo mettendosi nella condizione peggiore

Aspirapolvere portatile

Serve a pulire i tubi di campionamento degli ASD. Ricordatevi: prima si aprirano per togliere materiale grosso (ragni, ecc) poi si soffia per stappare i fori. 

Nastro biadesivo forte e silicone

Serve per riattaccare i sensori e canalina dove non si può bucare. Piccoli pezzi di nastro intervallato da silicone: le prime ore tiene attaccato e fissato il biadesivo poi il silicone.

Stagnatore a gas

E’ inutile dirlo: lo stagnatore ideale per il nostro lavoro è quello a gas. Gli elettrici, col passare degli anni, possono disperdere tensione e non sono adatti a fare saldature su schede elettroniche. Quelli a batteria, una volta scarichi, ci mettono troppo tempo per caricarsi. Quelli a gas sono rapidi e possono essere utilizzati anche con phon per restringere le guaine termorestringenti. A proposito, chi ama il proprio stagnatore usa il gas apposito, non quello per accendini, che lo ungono e lo intasano nel giro di pochi giorni

AD2-C11: a old ASD with two pipes

This product is marked Siemens, but is of Wagner construction.
He was prepared with two intake pipes that ended on two high sensitivity smoke detectors
In the pictures you can see the detectors, circuit boards, the flow sensors in the pipes.
Self-calibrating with the push of a button. It could adapt to many manufacturers, replacing the smoke detectors.
With a quick change could work with one and the air tube was controlled by two sensors simultaneously

Fare Manutenzione 35 anni fa…

18 aprile 1986: oggi devo fare manutenzione ad un impianto antincendio. Consiste in una centrale Cerberus SFB con 125 rivelatori FES5B e 12 Pulsanti manuali, una campana interna come allarme ed una badenia esterna:
Controlla della centrale se tutto è funzionante. Provo a mettere tutte le zone in esclusione per vedere se le lampadine di segnalazione sono funzionanti. Ne trovo due bruciate: sono lampadine speciali a doppio filamento che, anche se brucia il primario, il secondo sovradimensionato si accende con una leggera brace:
All’interno trovo il kit di ricambio in un contenitore verde e trovo le lampadine per la sostituzione (adesso sono gadget che non esistono più)
Cambiate le lampadine noto che le linee non vengono più alimentate con la classica tensione a 220 volt in corrente continua.
Classico guasto……….. la valvola del gruppo raddrizzatrice: tolgo
alimentazione, la sostituisco e subito riparte.

Ora rimane da provare i sensori con l’asta e il verificatore:
Inserisco la bomboletta e inizio con le prove.
Ci sono due tipi di sensori:
quelli montati su zoccolo da soffitto e quelli su zoccolo da parete.

Rivelatore a camera di ionizzazione smontato

Spero sempre che la lampadina di indicazione allarme funzioni altrimenti bisogna prendere la scala, togliere l’alimentazione e sostituirla. Preferisco che sia rotto il rivelatore: con l’estrattore montato sull’asta riesco a sostituire rivelatori fino a 7 metri di altezza:

Per fortuna siamo ancora nel 1985.
Pochi anni dopo il caso Chernobyl fu causa di leggi di manutenzione agli impianti di antincendio con rivelatori a doppia camera ionizzante (perciò radioattivi) molto severe dove veniva obbligato il cliente ad eseguire uno smear test per verificare l’eventuale perdita di materiale radioattivo. Gli ultimi rivelatori erano fatti con Americio 241 con decadimento lento ma, i primi erano al Radio che decadeva velocemente in un gas Radon, fonte di contaminazione radioattiva.
Lo smear test era semplice. Numerati tutti i sensori, si strofinava un dischetto di carta assorbente in tutte le parti del rivelatore, dello zoccolo e della parete nelle vicinanze (10 – 20 cm). Il dischetto numerato veniva mandato ad analizzare sotto un rivelatore geiger che rilevava eventuali perdite. Giustamente tale manovra veniva effettuata con guanti e mascherina con l’attenzione di lavarsi accuratamente le mani al termine:
Finivo in bellezza con i pulsanti: quattro vite da svitare e un pulsante da premere

Poi infine faceva un rapporto intervento dove indicavo quello che avevo fatto, se avevo trovato dei guasti e se avevo fatto delle sostituzioni.
Non occorreva preparare l’allegato B della manutenzione secondo la UNI11224. E neppure provare almeno la metà.
Era tutto molto più semplice e soprattutto molto più professionale:

Tutorial: Come pulire le tubazioni di aspirazione dei campionatori d’aria

Xtralis Vesda Laserscan

Uno dei principali problemi che si possono verificare in un sistema di rivelazione incendi a campionamento di aria è la diminuzione  del flusso d’aria dovuto alla parziale otturazione dei fori di prelievo dovuti alla polvere ambientale.
Questa diminuzione porta ad una segnalazione di guasto dell’apparecchiatura e un non rispetto dei parametri fissati nel progetto: facilmente si può alterare la classe di protezione degli ambienti e i tempi di risposta
In aiuto , esistono filtri d’aria nel sistema ma questi sono soltanto per proteggere il dispositivo laser di rivelazione.
In ogni modo la pulizia dei tubi e dei filtri viene citato anche dalla UNI11224:2019 come controllo obbligatorio nei punti 8.3.3.7 e 10.2.3.7


Procedimento consigliato
Per iniziare si spegne il dispositivo e si tolgono i tubi dall’apparecchiatura. Avvicinarsi ad ogni punto di prelievo e con uno spillo pulire il foro, facendo attenzione a non allargarlo (per i sistemi che prevedono fori calibrati in plastica pre-forata, se molto sporco, prevedere anche ogni 4-5 anni di sostituirlo).
Andare sui tubi e con un aspirapolvere, aspirare per qualche minuto all’interno del tubo.             

Molto comodo è assemblare alla fino dell’aspiratore, un giunto in modo da poter attaccare il tubo con maggior tenuta. Oltre a recuperare lo sporco interno provocato con la pulizia dei capillari, si svuotano i tubi da eventuali “clandestini” (ragni, insetti,ecc).
Successivamente occorre soffiare all’interno del tubo (esistono aspirapolveri che diventano anche soffiatori, in modo di fare tutto con un unico dispositivo).
Anche qui starci per qualche minuto.
Questa procedura andrebbe fatta almeno una volta all’anno, durante il normale giro di manutenzione oltre che a controllare l’integrità dei tubi e che ogni foro aspirante non abbia una otturazione interna.
A dimostrazione che tale manovra è utile, ho eseguito due misure di flusso prima e dopo la pulizia (foto in basso)
Come vedete il flusso è notevolmente migliorato.
Inoltre aiuta nell’aumentare la vita del motorino di aspirazione.
(vedi foto . Posizionati a protezione uffici)

Motorino aspirazione aperto dopo 10 anni di uso


Ricordarsi di re-inserire i tubi nel dispositivo (facendo cura a non far cadere polvere nel foro aspirante)e ripristinare l’alimentazione.
Negli impianti fatti a regola d’arte viene inserito, poco prima dell’ingresso del tubo nel campionatore, un sezionatore: questo aiuta notevolmente i tecnici nello sfilaggio del tubo, soprattutto nei spazi più disperati come controsoffitti e sottopavimenti.

Xtralis Vesda Laserscan: Scopriamo come è fatta

Xtralis Vesda Laserscan

Xtralis Vesda Laserscan: è un sistema di rivelazione fumi a campionamento d’aria su 4 tubi con la possibilità di scansionare gli ingressi ed identificare su quale arriva il fumo. Vediamo un po’ come è fatta dentro.
Ormai sostituita dai modelli nuovi Vesda E, rimane una ottima macchina

Aperta si riesce ad identificare la scheda di alimentazione in/out e la scheda di controllo coperta da una protezione di cartone per proteggierla da cortocircuiti con lo schermo metallico per evitare disturbi magnetici (si vede molto bene nella parte del coperchio)
7 rele di uscita programmabili. Tutto ben dislocato ma potevano adottare dei morsetti migliori: difficili da staccare e col serrafilo in verticale non facilita la tenuta del cavo. Connettore SVGA per tastiera di programmazione. Altra piccola pecca: bisogna acquistarla a caro prezzo
Doppia alimentazione e connettori del VesdaNet, sistema di comunicazione seriale per mettere insieme le centrali e farle comunicare con sistema di supervisione.

Purtroppo questo protocollo di comunicazione è proprietari e non viene pubblicato.

Sotto la scheda di controllo si vede la ventola aspirante, parte del sistema di rivelazione laser e la zona del filtro aria in basso a destra (filtro rimosso). Qui l’aria aspirata viene filtrata e una piccola parte viene mandata dentro la camera ldi analisi attraverso i tubi neri. Abbiamo così una doppia protezione: pulizia dalle polveri d’ambiente e una riduzione dell’aria che provoca maggiori possibilità di danneggiamento del laser.
Un sistema a tempo impostabili sentenzia il cambio del filtro, segnalata dal guasto di centrale

Tutti i connettori di collegamento fra scheda di controllo e gli altri componenti sono segnati e terminati con connettori diversi uno dal’altro per evitare errori

Smontato la ventola aspirante e il laser si intravede lo chassis e il gruppo scanner dei tubi. Elemento importante dove risiedono i motorini di chiusura farfalla dei tubi e i dispositivi di controllo flusso dell’aria a variazione resistivo

La sua modularità permette di sostuire i sui componenti soggetti ad usura (laser e motore aspirante) con estrema semplicità.
Purtroppo questo gruppo scanner non può essere sostituito: se avete guasti dovuti a scannerizzazione dei tubi e sul controllo del flusso occorre per forza smontare il sistema e mandarlo a riparare.
E qui un altro punto negativo: aspettatevi una lunga attesa che varia dai due ai cinque mesi.

Ora non rimane altro che rimontarla come era inizialmente

Sistemi di rivelazione fumi a campionamento aria

I sistemi di rivelazione fumi a campionamento aria sono sicuramente una branchia in via di espansione e in via di continua innovazione. Da quando uscirono i primi sistemi di campionamento negli anni 90 ad oggi, i dispositivi sono passati da qualcosa di empirico e autoprogettato a qualcosa di standard e normalizzato dalla EN54-20.
Concetto di funzionamento
Il concetto è semplicissimo. Prelevare forzatamente dell’aria da un ambiante, analizzarlo e vedere se c’è presenza di fumo. Questa forzatura può essere dovuta a differenze di pressione naturali (campionamento in canale d’aria) o forzate da motori aspiranti.
La presenza di fumo viene rilevata o da normali rivelatori di fumo (tipico dei primi) o da sensori a raggi laser. Quest’ultimi riescono ad ottenere un grado di sensibilità notevolmente piu alto dei primi.
Progettazione
Mentre quello da canale aria esce già completo di tutto (vedi foto in alto), dalla camera al tubo di prelievo da montare all’interno del condotto ventilante, il secondo necessità di una tubazione con determinati fori di prelievo a distanza e diametro prestabilito. Lo standard vuole che si adotti un tubo color rosso di diametro esterno da 25 mm.  Con un apposito tools di calcolo, si progetta una tubazione che garantisce un ugual prelievo d’aria per ogni foro anche se posto a differenza distanza dal motorino aspirante.

KONICA MINOLTA DIGITAL CAMERA

Possono essere montati anche dei capillari per fare un punto di prelievo in ambiente con foro nel controsoffitto e tubazione nella parte alta nascosta, rendendo i punti di rilevazione quasi invisibili.
La camera ha all’interno un sensore di flusso dell’aria per poter generare un guasto nel caso che un foro si tappi (calo del flusso) o se la tubazione si rompa (aumento del flusso). Inoltre la velocità di aspirazione dell’aria e la lunghezza del tubo determinano il tempo di trasporto del fumo, cioè dopo quanto tempo viene rilevato l’incendio. Questo non può superare i 120 secondi. Su questa base sono poi nati diversi miglioramenti a secondo delle marche di produzioni. Mi azzardo ad affermare che le case costruttrici leader del mercato non sono molte. Posso citare Xtralis, Wagner, Siemens e poche altre, ognuna con caratteristiche diverse.
La Wagner garantisce per certe macchine l’identificazione del punto dove rileva il fumo (grazie ad una pompa che inverte il fumo). Anche Xtralis riesce a farlo ma usando un sistema di prelievo a capillari (tubini di diametro 6) che al momento di presenza fumo vengono analizzati separatamente. SIemens garantisce una maggiore discriminazione dei falsi allarmi grazie all’utilizzo di due laser di diverso colore (rosso e blu) che identificherebbero la polvere dal fumo:
Accessori
Filtri per l’aria. Pompe invertenti per la pulizia dei fori. Dispositivi per la condensa. Sistemi per la rivelazione dei gas infiammabili.
Vantaggi
Maggior sensibilità. Meno stesura dei cavi. Facilità nelle prove di manutenzione soprattutto nelle zone difficili come controsoffitti e sottopavimenti. Meno componenti soggetti a rottura (difficilmente un tubo si rompe)
Svantaggi
Usura del motorino aspirante. Sporcizia del tubo e intasamento dei fori aspiranti dovuti anche alla normale polvere ambientale. Costo dei pezzi di ricambio alti