Libera informazione sui sistemi di sicurezza

Tag: rivelazione fumi (Pagina 1 di 2)

Cerberus. Rivelatori serie 9

Con la serie 9, la Cerberus esce col suo primo modello di rivelazione indirizzata.
Poco prima degli anni 90, la Cerberus era in grado di indirizzare 50 elementi di rivelazione su una linea a 2 fili schermati.
Permetteva di inserire rivelatori, pulsanti, moduli di ingresso e moduli di uscita. Con loop che poteva essere fino a 1000 m.
Le centrali compatibili erano della serie CS10.
La CZ10 poteva tenere fino a 24 linee indirizzate e volendo in versione loop con aggiunta di una scheda

La base in plastica porta rivelatore era identica per tutti: quello che variava era l’elettronica all’interno, di diversi colori a secondo delle caratteristiche che avevano
ZZ90D – collettivo
ZZ90I – Indirizzabile
ZZ90MI – Indirizzabile con possibilità di collegare sul stesso indirizzo vari rivelatori
ZZ90SI – Rivelatori da collegare a ZZ90MI

Possibilità di collegare i pulsanti AT50MI. Moduli ad 1 ingresso E90MI e moduli ad una uscita E90CI

CERBERUS R930

Col progredire della ricerca si arrivo al primo rivelatore analogico R930, che poteva comunicare se veniva superato il grado di sporcizia possibile

F910
F910 RIvelatore a doppia camera di ionizzazione

Poteva installare anche rivelatori a doppia camera di ionizzazione F910. Furono gli ultimi rivelatori radioattivi, dopo di che la Cerberus non ha più prodotto rivelatori a doppia camera di ionizzazione

Regole da rispettare per la perfetta installazione

Volevo citare alcune buone regole da rispettare per la perfetta installazione di sistemi di allarme (antintrusione, rivelazione incendi, TVCC, ecc), oltre al fatto che tutti i materiali devono essere certificati e gli impianti devono rispettare le norme esistenti nello stato dove viene eseguito.
Possono sembrare banali, ma sicuramente non scontati. Sono dettagli che eviteranno malfunzionamento negli anni.
Ricordiamoci sempre che siamo in presenza di impianti con basse tensione di lavoro e dei loro problemi tipici.

Evitare il più possibile giunzione dei cavi.

Ogni giunzione è un punto debole dell’impianto. Evitarle sempre dove è possibile. Ogni giunzione dovrebbe essere protetta da possibili manomissioni, è un punto critico per le schermature dei cavi per i disturbi, deve essere sempre fatta a regola d’arte.

Giunzioni a regole d’arte

Le giunture dei cavi DEVONO ESSERE STAGNATE, oltre che chiaramente opportunamente isolate. Col tempo, i cavi non saldati tendono ad ossidarsi e ad aumentare la resistenza elettrica, Molti falsi allarmi sono dovuti a giunzioni eseguite male, magari sotto morsetti volanti con i fili attorcigliati e magari l’aggiunta delle resistenze di bilanciamento.

Raddoppio dei cavi per aumentare la tensione

Talvolta per aumentare la sezione dei cavi, capita di vedere raddoppio dei cavi. Questo può al limite funzionare per le alimentazione, ma può notevolmente essere controproducente per il trasporto dei dati. Il raddoppio aumentano notevolmente la capacità complessiva dei cavo che potrebbe alterare i dati ed togliere la loro leggibilità. Talvolta è meglio mantenere una sezione minore.

Calcolo adeguato delle alimentazione e delle sezioni

Con cavi sottili e lunghi tratti, per la legge di Ohm, le tensioni fanno presto a calare. Inoltre se viene a mancare l’alimentazione primaria, si ha un calo della tensione di circa 1 Volt.
I dispositivi antintrusione difficilmente funzionano sotto i 10 volt.
In un impianto che da frequenti falsi allarmi, controllare il mantenimento della tensione nel punti più lontani, con alimentazione a batterie e mentre suonano le sirene.

Attenzione ai puntalini o capicorda

Certamente l’usi dei cosidetti puntalini rende il cablaggio più ordinato, ma se non stretti adeguatamente sono fonti di ossidazioni, falsi contatti ed ossidazioni. Personalmente io li eviteri nei contatti del dati e del bus.

Collegamento e continuità della calza di schermatura

 Collegare la calza a massa oppure al negativo sui cavi usati come bus
– nastrane sempre i cavi alla base della spellatura per evitare che, per esempio, la calza vada a fare contatto dove non deve.
– nastrare sempre i fili non usati per evitare dei corti.
Inoltre la giunta delle schermature DEVE essere fatta, facendo attenzione a non creare i cosiddetti ANELLI di terra che alterano il comportamento dei cavi.

Varie raccomandazioni

– Se il box della centralina è metallico evitare di mettere l’antenna gsm all’interno, questa cosa potrebbe mandare in tilt l’intero impianto: usare l’antenna giusta per ogni tipo di centralina
– evitare se possibile di passare I cavi d’allarme in tubazioni della corrente
– eseguire collegamenti del bus rispettando quanto riportato nel manuale: alcune centrali come la siemens spc ha morsetti appositi AB IN, AB OUT, altre centrali hanno morsetti bus1 e bus2, collegamenti in serie, a stella, ecc
– mai mettere volumetrici vicino o difronte fonti di calore, tende, ecc.. e sopratutto rispettare le altezze.
– mai mettere un volumetrico in angolo vicino o dietro una porta: se la porta viene lasciata aperta il volumetrico potrebbe nn rilevare nulla.
– se il cliente usa le ribalte fare di tutto per montare cm bassi in modo da poter inserire l’allarme con le ribalte aperte

Esser O-1371- Rivelatore ottico di fumo

Questo modello di rivelatore di fumo ottico è abbastanza comune e si trova in molte installazioni.
Eseguendo una apertura nei singoli pezzi risulta una camera di analisi fumi abbastanza curata e molto particolare, frutto di uno studio fatta per migliorare il controllo di fumo dell’aria.

La presenza di una retina evita l’ingresso di insetti all’interno della camera:

MZ24 – centrale rivelazione incendio anni 70

Siamo negli anni 70 ed escono le prime centrale di rivelazione fumi a una zona per piccoli locali.

Presenti tre spie (normale funzionamento, guasto e allarme) e un pulsante di tacitazione.

Il coperchio dava accesso ad un altro pulsante che permetteva di resettare l’allarme.
Semplice ma praticamente indistruttibile!

Curiosa la presenza di circuiti fatti ancora come se fossero costruiti alla maniera semplice di una volta col nastrino

ASD: Sistemi di campionamento aria

I sistemi di rivelazione fumi a campionamento aria sono sicuramente una branchia in via di espansione e in via di continua innovazione. Da quando uscirono i primi sistemi di campionamento negli anni 90 ad oggi, i dispositivi sono passati da qualcosa di empirico e progettato a consigli della casa costruttrice a qualcosa di standard e normalizzato dalla EN54-20.
Questo ha permesso anche ad una standardizzazione dei tubi e dei capillari di previevo
Concetto di funzionamento
Il concetto è semplicissimo. Prelevare forzatamente dell’aria da un ambiante, analizzarlo e vedere se c’è presenza di fumo. Questa forzatura può essere dovuta a differenze di pressione naturali (campionamento in canale d’aria) o forzate da motori aspiranti.
La presenza di fumo viene rilevata o da normali rivelatori di fumo (tipico dei primi) o da sensori a raggi laser. Quest’ultimi riescono ad ottenere un grado di sensibilità notevolmente piu alto dei primi.
Progettazione
Mentre quello da canale aria esce già completo di tutto (vedi foto in alto), dalla camera al tubo di prelievo da montare all’interno del condotto ventilante, il secondo necessità di una tubazione con determinati fori di prelievo a distanza e diametro prestabilito. Lo standard vuole che si adotti un tubo color rosso di diametro esterno da 25 mm.  Con un apposito tools di calcolo, si progetta una tubazione che garantisce un ugual prelievo d’aria per ogni foro anche se posto a differenza distanza dal motorino aspirante.
ATTENZIONE: perchè l’impianto sia a norma, deve essere allegato al progetto il documento di calcolo delle tubazione e rispettare la descrizione fatta con lunghezze, curve, deviazioni e dimensionamento dei tubi

Punto di prelievo a controsoffitto per capillare

Possono essere montati anche dei capillari per fare un punto di prelievo in ambiente con foro nel controsoffitto e tubazione nella parte alta nascosta, rendendo i punti di rilevazione quasi invisibili.
La camera ha all’interno un sensore di flusso dell’aria per poter generare un guasto nel caso che un foro si tappi (calo del flusso) o se la tubazione si rompa (aumento del flusso). Inoltre la velocità di aspirazione dell’aria e la lunghezza del tubo determinano il tempo di trasporto del fumo, cioè dopo quanto tempo viene rilevato l’incendio. Questo non può superare i 120 secondi. Su questa base sono poi nati diversi miglioramenti a secondo delle marche di produzioni. Mi azzardo ad affermare che le case costruttrici leader del mercato non sono molte. Posso citare Xtralis, Wagner, Siemens e poche altre, ognuna con caratteristiche diverse.
La Wagner garantisce per certe macchine l’identificazione del punto dove rileva il fumo (grazie ad una pompa che inverte il fumo e calcola il tempo, dopo la pulizia, per la ricezione nuova del fumo). Anche Xtralis riesce a farlo ma usando un sistema di prelievo a capillari (tubini di diametro 6) che al momento di presenza fumo vengono analizzati separatamente (attualmente fino a 42).

Siemens garantisce una maggiore discriminazione dei falsi allarmi grazie all’utilizzo di due laser di diverso colore (rosso e blu) che identificherebbero la polvere dal fumo:
Accessori
Filtri per l’aria. Pompe invertenti per la pulizia dei fori. Dispositivi per la condensa. Sistemi per la rivelazione dei gas infiammabili.
Vantaggi
Maggior sensibilità. Meno stesura dei cavi. Facilità nelle prove di manutenzione soprattutto nelle zone difficili come controsoffitti e sottopavimenti. Meno componenti soggetti a rottura (difficilmente un tubo si rompe)
Svantaggi
Usura del motorino aspirante. Sporcizia del tubo e intasamento dei fori aspiranti dovuti anche alla normale polvere ambientale. Costo dei pezzi di ricambio alti

Rivelazione fumi: UNI9795 e UNI11224

Progettare, installare e fare manutenzione agli impianti di rivelazione fumi non è semplice, anzi bisogna essere dei professionisti!
A rendere la “vita difficile”, ma non impossibile, sono queste due norme che gestiscono questo campo.
Ogni impianto deve essere progettata secondo le norme UNI9795 e collaudato e mantenuto secondo le UNI11224.
Sono norme in vigore da quasi 20 anni, ma alcuni ancora le ignorano.
Avere un impianto che risponde alle norme (e credetemi sono tante) vuole dire dire sicurezza.
Spesso si ignora che in casi gravi di incendio, le forze dell’ordine e le assicurazione vanno a controllare se i dispositivi di sicurezza erano a norme e mantenuti bene e si rifanno alle normative presenti.
Questi impianti non possono essere fatti e mantenuti da chiunque!!

Gli installatori

Innanzitutto per installare gli impianti antincendio bisogna essere inscritti alla camera di commercio e possedere la lettera G, qualifica propria degli impianti antincendio.
Poi ogni impianto deve essere fatto seguendo un progetto redatto da un progettista qualificato, che verifica la copertura dei sensori e il posizionamento secondo le UNI9795 vigenti e che le richieste del cliente possano concordare con l’obbligarietà delle normative presenti
Questo progetto deve contenere la planimetria dell’edificio, la descrizione dell’impianto e dei materiali utilizzati e le logiche di funzionamento delle varie attuazioni. E se vengono utilizzati degli ASD, deve essere presente anche il progetto sul calcolo dei tubi aspiranti
Progetto indispensabile da associare alla dichiarazione di conformità dell’impianto

A cosa serve il progetto??

La UNI11224 pone come cosa indispensabile la presenza del progetto. Ne richiede il controllo ad ogni visita di manutenzione della rispondenza con lo stato attuale e ne richiede l’adattamento se viene riscontrata una modifica strutturale dell’edificio o anche un cambio dello stato d’uso dei locali (es: al posto del bagno viene fatto un ripostiglio).
Su questo e sulla data del collaudo dell’impianto pone la basi tutte le tempistiche di manutenzione e revisione dell’impianto, cambiando la quantità di rivelatori da testare e imponendo una revisione ogni 12 anni

Professionalità anche del tecnico manutentore

Anche chi fa manutenzione deve essere preparato. Sapere  le norme ti guida nella compilazione dei moduli previsti della UNI11224 (allegato A e B), comprendenti le prove minime e tassative da eseguire per ogni visita.
Deve conoscere i dispositivi su cui operare avendo seguito corsi adeguati.
Obbligatorio essere provvisto degli strumenti adeguati e consigliati da casa costruttrice per provare i vari dispositivi

Elenco norme impianti antincendio

Ecco un po’ di norme da conoscere e rispettare per chi installa e manutenziona impianti antincendio. Come vedete nulla è lasciato al caso, dal materiale alla manutenzione, passando dalla progettazione.

Norma UNI EN 54-1 – Introduzione
Norma UNI EN 54-2 – Centrale di controllo e segnalazione
Norma UNI EN 54-3 – Dispositivi sonori di allarme incendio
Norma UNI EN 54-4 – Apparecchiatura di alimentazione
Norma UNI EN 54-5 – Rivelatori di calore – Rivelatori puntiformi
Norma UNI EN 54-6 – Rivelatori di calore termovelocimetrici
Norma UNI EN 54-7 – Rivelatori di fumo – Rivelatori puntiformi funzionanti secondo il principio della diffusione della luce, della trasmissione della luce o della ionizzazione
Norma UNI EN 54-8 – Rivelatori di calore a soglia di temperatura elevata.
Norma UNI EN 54-9 – Prove di sensibilità su focolari tipo.
Norma UNI EN 54-10 – Rivelatori di fiamma – Rivelatori puntiformi
Norma UNI EN 54-11 – Punti di allarme manuali
Norma UNI EN 54-12 – Rivelatori di fumo – Rivelatori lineari che utilizzano un raggio ottico luminoso
Norma UNI EN 54-13 – Valutazione della compatibilità e connettività dei componenti di un sistema
Norma UNI EN 54-14 – Linee guida per la pianificazione, la progettazione, l’installazione, la messa in servizio, l’esercizio e la manutenzione
Norma UNI EN 54-15 – Rivelatore multisensore
Norma UNI EN 54-16 – Apparecchi di controllo e di segnalazione per i sistemi di allarme vocale.
Norma UNI EN 54-17 – Isolatori di corto circuito.
Norma UNI EN 54-18 – Dispositivi di ingresso/uscita da utilizzare per percorsi di trasmissione di sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio
Norma UNI EN 54-20 – Rilevatori di fumo ed aspirazione (ASD)
Norma UNI EN 54-21 – Apparecchiature di trasmissione allarme e segnalazione di guasto e avvertimento
Norma UNI EN 54-22 – Cavi termosensibili
Norma UNI EN 54-23 – Dispositivi visuali di allarme incendio
Norma UNI EN 54-24 – Componenti di sistemi di allarme vocale. Altoparlanti.
Norma UNI EN 54-25 – Componenti che utilizzano collegamenti via radio.
Norma UNI EN 54-26 – Rivelatori per il monossido di carbonio – Rivelatori puntiformi
Norma UNI EN 54-27 – Rivelatori di fumo nelle condotte
Norma UNI EN 54-28 – Rivelatori lineari di calore non ripristinabili
Norma UNI EN 54-29 – Rivelatori combinati – Rivelatori puntiformi utilizzanti la combinazione di sensori per fumo e calore
Norma UNI EN 54-30 – Rivelatori combinati – Rivelatori puntiformi utilizzanti la combinazione di sensori per monossido di carbonio e calore
Norma UNI EN 54-31 – Rivelatori combinati – Rivelatori puntiformi utilizzanti la combinazione di sensori per il fumo, monossido di carbonio e opzionalmente calore
Norma UNI EN 54-32 – Pianificazione, progettazione, installazione, messa in servizio, esercizio e manutenzione dei sistemi di allarme vocale


Norma UNI 9795:2021 – Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio – Progettazione, installazione ed esercizio
Norma UNI 11224:2019 – Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio – Controllo Iniziale e Manutenzione
Norma UNI EN671-3:2009 – Sistemi fissi di estinzione incendi – Sistemi equipaggiati con tubazioni – Parte 3: Manutenzione dei naspi antincendio con tubazioni semirigide e idranti a muro con tubazioni flessibili
Norma UNI 10779:2014 – Impianti di estinzione incendi – Reti di idranti – Progettazione, installazione ed esercizio
Norma UNI 11292:2008 – Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio – Caratteristiche costruttive e funzionali
Norma UNI 11280:2012 – Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di estinzione incendi ad estinguenti gassosi
Norma UNI/TS 11512:2013 – Impianti fissi di estinzione antincendio – Componenti per impianti di estinzione a gas – Requisiti e metodi di prova per la compatibilità tra i componenti
Norma UNI EN 12094 – Sistemi fissi di lotta contro l’incendio – Componenti di impianti di estinzione a gas
Norma UNI EN 12259 – Installazioni fisse antincendio – Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo d’acqua
Norma UNI EN 12416-2:2007 Sistemi fissi di lotta contro l’incendio – Sistemi a polvere – Parte 2: Progettazione, costruzione e manutenzione
Norma UNI EN12845:2009 – Installazioni fisse antincendio – Sistemi automatici a sprinkler Progettazione, installazione e manutenzione
Norma UNI EN 13565-2:2009 Sistemi fi ssi di lotta contro l’incendio – Sistemi a schiuma – Parte 2: Progettazione, costruzione e manutenzione
Norma UNI CEN/TS 14816:2009 Installazioni fisse antincendio – Sistemi spray ad acqua – Progettazione, installazione e manutenzione
Norma UNI CEN/TS14972:2011 Installazioni fisse antincendio – Sistemi ad acqua nebulizzata – Progettazione e installazione
Norma UNI EN 15004 – Installazioni fisse antincendio – Sistemi a estinguenti gassosi
Norma UNI ISO 15779:2012 Installazioni fisse antincendio – Sistemi estinguenti ad aerosol condensato – Requisiti e metodi di prova per componenti e progettazione, installazione e manutenzione dei sistemi – Requisiti generali
Norma UNI EN 13501-1 – Classificazione al fuoco di prodotti ed elementi da costruzione. Parte 1. Classificazione in base ai risultati delle prove di resistenza al fuoco.

Software di programmazione centrali licenziato: si o no

Software di programmazione centrali licenziato: si o no?

Al giorno d’oggi, per programmare le centrali di sicurezza occorrono degli applicativi sui computer.
Per scelta delle ditte costruttrici, questi programmi possono essere free oppure licenziati, sia con chiave fisica (dongle) oppure con registrazione in internet.
Cerchiamo di vedere vantaggi e svantaggi di queste scelte aziendali, sia dal punto di vista dell’installatore che del cliente

APPLICAZIONE FREE

Ognuno può programmare le centrali e non sei vincolato ad un installatore.
Piu facilità a trovare assistenza. Più gente che ci lavora, meno professionalità dei tecnici ma minor costo (magari le modifiche può farlo anche il cliente).
Minor costo di attivazione (liberi dai costi della licenza)
Maggior concorrenza / possibilità di centri di installazione e manutenzione.
Impianto leggermente più economico ma leggermente meno sicuro

APPLICAZIONE LICENZIATA

Investimento dell’installatore nell’acquisto della licenza.
Numero ristretto di persone abilitate alle riparazioni e manutenzioni dell’impianto
Maggior costo di installazione (aumentati dai costi di licenza)
Maggior sicurezza per l’impianto (chi ha investito sulla marca, di solito, la presa come riferimento ed installandola sempre, riesce prima a trovarne guasti e problemi)
Minor concorrenza e maggior professionismo degli installatori.
Tecnici più cari, ma con maggior professionismo.
Impianto leggermente meno economico ma leggermente più sicuro

Se avete altre impressioni da aggiungere, potete liberamente inserirle nei commenti

Voglio fare il tecnico per impianti di sicurezza

Fare il tecnico per impianti di sicurezza può essere un mestiere interessante, ma purtroppo non si impara a scuola. In questo articolo citerò tutte le richieste tecniche che bisogna sapere per poter diventare un buon tecnico di sicurezza. Tratterò solo le conoscenze tecniche, perché quelle legali direi che sono obbligatorie.
Purtroppo oggi c’è la tendenza a vendere impianti fai da te, auto installabili, miracolosi e super-economici.  Senza considerare che per installare un ottimo impianto bisogna aver conoscenze di…..

Elettrotecnica:

sia teorica che pratica. Dal calcolo degli assorbimenti per il giusto dimensionamento dei cavi e alimentatori al fissaggio delle apparecchiature con trapano e tasselli

Elettronica:

Conoscenza e principi di funzionamento delle comunicazioni seriali (RS485, RS 232, ecc). Circuiti stampati, integrati, uscite open-collector o controllato da bilanciamento resistivo. Diodo e relè.

Informatica:

Oggi non esiste più una centrale che non si programma con un computer. Conoscenza dei programmi base di Microsoft Office. Interfacciamento con cavi seriali, USB e RJ45

Radiofrequenza

Con tutti i sistemi wireless di oggi e i collegamenti via radio, oggi bisogna avere un minimo di conoscenza anche sulla radiofrequenza. Trasmissione, caratteristica delle onde elettromagnetiche

Telefonia (fissa e cellulare)

I sistemi di allarmi trasmettono tramite combinatori telefonici su linea normale o GSM. Inoltre, quelli di nuova generazioni offrono particolari funzione su smartphone.

Programmazione

Logica booleana, un minimo di concetto database e SQL. Protocolli di comunicazione (Modbus, Scada, Bacnet, ecc)

Reti informatiche.

Switch, router, protocolli TCP/IP, UDP, indirizzo IP, gateway o mac-adress, I-Cluod. Col spostarsi del mondo del TVCC dall’analogico al digitale, queste informazioni sano diventate basilari.

Conoscenza delle normative

Gli impianti devono rispondere a tutte le normative vigenti in Italia nel momento della attivazione (Norme CEI, UNI, ecc)

Ottica

Messa a fuoco, profondità di campo, bilanciamento del bianco. Per avere immagini sempre chiare ed utili per il compito che devono svolgere

Termotecnica e idraulica:

Chi fa impianti antincendio può capitare di lavorare con impianti di spegnimento. Essere in grado di riconoscere eventuali errori o pericoli, può essere utile. Inoltre, i sistemi di campionamento aria sono formati da lunghi tubi aspiranti dove entrano in gioco differenze di pressione minime

Inglese:

In Italia esiste l’obbligo di rilasciare il manuale utente in italiano, ma non quello tecnico. Quelli tecnici sono sempre in inglese e, se sei fortunato, anche in italiano. Alcune marche, non prodotte in Italia, hanno anche il supporto tecnico in inglese perciò, oltra che a capirlo, bisogna saperlo scrivere e parlare

ma il più importante è l’esperienza

consiglierei sempre di non iniziare da zero, ma di unirsi a chi fa questo lavoro da anni. Trovare le motivazioni dei malfunzionamento sporadico o dei falsi allarmi, è un’arte che si impara solo col tempo

ASD: perchè fare rivelazione incendi con questa tecnologia?

In tutti i capitolati recenti, dilagano i progetti con la rivelazione incendi con sistemi ASD. Eppure esistevano anche vent’anni fa.
Dando per scontato come funzionano, già spiegato in un precedente articolo, la rivelazione incendi può essere sicuramente più veloce rispetto quella tradizionale puntiforme.
E’ stata creata una classificazione di questi apparati in lettere:
Classe A: Sensibilità minore a 0,8 OBS/m
Classe B: Sensibilità da 0,8 a 2 OBS/m
Classe C: Superiore a 2 OBS/m
Significa che un progetto di un impianto di rivelazione incendi a campionamento aria di clesse C (il meno sensibile) riesce a rilevare una oscurazione dell’aria (dovuta a particelle volatili) pari o maggiore al 2% per metro. Questa è la soglia minima necessaria per allarmare un classico sensore antincendio certificato EN54-7

Impianto e non sensore

Come potete notare ho indicato impianto e non sensore. Infatti tutti i sistemi di campionamento devono essere accompagnati da un progetto (che si esegue con il tools di progettazione allegato alla centralina d’aspirazione) dove vengono citati:
Classe richiesta di progettazione, lunghezza e stesura dei tubi di campionamento, diametro con posizionamento dei fori.

Motivi dell’attuale richiesta

Certificazione degli impianti EN54-20 e riconoscimento nella UNI9795:2913
Minor costo di vendita.
Maggior precisione nella rivelazione

Dove installarlo

Inizialmente veniva indicato solo per i CED e le camere bianche. Adesso è preferito per la rivelazione nei controsoffitti, nei sottopavimenti e nei cavedi, nonché in edifici molto alti.
Il tutto per la facilità della manutenzione. La centralina viene posizionata ad altezza uomo e non occorre ponteggi per arrivare in altezza. La manutenzione può essere effettuata più facilmente: se l’impianto è fatto a regola d’arte viene allungata la parte terminale del tubo dall’ultima parte ed installato un tappo svitabile. Togliendolo si verifica la segnalazione di guasto e immettendo fumo si prova il sensore nella condizione massima di lunghezza del tubo. Il tutto senza utilizzo di scale. Segnandosi il flusso di aria, si può verificare il calo e l’aumento nel tempo (simbolo di ostruzione o daneggiamento del tubo)

Novità

La tecnologia del campionamento è attualmente in continuo sviluppo. Alcune case propongono soluzioni nuove come la rivelazione dei gas, il miglioramento della discriminazione di falsi allarmi con utilizzo di laser a diversa lunghezza d’onda (e colore), l’identificazione del foro in allarme contando i secondi di attesa dalla rivelazione del fumo

« Articoli meno recenti