NITTAN ST-P-AS
Smoke Sensor – Rivelatore di fumo analogico indirizzabile Casa Costruttrice NITTAN
Rivelatore di fumo di tipo ottico e indirizzabile
Scelta del numero di indirizzo tramite dipswitch website
Modello fuori produzione
Compatibile con Centrale Elmo anni 90 – Probabilmente adottava lo stesso protocollo di comunicazione su bus
Certificazioni: EN54 – CE – LPCB
Rivelatore di fumo analogico R930 (smoke detector) Tipo: analogico indirizzabile Fabbricazione: circa anno 1995 Ditta fabbricatrice: Cerberus (in seguito assorbita dalla Siemens intorno al 2000) Compatibile con le basi Z90MI – Centrali serie CS10 – Cerberus Certificazioni: EN54-7 LPC Vds FM Particolarità: Primo tentativo per Cerberus di sensore analogico. Controllava la sua efficienza e, se non rientrava nei parametri, comunicava un guasto alla centrale. Fino a 50 rivelatori su linea a due fili. Identico come forma al R936 più economico ma non analogico.
Rivelatore di calore BTA/206 (Heat detector) Tipo: analogico indirizzabile Fabbricazione: circa anno 2000 Ditta fabbricatrice: Sira elettronica (in seguito assorbita dalla Elkron che a sua volta è stata acquistata dalla Urmet) Compatibile con centrale Area 54 sempre costruito dalla ditta Sira Certificazioni: EN54- 6 – CE Particolarità: Scheda trattata con cera o vernice oleosa per proteggere da umidità. Doppio sensore termico. Microprocessore della serie PIC. Relais Reed per test
Particolare di un rivelatore di fumo DOT1151A-EX aperto. Si vede il sensore termico, la camera di analisi fumo protetta da una rete metallica. Il rivelatore è indirizzabile su linea interattiva con protezione Ex-i. Max linea 32 rivelatori(EN54)
Ecco uno dei primi estrattore di rivelatori di fumo FES5B Cerberus anni 70. Uno dei problemi tipico degli impianti antincendio è come sostituire tutti i rivelatori, soprattutto se posti a parecchi metri da terra. Invece di utilizzare la scala, Cerberus aveva ideato un dispositivo per montare e smontare i rivelatori in altezza con l’aiuto di una asta isolata per evitare eventuali folgarazioni in presenza di cavi elettrici scoperti. Considerando poi che la serie FES5B, oltre che a essere molto radioattiva, aveva un’alimentazione a 220 Volt in corrente continua, l’asta di garantiva un grado di sicurezza in più:
Erano vere opere di ingegnieria meccanica. Lo sgancio avveniva premendo il rivelatore contro lo zoccolo che rallentava la tenuta di tre dentini metallici posti nella parte svasata dell’estrattore
Il rivelatore era ad infilaggio diretto e non occorreva ruotarlo per fissarlo. Per toglierlo si scaricava la molla e i dentini permettevano di stringere il rivelatore e di smontarlo. Con l’asta sono personalmente riuscita a sfilare e rimontare rivelatori fino a 7 metri di altezza senza utilizzo di scale (solo un leggero male al collo a forza di stare a testa in su).
Anche per le serie successive, venne sempre studiato un dispositivo per smontare e montare rivelatori in altezza. Addirittura comparvero dei adattatori per zoccoli per adattare le vecchi basi ai nuovi rivelatori
Se adesso acquisti una centrale antincendio e sei un tipo fortunato ti ritrovi un pezzo di gommapiuma adesiva con due o tre fusibili. E’ il kit di materiale di ricambio che puoi contare al massimo. Anni fa non era così, forse anche perché le centrali avevano vari componenti facilmente deteriorabili. Aprendo la vecchia SFB della Cerberus ti trovavi una scatolina verde, con all’interno vari parti di ricambio Oltre ai classici fusibili di cui avevi una ampia scorta e scelta di valore, avevi la parte dedicata alla lampadine. I led ancora non c’erano e le lampadine, perennemente accese, facilmente si bruciavano
Notare che le lampadine erano del tipo speciale a doppio filamento, di diversa intensità. C’era quello illuminante, facilmente deteriorabile e quello sovradimensionato che si accendeva appena. Era una maggiore sicurezza. Visto che l’accensione poteva indicare un guasto o ancor più un incendio, non poteva NON ACCENDERSI. Se si bruciava il filamento illuminante, si riusciva a vedere lo stesso la segnalazione grazie alla leggera luce come una brace. Era compito del tecnico di manutenzione controllare che tutte le lampadine si accendessero, durante la visita di manutenzione. Questo serve anche a spiegare la funzione assai insolita che c’è ancor oggi di test lampade. Coi led ormai non capita più che una spia non funzioni ma a quei tempi si. Successivamente, con le altre centrali KB, create con l’esistenza dei transistor ma non ancora dei LED, sostituirono le lampadine con doppio filamento, assai costose perché particolari, con due lampadine accoppiate. Impossibile che si bruciassero tutte e due. Tornando alla scatola, completava la fornitura, il cacciavite per fissare i rivelatori perchè non si filassero a causa di urti.
Per la preparazione di un rilevatore di fumo cotto al vapore occorre: 1 rilevatore di fumo 1 camera di campionamento per canala.
Posizionare il rilevatore di fumo all’interno della camera di campionamento d’aria per canale di areazione. Installare tale camera in prossimità di un umidificatore di aria. Lasciare acceso per 4 o 5 ore l’umidificatore di aria avendo cura di spegnere la ventilazione. Il vapore rienpierà la camera d’aria innalzando la temperatura e permettendo la cottura del rivelatore fino alla fusione. Per la storia, il rilevatore ha segnalato allarme per 2 ore, dopo di che ha emesso l’ultimo spirito di vita passando a segnalazione di guasto in eterno. Il resto della linea di rivelatori è rimasta indenne Onore alle armi per il rivelatore