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Prenderesti in manutenzione un impianto che non conosci?

Prenderesti in manutenzione un impianto che non conosci?

Ti è capitato di avere un’occasione di essere interpellato per prendere in manutenzione un impianto antifurto o antincendio, di cui non conosci marca e prodotto? Sono occasioni che capitano poche volte nella vita e la tentazione di acquisire un nuovo cliente preme particolarmente, soprattutto al giorno d’oggi.
Però prima, devono sorgerti ed è obbligatorio farsi delle domande.

Conosco il materiale con cui è fatto l’impianto?

Acquisire un impianto vuole dire garantire al cliente, oltre che la manutenzione, la risoluzione di eventuali falsi allarmi e guasti. Non sempre il cliente ha il progetto e la documentazione dell’impianto in possesso. A volte non possiede neanche i codici di installazione. Con la miriade di marche non è possibile conoscere tutte le centrali.
Vale la pena rischiare? Se propongo di rifare l’impianto, lo accetta o passerà ad un altro?

In che stato è l’impianto?

All’acquisizione di un nuovo impianto occorre fare sempre un verbale di presa in consegna, dedicandoci il tempo che occorre e documentare, magari anche con foto, lo stato dell’impianto. Controllare anche i cablaggi, lo stato dei cavi e di eventuali box di giunzione, in particolar modo se all’esterno. Così potrete giustificare eventuali imprevisti che richiedono una manutenzione straordinaria al sistema in caso il cliente voglia spiegazioni sulle spese.
Controllare se il materiale di ricambio è ancora in produzione o almeno reperibile, soprattutto per impianti molto grandi. Essere in possesso dei software di programmazione, altrimenti con certe centrali non sei in grado di fare nulla.

Perchè il cliente ha voluto cambiare la ditta manutentrice?

Forse è questa la domanda più importante. Scoprire la motivazione reale può aiutare molto nella tua decisione.
Era scontento dell’altra ditta o voleva strappare un prezzo più basso?
Prima aveva fatto dei controlli semestrali oppure è da dieci anni che nessuno verifica l’impianto?
Cerca professionalità o solo di risolvere o tamponare un problema?
Vale la pena rischiare?

Ma se tu fossi il cliente, affideresti il tuo impianto a chi non si pone queste domande? Che affidabilità può darti uno che afferma di sapere tutto?

Attenti alle offerte sui sistemi antifurto

In questi ultimi mesi, si sente parlare di sistemi antifurto in offerta speciale. Ma cosa esattamente si nasconde dietro a tutto ciò? Ammetto che talvolta ci sono occasioni fatte da veri professionisti, ma il più delle volte bisogna stare attenti a non cadere in certi fraintendimenti, soprattutto se non si è esperti in materia.
Vediamo i casi più frequenti.

IMPIANTO o VENDITA DI ABBONAMENTO MENSILE DI SORVEGLIANZA?


Inizialmente fu uno solo, ma ultimamente altre associazioni si stanno organizzando. Propongono di venderti ad un prezzo eccezionale, un sistema di antifurto e poi, con la scusa che senza alcuno che riceve gli allarmi, ti vendono un abbonamento mensile da un similar istituto di vigilanza. Per di più, di dicono che ne curano la manutenzione e ti gestiscono la trasmissione degli allarmi, monopolizzandoti l’impianto. Un giorno che non vuoi più il servizio, ti ritrovi con un sistema inutilizzabile.
L’idea base è in parte giusta: una volta che ha rilevato una effrazione, un sistema di antifurto deve avere un punto di riferimento a cui trasmettere l’allarme ma non per questo deve essere monopolizzato. Devi decidere tu a chi inviarlo: puoi scegliere di essere indipendente e gestirti gli allarmi da solo o tramite conoscenti, oppure rivolgerti ad istituti di vigilanza di tua scelta. Vi ricordo che esiste anche una certificazione degli istituti di vigilanza, che ne garantiscono l’efficenza e la gestione degli allarmi. La UNI10891 non era presente in questi istituti di vigilanza (può darsi che nel frattempo abbiano provveduto)

INSTALLAZIONE PROFESSIONALE

Un sistema antintrusione efficiente deve essere progettato, installato e certificato. Progettato per coprire tutti i possibili buchi di intromissione dei ladri da persone esperte. Installato in modo preciso perché i sensori adeguati e ben posizionati possono funzionare al cento per cento delle loro capacità. Certificato perchè si tratta di un impianto soggetto a certificazione. Sempre più, al giorno d’oggi, dilagono i personaggi fac-totum: dall’impianto antintrusione all’idraulico passando per l’imbianchino e il dentista. State molto attenti a queste persone…..

TUTTI IMPIANTI WIRELESS!!!

Oggi molti spingono sugli impianti totalmente wireless. Vengono illustrati come maggiormente tecnologici ma in realtà sono solo più veloci da installare. Un buon impianto deve avere una parte filare, soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione della centrale e delle sirena. La centrale da preferire è la cosiddetta ibrida che supporta sia sensori filari che wireless

KIT FAI DA TE

A meno che non sei un esperto e il posto da proteggere è piccolo, i kit fai da te non sono consigliabili. Trattandosi quasi tutti di sistemi wireless, dopo devi fargli la manutenzione e sostituire le batterie. Devi sapere come montarli, ecc,ecc

SISTEMI RIVOLUZIONARI SUBSONICI

Diffidate da sistemi dove un unica centrale, posta al centro di una abitazione riesce a rilevare intrusioni percependo rumori o minime variazioni di pressione ambientali. Basta studiare un minimo di fisica per capire che certi impianti hanno notevoli buchi di azione. E se ti dimentichi le finestre aperte? I fori di areazione obbligatori delle cucine?
Dirai che se lasci aperto una finestra, anche un tradizionale impianto ha un buco di sicurezza ma, al contrario, o questo non si inserisce illustrandoti la dimenticanza o protegge lo stesso l’ambiente dalle intromissioni

Antifurto: errori da non commettere

Antifurto: errori da non commettere.

Facendo manutenzione a moltissimi impianti antintrusione, ho notato frequenti errori. Ho fatto di seguito un elenco con la speranza che possa essere utile.

Infrarosso installato sopra termosifoni

Il volumetrico all’infrarosso funziona percependo il calore emesso dal corpo umano. Il calore emesso dal termosifone potrebbe generare falsi allarmi

Micronde con direzione all’esterno area protetta

Le micronde generate dal volumetrico passano attraverso i muri. Persone che passano all’esterno potrebbero influenzare il volumetrico

Sirene interne installate nello stesso locale della centrale

Facile da installare per la riduzione dei cavi, è una guida ai ladri per identificare subito la centrale e sabotarla.

Sirene esterne con cavo di collegamento a vista

La sirena da esterno deve essere montata SUL foro di uscita del cavo di collegamento, per avere il massimo della protezione

Sirena con luce che si accende a impianto inserito ( e rimane accesa)

Mai mettere a conoscenza all’esterno lo stato del tuo impianto. E se un giorno vai via e ti dimentichi di inserire l’antifurto??
Questa spia, se presente, deve funzionare qualche secondo, solo all’atto di inserimento e disinserimento dell’impianto, per l’utilizzatore.

Falsi sensori

Se montate sensori finti o non collegati, montateli in modo plausibile. I ladri non sono ignoranti: conoscono anche loro come identificarli

Codici di disinserimento scritti sulla tastiera

Incredibile, ma vero!! Se non palese come nella foto, molti codici sono scritti dietro lo sportellino della tastiera, come se il ladro non lo dovesse MAI aprire

Codici di disinserimento banali

Il 50% degli impianti ha codici tipo 11111 o 1234. Io consiglio  sempre, almeno, di mettere la data di nascita o del matrimonio o di nascita del figlio. Qualcosa di facile da ricordare ma non banale. Per fortuna che certe centrali non permettono l’immissioni di codici facili

Cambiare sempre tutti i codici di default delle centrali

Non lasciare mai i codici di default della centrale (trovabili facilmente su internet). Pretendere di essere a conoscenza anche del codice installatore e cambiarlo o bloccarlo (nelle centrali che lo permettono)

Antifurto: come è fatto

Antifurto: ecco le parti principali in cui è costituito un impianto antintrusione:

Centrale

Ecco il cervello principale del sistema. Questa “scatola elettronica” riceve tutte le segnalazioni dai vari sensori e decide se è il momento giusto per far scattare l’allarme. Gestisce i collegamenti con i componenti del campo, gestisce programmi orari di inserimento e disinserimento, gestisce iterazioni con altri componenti (DVR, telecamere, controllo accessi, ecc..).
Esistono centrali filari, wireless (senza utilizzo di cavi tramite collegamento via radio) o ibride cioè filari e wireless insieme.
Possono essere ampliabili grazie l’utilizzo di interfaccie dislocabili in campo, riducendo la stesura dei cavi

Gruppo di alimentazione supplementare

E’ quello che permette la continuità del funzionamento anche in mancanza di corrente (interruzione elettrica volontaria o involontaria). Mantiene in carica una batteria, supervisiona lo stato di carica e la utilizza in caso di necessità.

Linea Bus

Collegamento su cui girano tutte le informazioni digitali fra i vari componenti. Solitamente è un cavo bianco a 4 fili (2x1mm + 2X0,22 mm)

Tastiera

Tastiera munita di un piccolo schermo alfanumerico attraverso il quale si può comunicare con la centrale. Inserimento, disinserimento, esclusione sensore guasto, programmazione, ecc. Si accede a questo dopo l’inserimento di un codice numerico impostato dal cliente.

Sensori.

Sono i componenti dislocati in campo che rilevano gli allarmi e lo comunicano alla centrale. Possono essere collegati con un cavo direttamente alla centrale o ad una  interfaccia collegata sulla linea Bus (per impianti grandi). Viene utilizzato il tipico collegamento a doppio bilanciamento per garantire la sicurezza. Questi sensori possono essere di vario tipo, a secondo di cosa devono rilevare (movimento di una persona, apertura di una porta, rottura di un vetro, ecc). Possono essere anche wireless, cioè comunicano con la centrale via radio grazie l’utilizzo per alimentazione di una batteria. Minor stesura di cavi a discapito di minor efficienza e più alto costo di manutenzione (le batterie vanno cambiate periodicamente)

Inseritore

Componente molto più semplice della tastiera, utilizzato per inserire e disinserire l’impianto. Normalmente è una chiave elettronica o un semplice telecomando (wireless)

Sirena

Possono essere interne o esterne. Autoprotette da atto vandalico (sono le prime colpite in caso di scasso o furti), autoalimentate da batterie, con lampeggiante. Le più performanti hanno dispositivi antischiuma, antiperforamento e antivibrazione)

Trasmettitore allarmi

Dispositivo posto nelle vicinanze della centrale (se non integrato con la stessa), atto a trasmettere un eventuale allarme a chiunque si desideri. SI possono trasmettere messaggi vocali, sms, immagini. Le nuove centrali permettono interfacciamento con smartphone, con gestione degli allarmi dal telefono e visualizzazione di telecamere per capire se si tratta di un falso allarme

Cose da sapere prima di acquistare un antifurto da casa

Permettetemi di dire alcune cose da sapere prima di acquistare un antifurto da casa.
In trentacinque anni di installatore di sistemi di sicurezza, mi sono fatto una discreta esperienza del campo. Ecco alcuni punti su cui riflettere prima di procedere all’acquisto.

Conta il materiale ma soprattutto l’installazione:

E’ vero che il materiale di qualità conta, ma soprattutto conta la giusta installazione.

La progettazione e l’installazione dei sensori deve essere fatta da persone esperte, altrimenti l’errato montaggio crea falsi allarmi o, ancora peggio, facili passaggi in zone non protette.
Dove ci sono pochi valori da proteggere, può essere sufficiente un kit acquistato già pre-programmato.
Ma se avete alti valori da salvaguardare  affidatevi a ditte che da anni lo fanno come mestiere. Il nostro lavoro è molto professionale e l’esperienza è un fattore importante

Wireless o no wireless?

Al giorno d’oggi, la tecnologia ha fatto enormi passi in avanti nella sicurezza degli impianti wireless (ovvero senza fili). I sensori, alimentati da batterie, possono essere installati senza riempire la casa di canaline e cavi antiestestici.
Ma ricordatevi che un sensore tradizionale funzionerà sempre meglio di uno wireless.

Esistono possibilità di programmazioni per i nuovi dispositivi su bus di taratura che garantiscono adattabilità per i posti difficile che i wireless non hanno.
Perciò, ove possibile, preferite sempre i sensori tradizionali a linea bilanciata o quelli su bus.
Diffidate dell’installazione totalmente wireless. Spesso serve a giustificare una più veloce installazione permettendo prezzi più bassi. Inoltre sappiate che le batterie durano dai 2 ai 6 anni, a secondo di quante volte questo sensore viene allarmato. Le batterie dei sensori arrivano a costare anche 40 euro l’una. Io consiglio sempre una centrale ibrida, ampliabile, dove si possono installare sensori wireless e tradizionali

Impianto antifurto o servizio antifurto con servizio di protezione?

Ultimamente il mercato ci sta riempendo di impianti a prezzi stracciati, collegati ad istituti di vigilanza che controllano l’efficienza e gestiscono gli allarmi.
Attenzione: questi sistemi sono validi se sei disposto a pagare mensilmente su servizio di assistenza a questo istituto di vigilanza del valore di circa 50 euro mensili per minimo 36 mesi.
Perciò attenti a cosa acquistate e cosa volete acquistare. Se vi serve un servizio di vigilanza va benissimo, affidandovi ad un istituto di vigilanza certificato, ma se gli allarmi volete gestirli voi col vostro telefonino o quello di parenti, questi non fanno il caso vostro.
D’accordo che gli impianti normali vanno seguiti da un servizio di manutenzione (vedi in basso), ma i costi sono molto più bassi

Manutenzione:

Se acquisti un impianto antifurto devi pensare anche ad una ditta che ne faccia manutenzione. (ad un prezzo ragionevole). Serve soprattutto per le urgenze, quando il sistema impazzisce ed inizia a suonare a vanvera. Perciò vi consiglio di contattare una ditta locale, che abbia un numero di reperibilità e che faccia sicurezza di mestiere. Poi, sarebbe anche meglio, se questa ditta fosse anche quella che ve lo ha installato (informatevi nel momento della contrattazione per l’acquisto)

Documentazione

Chiedi sempre se nel prezzo è prevista una certificazione dell’impianto e tutti i manuali di utilizzo della centrale e dei sensori. 
Tutto il materiale deve essere certificato per l’Italia, soprattutto il wireless

Si fa presto a dire perimetrale esterno

Si fa presto a dire perimetrale esterno in un impianto antintrusione: infatti sotto questo nome si può intendere una varietà di sensoristica funzionante con diverse tecnologie. con i propri vantaggi e svantaggi.
Il problema principale è che, essendo all’esterno, sono più portati a generare falsi allarmi.
Proviamo a fare un elenco con vantaggi e svantaggi:

Barriere lineari

Si dividono in piccola portata e grande portata. Piccola portata (max 3-4 metri) servono per proteggere finestre o porte. Grande portata possono raggiungere anche 200 metri e proteggono giardini e campi.
Entrambe sono costituiti da due parti, una ricevente e l’altra trasmittente, che creano una specie di barriera che, se attraversata genera l’allarme. Per piccole portate si basano su raggi infrarossi, mentre per grandi portate possono essere anche a micronda o doppia tecnologia (infrarosso e micronda), per diminuire i falsi allarmi. L’infrarosso tende ad oscurarsi con la nebbia, mentre la micronda tende ad allargare il suo fascia di azione uscendo dalla zona protetta. (vicinanza con strade e linee ferroviarie)
Ideali per lunghi perimetri
Possibili falsi allarmi per nebbia, animali, erba alta o fronde di alberi vicino allle barriere.

Volumetrico da esterno

Il principio di funzionamento è come quello interno, ma più filtrato grazie all’utilizzo, quasi obbligatorio, dell’accoppiata micronda ed infrarosso. Coprono fino a 20-25 metri, anche se, più aumenta il campo, più aumentano i falsi allarmi.
In commercio esistono quelli che si autodefiniscono a tripla tecnologia: in realtà consistono su 2 infrarossi accoppiati e un micronda.
Ultimamente vengono molto utilizzate per la protezione esterne delle abitazione, anche grazie alla commercializzazione di questi tipi di sensori wireless.
Possibili falsi allarmi per animali.

Sensori inerziali

Da installare sopra agli infissi, alle vetrate e porte blindate, rilevano le vibrazioni e il rumore di un eventuale tipo di scasso, generando l’allarme.
Possibili falsi allarmi per grandine o forti venti.

Protezione per recinzioni

Questa protezione si integra con la recinzione presente e la protegge da eventuali scavalcamenti, agli o danneggiamenti.
E’ l’evoluzione dei sensori inerziale da esterno.
Attenzione: per ogni tipo di recinzione (a rete metallica, fissa, ecc) esiste il suo rivelatore studiato con il suo principio di funzionamento. I tratti possono arrivare fino a 200 metri.
Possibili falsi allarmi per grandine o forti venti.

Protezioni invisibili (interrate)

Questi sistemi creano una barriera interrata invisibile usando principalmente due tipi di funzionamento (a pressione o a radiofrequenza). Il primo sente la variazione di pressione sul terreno grazie a dei tubi riempiti con un tipo di olio, mentre il secondo sente la variazione del campo megnetico dovuto all’attraversamento tra un cavo trasmittente e un cavo ricevente. Questi possono girare accoppiati oppure a distanza di un metro uno dall’alto.
Non invasivi all’occhio come le barriere, sono però costosi per la messa in opera o per la ricerca guasti. Anche questi fino a 200 metri.
Temono le forti pioggie e la presenza di talpe

Rivelatori laser

Tecnologia molto recente, riesce a creare un campo di raggi laser che misurano eventuale variazione della distanza di rifrazione. Viene creata praticamente una mappa esterna in cui tracciare dove si vogliono generare gli allarmi.

Telecamere motion-detector

Telecamere che generano allarme se vedono l’intrusione di un uomo.
L’evoluzione dei programmi in questi ultimi anni, ha creato applicazione che riescono a discriminare gli oggetti in movimento inquadrati, riconoscendo se sono presenze umane, o animali od oggetti.
Utilizzano anche telecamere termiche, sensibili all’infrarosso con due grandi vantaggi: le immagini non sono soggette alla legge sulla privacy perchè le persone non sono riconoscibili e non occorre che la zona sia illuminata.

Tecnologie sulle rivelazione del movimento umano

Rilevare il movimento umano è parte importante dei sistemi antintrusione. Vengono utilizzate varie tecnologie, basate su basi fisiche, per identificare se un oggetto è in movimento, discriminando i falsi allarmi.

Ora proverò a spiegare le varie tecnologie

Tecnologia infrarosso

E’ possibile tramite un sensore PIR (Passive Infrared) riconoscere e rilevare la frequenza elettromagnetica che va dai 300 Ghz ai 420 Thz, chiamata infrarosso ed emessa da tutti i corpi caldi e perciò dagli umani.

Sorvegliando l’emissione di una determinata zona, si può rilevare la presenza di corpi caldi, rispetto la temperatura ambiente. Per migliorare la sorveglianza, tramite inizialmente specchi convergenti e successivamente lenti Fresnel, l’area viene divisa in vari spicchi, aumentandone anche il campo di rivelazione

Tecnologia Micronda o Ultrasuono

Anche se utilizzano frequenze diverse (ultrasuoni da 40 KHz a 2MHz e micronde da 10 Mz a 2,4 Ghz), il principio base è l’effetto doppler che si basa sulla variazione delle frequenze di ritorno se la zona sorvegliata è oltrepassata da oggetti in movimento.
Per le micronde si nota anche una differenza di consumo elettrico del componente che crea le radiazioni, ed anche questo viene utilizzato per la rivelazione

Tecnologia laser

Tramite una scanner al laser viene “misurata” la distanza degli oggetti dal rivelatore. Identificando vari punti fissi e monitorando il cambio di distanza si identifica la comparsa di oggetti in movimento.

Motion Detector

Si basa sulla elaborazione delle immagini video delle telecamere. L’esame punto per punto di un determinato riquadro dell’immagine permette di elaborare ed identificare movimenti in determinate zone. Software sempre più evoluti, riesco ad identificare il senso del movimento e se tale senso va a coprire zone interessate. L’utilizzo di telecamera con illuminatori ad infrarosso, oppure termocamere, posso identificare intrusioni anche in zone completamente al buio. Con la nascita delle telecamere IP, questi software possono essere installati e programmati all’interno delle telecamere, fornendo allarmi e registrazioni senza l’utilizzo di server o computer.

Kit antintrusione fai da te: vale la pena??

Kit antintrusione fai da te: vale la pena??

Dilagano sempre di più le occasioni fantastiche per i kit antintrusione a costi bassissimi, rispetto ai preventivi fatti dalle ditte installatrici.
La tentazione viene a tutti, ma vediamo cosa devi essere in grado di affrontare.

1) Avere un minimo di conoscenza sull’antintrusione

Un kit è formato più o meno del materiale della foto sopra. Anche se le istruzioni sono ben fatte, devi essere in grado di decidere e valutare dove i singoli sensori vanno montati. Dove conviene mettere un sensore filare e uno wireless

2) Avere un minimo di conoscenza sul bricolage

I vari componenti vanno installati. Fissare la centrale al muro. Fissare i contatti magnetici alle finestre. Come te la cavi con trapano, viti e bulloni?

3) Avere un minimo di conoscenza sull’elettricità

La centrale va alimentata a 220v. Sei in grado di lavorare sugli impianti elettrici?(tralasciando i problemi del rilascio delle certificazioni obbligatorie). Se c’è da “tirare” qualche cavo, sei capace di farlo?
Devi collegare dei fili. Se ti si presenta uno schema di questo genere, riesci a capirci qualcosa? Riesci tu ad effettuare i collegamenti?

4) Avere un minimo di conoscenza sulla programmazione

Anche se un minimo perchè questi dispositivi escono già programmati o con il minimo da fare per metterli in funzione, devi avere un po’ di praticità di programmazione. Avere la pazienza di interpretare il manuale di programmazione (sperando che sia semplice e in italiano ben tradotto), di provare i vari passi di programmazione e verificare se funzionano secondo le tue aspettative, Sei in grado di farlo?

5)Avere un minimo di conoscenza di informatica.

I moderni sistemi antintrusione offrono enormi possibilità (ricezione allarmi da smartphone, inserimento e controllo via web, ecc), ma necessità collegarli in rete e talvolta ad un cloud. Ne sei in grado?

6)Avere un minimo di pazienza

Ci si augura che l’impianto possa subito funzionare bene, ma talvolta subentrono dei problemi. Hai la pazienza di cercare il difetto, di provare varie soluzioni con lo scopo di evitare falsi allarmi ingiustificati?

Se hai risposto si a tutte queste domande, puoi tentare questa avventura che sicuramente ti farà risparmiare soldi e di impegnerà parecchie ore di lavoro. Se, invece, pensi di non essere in grado e di affidare il compito ad altri, controlla se anche loro rispondono di si a queste domande, chiediti se sono sempre reperibili quando l’impianto potrà avere dei problemi, altrimenti rivolgiti a ditte serie che fanno questo lavoro con alta professionalità.