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Tag: antifurto come funziona (Pagina 1 di 2)

Inseritori impianto antintrusione: sono sicuri?

Una domanda da meditarci sopra è sicuramente se gli inseritori dell’impianto antintrusione è sicuro oppure no.
Dato per definizione è che l’inseritore è quel dispositivo che semplifica l’inserimento e disinserimento dell’impianto di allarme, permettendo questa azione da un dispositivo remoto.
Direi che esistono molti tipi (più o meno comodi) che si sono evoluti con la tecnologia della centrale.
Esaminiamoli uno a uno, cronologicamente parlando

Tastiera remota

Il classico pannello remoto che gestisce l’intera centrale. Può essere messo anche a distanza tramite collegamento via bus digitale. Permette accesso tramite codice o chiave o tag. Solitamente all’interno della zona protetta perché punto nevralgico e soprattutto perché, se non protetto da appositi contenitori, non è resistente all’acqua e alle intemperie e facilmente danneggiabile con alti costi di riparazione

Chiave elettronica

Dispositivo piccolo, come un interruttore elettrico di casa, che permette di collegarsi ad una chiave elettronica che al contatto inserisce e disinserisce l’impianto. Con l’ausilio di led disposti sul dispositivo o sulla chiave, permette di vedere lo stato di inserimento dell’impianto e l’esito della azione richiesta.
Può essere messo all’esterno perché resistenti alle intemperie, difficilmente danneggiarli e con costi assai bassi.
inseritore
I primi modelli (anni 80) di tipo resistivo, erano di facile copiatura o manomissione. Se veniva perso, dovevi cambiare tutte le chiavi.
Gli ultimi modelli a chiave univoca sono più sicuri e permette, in caso di perdita, di mantenere valide le altre chiavi.
Facili e leggere, si possono mettere insieme alle altri chiavi nel portachiavi di casa

Tag o badge a prossimità

Simile alla chiave elettronica, può avere anche il formato di carta di credito.
Esistono vari modelli e tecnologie di carta, più o meno sicuri alla duplicazione.
Infatti esistono anche dispositivi trovabili su internet che, a secondo della tecnologia, possono duplicare in pochissimo tempo con il solo contatto e emulare il badge sull’inseritore. Da prove personalmente fatte, sono riuscito a duplicarne molti in meno di tre secondi.

TAG controllo accessi
Perciò bisognerebbe evitare le prime tecnologia (125 Khz) e passare ad altri modelli (13 Mghz) magari criptati e difficilmente duplicabili senza chiave di decodifica.
Per aumentare la sicurezza al massimo, bisognerebbe adottare anche la tastiera numerica per introduzione di un pin di convalida.
Per eccesso, è meglio la tecnologia più datata dell’inseritore perché si è “meno” evoluta la ricerca della duplicazione o hackeraggio

Trasmettitore a distanza

Sono piccoli trasmettitori via radio grandi come portachiavi, solitamente a frequenza 433 Mghz. Hanno il vantaggio che non necessita dispositivi esterni per effettuare l’inserimento, per il vasto campo d’azione anche attraverso i muri. (sui 80 metri a campo aperto, 20 metri con muri).
Anche per questi sono presenti in mercato dispositivi che riescono a copiare il codice emesso, senza neanche uno stretto contatto come il precedente per i tag.
Ma per questo difetto, ha sopperito la tecnologia, introducendo il rolling code.
Consiste nel trasmettere sempre codici diversi, in modo che una eventuale copiatura permette l’utilizzo per brevissimo tempo, garantendo la sicurezza. (perciò particolare attenzione sulla richiesta di questa tecnologia.)
Il problema è sapere se l’impianto è inserito o disinserito. Per questo viene spesso utilizzato una serie di led sulla sirena che ti indicano lo stato e brevi suoi della sirena (questi evitano involontari azionamenti del telecomando mentre ti allontani).
Sul funzionamento, esistono varie teorie. Lasciare questi led sempre funzionanti o per brevi istanti dopo la ricezione del segnale.
Il primo ti da sempre lo stato dell’impianto, ma lo rende noto anche ad eventuali ladri.
Il secondo potrebbe farti inserire l’impianto mentre tu lo volevi disinserire, perché non sei a conoscenza dello stato. Io preferisco il secondo anche perché se inserisci per errore, te ne accorgi e lo disinserisci velocemente

Cloud o via internet

La tecnologia fa passi enormi e oggi di permette di collegare il tuo impianto su internet e renderlo visibile e gestibile al tuo telefonino tramite accesso ad internet mediante sistemi cloud.
Comodissimi, soprattutto se associato a telecamere ambientali, risulta però esposto ad hacker sulla rete.
Anche se questi sistemi sono portati alla massima sicurezza con password, doppio riconoscimento, sono comunque esposti ad una possibile violazione.
Dipende sempre cosa si vuole proteggere

Lo psicologo degli antifurti

Sicuro che il tuo antifurto non abbia bisogno di uno psicologo? Ultimamente la sirena inizia a suonare senza motivo? La tua tastiera di inserimento non è un po’ triste, come se fosse spenta? Forse è il momento di farla controllare da uno che se intende.
Mi presento: sono Anacleto Pistolazzi, psicologo di sistemi antifurto e affini. Da più di trenta anni, mi interesso della psicologia dei sistemi e ricevo nel mio studio, casi disperati e centrali di sicurezza (antifurto, in maggior parte) sull’orlo del suicidio.
Antifurti lasciati soli, mai controllati e coccolati e poi, d’improvviso, i suoi padroni si arrabbiano se smettono di funzionare bene.

Un caso tipico

Tempo fa, sono stato chiamato a visitare un sistema antifurto che tutte le volte che veniva inserito, si azionava senza apparente motivo. Appena ho aperto la centrale, subito questa mi ha ringraziato, perchè era la prima volta dopo 8 anni che qualcuno si degnava di ascoltarla. Non ce la faceva più a sostenere una vecchia batteria tampone che chiedeva sempre di più e gli prosciugava tutte le energie del suo alimentatore e scaldava sempre più l’ambiente.

Agitazione frequente

Un altra mia cliente mi ha rivelato che il suo padrone non la utilizzava più perché secondo lui avevo paura dei temporali e suonavo sempre. Per forza, avevo i sensori inerziali che dopo 5 anni, mai regolati e controllati, avevano perso la soglia di riferimento e si agitavano al minimo rumore. Poi, uno di questi, era stato installato male: si era infiltrata dell’acqua all’interno, e continuava a fare il suo lavoro tutto raffreddato ed ossidato; per forza non era affidabile.
“Non importa essere di una nobile marca” diceva un’altra mia paziente, “se vieni installata male, la tua qualità non basta a far andare bene le cose. Non puoi osare come le aquile, se chi lavora con te sono dei tacchini!!!”

Un lavoro difficile

A tutti voi che volete intraprendere questo lavoro di psicologo, sappiate che non è cosa facile. Professionalità ed esperienza, soprattutto.
Poi bisogna essere multilingue ed oggi soprattutto un conoscitore di tutti i dialetti orientali. Sempre più casi si presentano con linguaggi cinesi-coreani, di dubbia provenienza, esili, magri e malfunzionanti. Come fai a guarirli se non si riescono a capire, se non trovi nessuno capace di aiutarti nel capirli?
Certi casi sono proprio irrecuperabili. Meglio una degna sepoltura e il passaggio a qualche cosa di più comprensibile

Antifurto subsonico: funziona?

Antifurto con sensore subsonico: funziona? E’ una domanda che si fanno molte persone. Nonostante questo sensore fosse già presente negli anni 80, ultimamente molte case lo offrono come rivoluzionario e lo pubblicizzano in televisione.
Di facilissima installazione, protegge ambienti fino a 400 metri quadrati e forse di più. Niente falsi allarmi e i ladri non entrano più..
Ma sarà vero?

Principio di funzionamento

Si basa sul principio fisico della variazione della pressione dell’aria. In un ambiente chiuso, ogni apertura di una porta o di una finestra, crea una variazione della pressione ambientale che, rilevata dall’apposito sensore, dovrebbe azionare l’avviso di allarme.
Inserito l’impianto, la centrale registra la pressione ambientale e ne monitorizza le minime variazioni, fino ad arrivare ad una certa soglia attivante.
L’idea sembra buona, ma pensandoci sopra, sorgono dei forti dubbi.

Dubbi.

E se lascio le finestra aperte? La variazione di pressione non avviene più. Inoltre un tradizionale impianto a contatti sugli infissi, mi avverte della mia dimenticanza; questo sistema no.
E se passano camion o aerei vicino (di quelli che fanno vibrare o vetri), non ho anche in questo caso variazioni di pressione?
L’obbligo dei fori negli appartamenti per le fughe di gas o presenza monossido di carbonio, non va a compensare queste variazione di pressione?
Funziona anche con le porte interne chiuse o mi isolano la centralina?

Con una minima conoscenza di fisica, puoi capire anche tu, che il principio può funzionare ma con parecchie limitazioni. In camper o ambienti piccoli potrebbe funzionare, ma ho forti dubbi che funziona in appartamenti fino a 400 metri quadrati (almeno che non sia un monolocale!!!)
Infatti, ultimamente consigliano per gli appartamenti di integrarlo con i tradizionali sensori antintrusione wireless o via filo, come contatti magnetici o volumetrici. Ma a questo punto, cosa serve a fare il rivelatore subsonico se la protezione te la garantiscono gli altri dispositivi?

Contatto magnetico: il dispositivo antifurto più usato

Il contatto magnetico è sicuramente il dispositivo antifurto più usato in tutti i sistemi antintrusione. La sua semplicità ed efficacia lo rende indispensabile in ogni impianto

Cosa protegge e come funziona

Il contatto magnetico controlla se una porta, o finestra, o cancello è chiuso (impedendo l’accesso ai ladri) o se questo viene aperto nel tentativo di intrusione. E’ composto di due parti: una magnetica che viene posta nella parte movibile, ed una con un relais reed nella parte fissa. Questo relais sente la presenza della parte magnetica vicina fornendo un contatto chiuso: appena la parte magnetica si allontana, il contatto si apre segnalando il cambio di stato. Viene utilizzato per controllare se tutti gli accessi della zona protetta sono stati chiusi

Punto forte: semplicità e basso costo

Ecco nelle foto come è fatto un contatto magnetico.
C’é il relais reed, che non è altro che una piccola ampollina di vetro, saldato su un semplice circuito per attaccare i morsetti e il contatto di tamper. L’altra parte è un semplica magnete. Questo dispositivo non va neanche alimentato, perchè funziona per la forza del magnetismo.

Ma ha un punto debole…

Purtroppo si, è facilmente eludibile. Basta avvicinare un altro magnete al contatto e si può allontanare l’altra parte senza che venga generato allarme. Perciò bisogna stare attenti ad installarlo. Sicuramente va montato dal lato della zona da proteggere, in modo non raggiungibile da fuori.
Altrimenti si può passare ai modelli più evoluti, che compensano a questo difetto

Doppio o triplo bilanciamento magnetico

Sono contatti magnetici composti da più reed e da una parte magnetica che, se posizionata nella giusta posizione di chiusura, crea un particolare flusso che fa chiudere solo una parte di relais (quelli di chiusura). Avvicinando un magnete esterno, questo agisce su tutti i rele, anche quelli che non dovrebbero scattare, provocando una stato di allarme.
Sono più critici degli altri, soprattutto il triplo bilanciamento che sente anche la diversa distanza dalla parte magnetica, e perciò poco idonei in cancelli o porte con chiusure non ferme
Ultimamente in commercio, esistono anche i contatti magnetici con tecnologia Magnasphere®, sempre per ovviare a questo mascheramento.

Varietà

Nonostante tutto esistono molteplice varietà di contatti magnetici

Quelli da incasso, quelli carrabili e calpestabili per saracinesche, quelli da immersione, e pure wireless.
E vengono utilizzati non solo nel campo della sicurezza.

Prenderesti in manutenzione un impianto che non conosci?

Prenderesti in manutenzione un impianto che non conosci?

Ti è capitato di avere un’occasione di essere interpellato per prendere in manutenzione un impianto antifurto o antincendio, di cui non conosci marca e prodotto? Sono occasioni che capitano poche volte nella vita e la tentazione di acquisire un nuovo cliente preme particolarmente, soprattutto al giorno d’oggi.
Però prima, devono sorgerti ed è obbligatorio farsi delle domande.

Conosco il materiale con cui è fatto l’impianto?

Acquisire un impianto vuole dire garantire al cliente, oltre che la manutenzione, la risoluzione di eventuali falsi allarmi e guasti. Non sempre il cliente ha il progetto e la documentazione dell’impianto in possesso. A volte non possiede neanche i codici di installazione. Con la miriade di marche non è possibile conoscere tutte le centrali.
Vale la pena rischiare? Se propongo di rifare l’impianto, lo accetta o passerà ad un altro?

In che stato è l’impianto?

All’acquisizione di un nuovo impianto occorre fare sempre un verbale di presa in consegna, dedicandoci il tempo che occorre e documentare, magari anche con foto, lo stato dell’impianto. Controllare anche i cablaggi, lo stato dei cavi e di eventuali box di giunzione, in particolar modo se all’esterno. Così potrete giustificare eventuali imprevisti che richiedono una manutenzione straordinaria al sistema in caso il cliente voglia spiegazioni sulle spese.
Controllare se il materiale di ricambio è ancora in produzione o almeno reperibile, soprattutto per impianti molto grandi. Essere in possesso dei software di programmazione, altrimenti con certe centrali non sei in grado di fare nulla.

Perchè il cliente ha voluto cambiare la ditta manutentrice?

Forse è questa la domanda più importante. Scoprire la motivazione reale può aiutare molto nella tua decisione.
Era scontento dell’altra ditta o voleva strappare un prezzo più basso?
Prima aveva fatto dei controlli semestrali oppure è da dieci anni che nessuno verifica l’impianto?
Cerca professionalità o solo di risolvere o tamponare un problema?
Vale la pena rischiare?

Ma se tu fossi il cliente, affideresti il tuo impianto a chi non si pone queste domande? Che affidabilità può darti uno che afferma di sapere tutto?

Attenti alle offerte sui sistemi antifurto

In questi ultimi mesi, si sente parlare di sistemi antifurto in offerta speciale. Ma cosa esattamente si nasconde dietro a tutto ciò? Ammetto che talvolta ci sono occasioni fatte da veri professionisti, ma il più delle volte bisogna stare attenti a non cadere in certi fraintendimenti, soprattutto se non si è esperti in materia.
Vediamo i casi più frequenti.

IMPIANTO o VENDITA DI ABBONAMENTO MENSILE DI SORVEGLIANZA?


Inizialmente fu uno solo, ma ultimamente altre associazioni si stanno organizzando. Propongono di venderti ad un prezzo eccezionale, un sistema di antifurto e poi, con la scusa che senza alcuno che riceve gli allarmi, ti vendono un abbonamento mensile da un similar istituto di vigilanza. Per di più, di dicono che ne curano la manutenzione e ti gestiscono la trasmissione degli allarmi, monopolizzandoti l’impianto. Un giorno che non vuoi più il servizio, ti ritrovi con un sistema inutilizzabile.
L’idea base è in parte giusta: una volta che ha rilevato una effrazione, un sistema di antifurto deve avere un punto di riferimento a cui trasmettere l’allarme ma non per questo deve essere monopolizzato. Devi decidere tu a chi inviarlo: puoi scegliere di essere indipendente e gestirti gli allarmi da solo o tramite conoscenti, oppure rivolgerti ad istituti di vigilanza di tua scelta. Vi ricordo che esiste anche una certificazione degli istituti di vigilanza, che ne garantiscono l’efficenza e la gestione degli allarmi. La UNI10891 non era presente in questi istituti di vigilanza (può darsi che nel frattempo abbiano provveduto)

INSTALLAZIONE PROFESSIONALE

Un sistema antintrusione efficiente deve essere progettato, installato e certificato. Progettato per coprire tutti i possibili buchi di intromissione dei ladri da persone esperte. Installato in modo preciso perché i sensori adeguati e ben posizionati possono funzionare al cento per cento delle loro capacità. Certificato perchè si tratta di un impianto soggetto a certificazione. Sempre più, al giorno d’oggi, dilagono i personaggi fac-totum: dall’impianto antintrusione all’idraulico passando per l’imbianchino e il dentista. State molto attenti a queste persone…..

TUTTI IMPIANTI WIRELESS!!!

Oggi molti spingono sugli impianti totalmente wireless. Vengono illustrati come maggiormente tecnologici ma in realtà sono solo più veloci da installare. Un buon impianto deve avere una parte filare, soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione della centrale e delle sirena. La centrale da preferire è la cosiddetta ibrida che supporta sia sensori filari che wireless

KIT FAI DA TE

A meno che non sei un esperto e il posto da proteggere è piccolo, i kit fai da te non sono consigliabili. Trattandosi quasi tutti di sistemi wireless, dopo devi fargli la manutenzione e sostituire le batterie. Devi sapere come montarli, ecc,ecc

SISTEMI RIVOLUZIONARI SUBSONICI

Diffidate da sistemi dove un unica centrale, posta al centro di una abitazione riesce a rilevare intrusioni percependo rumori o minime variazioni di pressione ambientali. Basta studiare un minimo di fisica per capire che certi impianti hanno notevoli buchi di azione. E se ti dimentichi le finestre aperte? I fori di areazione obbligatori delle cucine?
Dirai che se lasci aperto una finestra, anche un tradizionale impianto ha un buco di sicurezza ma, al contrario, o questo non si inserisce illustrandoti la dimenticanza o protegge lo stesso l’ambiente dalle intromissioni

Antifurto: errori da non commettere

Antifurto: errori da non commettere.

Facendo manutenzione a moltissimi impianti antintrusione, ho notato frequenti errori. Ho fatto di seguito un elenco con la speranza che possa essere utile.

Infrarosso installato sopra termosifoni

Il volumetrico all’infrarosso funziona percependo il calore emesso dal corpo umano. Il calore emesso dal termosifone potrebbe generare falsi allarmi

Micronde con direzione all’esterno area protetta

Le micronde generate dal volumetrico passano attraverso i muri. Persone che passano all’esterno potrebbero influenzare il volumetrico

Sirene interne installate nello stesso locale della centrale

Facile da installare per la riduzione dei cavi, è una guida ai ladri per identificare subito la centrale e sabotarla.

Sirene esterne con cavo di collegamento a vista

La sirena da esterno deve essere montata SUL foro di uscita del cavo di collegamento, per avere il massimo della protezione

Sirena con luce che si accende a impianto inserito ( e rimane accesa)

Mai mettere a conoscenza all’esterno lo stato del tuo impianto. E se un giorno vai via e ti dimentichi di inserire l’antifurto??
Questa spia, se presente, deve funzionare qualche secondo, solo all’atto di inserimento e disinserimento dell’impianto, per l’utilizzatore.

Falsi sensori

Se montate sensori finti o non collegati, montateli in modo plausibile. I ladri non sono ignoranti: conoscono anche loro come identificarli

Codici di disinserimento scritti sulla tastiera

Incredibile, ma vero!! Se non palese come nella foto, molti codici sono scritti dietro lo sportellino della tastiera, come se il ladro non lo dovesse MAI aprire

Codici di disinserimento banali

Il 50% degli impianti ha codici tipo 11111 o 1234. Io consiglio  sempre, almeno, di mettere la data di nascita o del matrimonio o di nascita del figlio. Qualcosa di facile da ricordare ma non banale. Per fortuna che certe centrali non permettono l’immissioni di codici facili

Cambiare sempre tutti i codici di default delle centrali

Non lasciare mai i codici di default della centrale (trovabili facilmente su internet). Pretendere di essere a conoscenza anche del codice installatore e cambiarlo o bloccarlo (nelle centrali che lo permettono)

Antifurto: come è fatto

Antifurto: ecco le parti principali in cui è costituito un impianto antintrusione:

Centrale

Ecco il cervello principale del sistema. Questa “scatola elettronica” riceve tutte le segnalazioni dai vari sensori e decide se è il momento giusto per far scattare l’allarme. Gestisce i collegamenti con i componenti del campo, gestisce programmi orari di inserimento e disinserimento, gestisce iterazioni con altri componenti (DVR, telecamere, controllo accessi, ecc..).
Esistono centrali filari, wireless (senza utilizzo di cavi tramite collegamento via radio) o ibride cioè filari e wireless insieme.
Possono essere ampliabili grazie l’utilizzo di interfaccie dislocabili in campo, riducendo la stesura dei cavi

Gruppo di alimentazione supplementare

E’ quello che permette la continuità del funzionamento anche in mancanza di corrente (interruzione elettrica volontaria o involontaria). Mantiene in carica una batteria, supervisiona lo stato di carica e la utilizza in caso di necessità.

Linea Bus

Collegamento su cui girano tutte le informazioni digitali fra i vari componenti. Solitamente è un cavo bianco a 4 fili (2x1mm + 2X0,22 mm)

Tastiera

Tastiera munita di un piccolo schermo alfanumerico attraverso il quale si può comunicare con la centrale. Inserimento, disinserimento, esclusione sensore guasto, programmazione, ecc. Si accede a questo dopo l’inserimento di un codice numerico impostato dal cliente.

Sensori.

Sono i componenti dislocati in campo che rilevano gli allarmi e lo comunicano alla centrale. Possono essere collegati con un cavo direttamente alla centrale o ad una  interfaccia collegata sulla linea Bus (per impianti grandi). Viene utilizzato il tipico collegamento a doppio bilanciamento per garantire la sicurezza. Questi sensori possono essere di vario tipo, a secondo di cosa devono rilevare (movimento di una persona, apertura di una porta, rottura di un vetro, ecc). Possono essere anche wireless, cioè comunicano con la centrale via radio grazie l’utilizzo per alimentazione di una batteria. Minor stesura di cavi a discapito di minor efficienza e più alto costo di manutenzione (le batterie vanno cambiate periodicamente)

Inseritore

Componente molto più semplice della tastiera, utilizzato per inserire e disinserire l’impianto. Normalmente è una chiave elettronica o un semplice telecomando (wireless)

Sirena

Possono essere interne o esterne. Autoprotette da atto vandalico (sono le prime colpite in caso di scasso o furti), autoalimentate da batterie, con lampeggiante. Le più performanti hanno dispositivi antischiuma, antiperforamento e antivibrazione)

Trasmettitore allarmi

Dispositivo posto nelle vicinanze della centrale (se non integrato con la stessa), atto a trasmettere un eventuale allarme a chiunque si desideri. SI possono trasmettere messaggi vocali, sms, immagini. Le nuove centrali permettono interfacciamento con smartphone, con gestione degli allarmi dal telefono e visualizzazione di telecamere per capire se si tratta di un falso allarme

Cose da sapere prima di acquistare un antifurto da casa

Permettetemi di dire alcune cose da sapere prima di acquistare un antifurto da casa.
In trentacinque anni di installatore di sistemi di sicurezza, mi sono fatto una discreta esperienza del campo. Ecco alcuni punti su cui riflettere prima di procedere all’acquisto.

Conta il materiale ma soprattutto l’installazione:

E’ vero che il materiale di qualità conta, ma soprattutto conta la giusta installazione.

La progettazione e l’installazione dei sensori deve essere fatta da persone esperte, altrimenti l’errato montaggio crea falsi allarmi o, ancora peggio, facili passaggi in zone non protette.
Dove ci sono pochi valori da proteggere, può essere sufficiente un kit acquistato già pre-programmato.
Ma se avete alti valori da salvaguardare  affidatevi a ditte che da anni lo fanno come mestiere. Il nostro lavoro è molto professionale e l’esperienza è un fattore importante

Wireless o no wireless?

Al giorno d’oggi, la tecnologia ha fatto enormi passi in avanti nella sicurezza degli impianti wireless (ovvero senza fili). I sensori, alimentati da batterie, possono essere installati senza riempire la casa di canaline e cavi antiestestici.
Ma ricordatevi che un sensore tradizionale funzionerà sempre meglio di uno wireless.

Esistono possibilità di programmazioni per i nuovi dispositivi su bus di taratura che garantiscono adattabilità per i posti difficile che i wireless non hanno.
Perciò, ove possibile, preferite sempre i sensori tradizionali a linea bilanciata o quelli su bus.
Diffidate dell’installazione totalmente wireless. Spesso serve a giustificare una più veloce installazione permettendo prezzi più bassi. Inoltre sappiate che le batterie durano dai 2 ai 6 anni, a secondo di quante volte questo sensore viene allarmato. Le batterie dei sensori arrivano a costare anche 40 euro l’una. Io consiglio sempre una centrale ibrida, ampliabile, dove si possono installare sensori wireless e tradizionali

Impianto antifurto o servizio antifurto con servizio di protezione?

Ultimamente il mercato ci sta riempendo di impianti a prezzi stracciati, collegati ad istituti di vigilanza che controllano l’efficienza e gestiscono gli allarmi.
Attenzione: questi sistemi sono validi se sei disposto a pagare mensilmente su servizio di assistenza a questo istituto di vigilanza del valore di circa 50 euro mensili per minimo 36 mesi.
Perciò attenti a cosa acquistate e cosa volete acquistare. Se vi serve un servizio di vigilanza va benissimo, affidandovi ad un istituto di vigilanza certificato, ma se gli allarmi volete gestirli voi col vostro telefonino o quello di parenti, questi non fanno il caso vostro.
D’accordo che gli impianti normali vanno seguiti da un servizio di manutenzione (vedi in basso), ma i costi sono molto più bassi

Manutenzione:

Se acquisti un impianto antifurto devi pensare anche ad una ditta che ne faccia manutenzione. (ad un prezzo ragionevole). Serve soprattutto per le urgenze, quando il sistema impazzisce ed inizia a suonare a vanvera. Perciò vi consiglio di contattare una ditta locale, che abbia un numero di reperibilità e che faccia sicurezza di mestiere. Poi, sarebbe anche meglio, se questa ditta fosse anche quella che ve lo ha installato (informatevi nel momento della contrattazione per l’acquisto)

Documentazione

Chiedi sempre se nel prezzo è prevista una certificazione dell’impianto e tutti i manuali di utilizzo della centrale e dei sensori. 
Tutto il materiale deve essere certificato per l’Italia, soprattutto il wireless

Si fa presto a dire perimetrale esterno

Si fa presto a dire perimetrale esterno in un impianto antintrusione: infatti sotto questo nome si può intendere una varietà di sensoristica funzionante con diverse tecnologie. con i propri vantaggi e svantaggi.
Il problema principale è che, essendo all’esterno, sono più portati a generare falsi allarmi.
Proviamo a fare un elenco con vantaggi e svantaggi:

Barriere lineari

Si dividono in piccola portata e grande portata. Piccola portata (max 3-4 metri) servono per proteggere finestre o porte. Grande portata possono raggiungere anche 200 metri e proteggono giardini e campi.
Entrambe sono costituiti da due parti, una ricevente e l’altra trasmittente, che creano una specie di barriera che, se attraversata genera l’allarme. Per piccole portate si basano su raggi infrarossi, mentre per grandi portate possono essere anche a micronda o doppia tecnologia (infrarosso e micronda), per diminuire i falsi allarmi. L’infrarosso tende ad oscurarsi con la nebbia, mentre la micronda tende ad allargare il suo fascia di azione uscendo dalla zona protetta. (vicinanza con strade e linee ferroviarie)
Ideali per lunghi perimetri
Possibili falsi allarmi per nebbia, animali, erba alta o fronde di alberi vicino allle barriere.

Volumetrico da esterno

Il principio di funzionamento è come quello interno, ma più filtrato grazie all’utilizzo, quasi obbligatorio, dell’accoppiata micronda ed infrarosso. Coprono fino a 20-25 metri, anche se, più aumenta il campo, più aumentano i falsi allarmi.
In commercio esistono quelli che si autodefiniscono a tripla tecnologia: in realtà consistono su 2 infrarossi accoppiati e un micronda.
Ultimamente vengono molto utilizzate per la protezione esterne delle abitazione, anche grazie alla commercializzazione di questi tipi di sensori wireless.
Possibili falsi allarmi per animali.

Sensori inerziali

Da installare sopra agli infissi, alle vetrate e porte blindate, rilevano le vibrazioni e il rumore di un eventuale tipo di scasso, generando l’allarme.
Possibili falsi allarmi per grandine o forti venti.

Protezione per recinzioni

Questa protezione si integra con la recinzione presente e la protegge da eventuali scavalcamenti, agli o danneggiamenti.
E’ l’evoluzione dei sensori inerziale da esterno.
Attenzione: per ogni tipo di recinzione (a rete metallica, fissa, ecc) esiste il suo rivelatore studiato con il suo principio di funzionamento. I tratti possono arrivare fino a 200 metri.
Possibili falsi allarmi per grandine o forti venti.

Protezioni invisibili (interrate)

Questi sistemi creano una barriera interrata invisibile usando principalmente due tipi di funzionamento (a pressione o a radiofrequenza). Il primo sente la variazione di pressione sul terreno grazie a dei tubi riempiti con un tipo di olio, mentre il secondo sente la variazione del campo megnetico dovuto all’attraversamento tra un cavo trasmittente e un cavo ricevente. Questi possono girare accoppiati oppure a distanza di un metro uno dall’alto.
Non invasivi all’occhio come le barriere, sono però costosi per la messa in opera o per la ricerca guasti. Anche questi fino a 200 metri.
Temono le forti pioggie e la presenza di talpe

Rivelatori laser

Tecnologia molto recente, riesce a creare un campo di raggi laser che misurano eventuale variazione della distanza di rifrazione. Viene creata praticamente una mappa esterna in cui tracciare dove si vogliono generare gli allarmi.

Telecamere motion-detector

Telecamere che generano allarme se vedono l’intrusione di un uomo.
L’evoluzione dei programmi in questi ultimi anni, ha creato applicazione che riescono a discriminare gli oggetti in movimento inquadrati, riconoscendo se sono presenze umane, o animali od oggetti.
Utilizzano anche telecamere termiche, sensibili all’infrarosso con due grandi vantaggi: le immagini non sono soggette alla legge sulla privacy perchè le persone non sono riconoscibili e non occorre che la zona sia illuminata.

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