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Wireless o cablato? Quale antifurto è meglio?

Wireless o cablato? Quale antifurto è meglio?
Sono due grandi domande che chi affronta l’acquisto di un sistema antifurto deve porsi.
La risposta più scontata è: DIPENDE.
Vediamo il perché, analizzando i vantaggi e pregi di queste tecnologie.

Wireless ( o via radio o senza fili)

Vantaggi:
* facile e rapido da installare perché non richiede l’installazione di cavi e canaline verso i rivelatori
* miglior impatto visivo che risulta meno invadente sempre per il motivo sopra indicato
* economico nell’installazione perché non richiede la stesura di molti cavi
Svantaggi:
* rivelatori meno performanti e specialistici per risparmio consumo della batteria
* per ampliamento si è legati ad una marca, la stessa della centrale
* sostituzione periodica delle batterie che varia da sensore a sensore a secondo dell’utilizzo
* campo limitato di utilizzo a seconda anche dello spessore e tipologia dei muri.
* possibilità di influenza di campi magnetici esteri mirati (jamming)

Cablato
La linea bilanciata

Vantaggi:
* installazione più complessa e articolata perché richiede la stesura di cavi
* il montaggio di canaline può essere vistoso e poco gradevoli (se non esiste predisposizione impianto con tubi corrugati interni a muro)
* esente da problemi di jamming
* Possibilità di variare con sensori di diverse marche e al top delle diverse tecnologie
Svantaggi:
* possibilità di svariare con diverse marche con il top delle tecnologie
* meno batterie da sostituire
* in caso di guasto batteria non perdi l’uso di alcun rivelatore (se rimane l’alimentazione primaria a 220Vac)
* se non installato bene, possibilità di oscurare l’impianto con l’intercettazione dei cavi, se non si utilizzano tecnologia via bus
* costo più elevato, soprattutto per installazione
* installazione più lunga

Conclusione

Esaminando questi punti bisogna si potrebbe arrivare a delle conclusioni
Per impianti tipici da appartamenti medio piccoli è meglio utilizzare un wireless (impatto visivo, semplicità)
Per gli impianti medio grossi o a protezione di alti valori economici è meglio affidarsi al cablato e soprattutto con l’installazione eseguita da professionisti.

Esistono anche impianti ibridi (una parte wireless e una parte cablata) per la risoluzione di diverse problematiche, ma anche qui è meglio affidarsi a chi installa per professione.

C’era una volta il combinatore telefonico

Fin dai primi sistemi di sicurezza, si sentiva l’esigenza di trasmettere a qualcuno gli allarmi avvenuti.

Oltre che la sirena esterna, il modo più semplice era appoggiarsi alla SIP sulla linea telefonica. Siamo negli anni 70 e compaiono i primi combinatori telefonici.
Quando scattava l’allarme, il dispositivo si accendeva, prendeva la linea telefonica, componeva un numero telefonico pre-impostato e trasmetteva un messaggio telefonico.
Era un piccolo mangianastri, tutto registrato in una nastro magnetico (nei primi, anche il numero telefonico era registrato con degli impulsi), con una cassetta senza fine, che permetteva al nastro di essere sempre pronto, senza riavvolgersi.
Poi ci fu una lenta trasformazione e successive migliorie con il progresso dell’elettronica: il numero era impostabile da tastiera e non era più uno solo, il controllo della linea telefonica che percepiva se era presente e se dall’altra parte avevano risposto alla chiamata. Vennero creati degli standard di comunicazione (es: Contact ID), che permetteva di identificarlo e centralizzarlo negli istituti di vigilanza.

I nastri magnetici divennero sempre più piccoli, fino a scomparire sostituiti dalla memoria elettronica e dai messaggi digitali, che permettevono di inviare più messaggi (allarme, guasto, impianto inserito, manomissione, ecc)

Prima grande evoluzione

Ma la grande rivoluzione la fece la linea telefonica cellulare. SI poteva inviare le chiamate senza linea telefonica, tramite il cellulare.

Uscirono i primi combinatori telefonici su rete cellulare. I primi erano dei dispositivi con un VERO E PROPRIO CELLULARE all’interno, collegato col cavetto di alimentazione e vivavoce per auto.
Il dispositivo non faceva altro che simulare un vivavoce di auto e trasformava il tutto in un combinatore telefonico.
Poi, con l’evoluzione del mercato,  uscendo integrati che gestivano la rete cellulare, il telefono scomparì per lasciare spazio all’inseritore della SIM.
Da lì il passo fu breve: possibilità di invio SMS, maggior controllo della SIM con controllo anche della ricarica con avviso di necessità soldi.
Divennero sempre più piccoli, fino ad essere integrati con la centrale antintrusione.

Seconda grande evoluzione

Poi, con la diffusione di internet, ci fù un ulteriore evoluzione. Possibilità di vedere immagini, di collegare e programmare le centrali in rete, di gestire da ogni punto gli allarmi. Reti virtuali e cloud per gestirli col minimo dei costi
Ma quasta evoluzione rischia di mandarlo definitivamente in pensione (o ad un particolare utilizzo in casi estremi). Al giorno d’oggi, che quasi tutti abbiamo la fibra in casa, conviene ancora installarlo per avere internet?

L’invasione degli ultra wireless

In questi ultimi anni, sembra quasi che ci sia stata una invasione degli impianti antintrusione wireless.
Ormai negli appartamenti viene proposto da tutti gli installatori (da quelli di sicurezza, passando all’elettricista e terminando dall’idraulico) viene proposto, consigliato e installato questo tipo di tecnologia per la protezione dagli intrusi.
Ma fino a che punto bisogna spingersi nell’adottare tecnologia senza fili?
Certamente bisogna tenere presente un fattore non confutabile: i sistemi filari sono senza dubbio più affidabili dei sistemi wireless.

Perché meno affidabili??

Affidabilità giustificabile per un semplice motivo: la semplicità del sistema ovvero la prima legge dell’elettronica.
Meno fattori esterni interferiscono col sistema, più affidabile diventa.
Prendiamo un semplice contatto magnetico.
Col filare c’è un semplice cavo a due fili con linea a doppio bilanciamento fino in centrale.
Col wireless c’è: contatto magnetico, batteria sensore, trasmettitore allarme, ricevitore allarme, centrale. La casistica di possibilità di guasti aumenta notevolmente (batterie scariche, possibilità di interferenze, jammer che possono coprire il segnale radio, ecc..)
Senza considerare che l’allarme non viene sempre trasmesso in tempo reale.
Infatti quando si apre il contatto viene trasmesso l’allarme e solo dopo un determinato tempo hai la trasmissione di rientrato allarme. Queste “tempistiche” creano a volte dei problemi. E’ vero anche che si possono diminuire o togliere queste tempistiche ma a discapito della durata della batteria. E se nel momento del bisogno la batteria si scarica?
Inoltre un contatto o un volumetrico messo a protezione ad un punto di passaggio, trasmette in continuazione a discapito della batteria che si consuma in poco tempo.
Se poi passiamo ai volumetrici, ricordiamoci che sono sempre alimentati a batteria. Sottoalimentati non puoi pretendere alte prestazioni. Raramente sono doppia tecnologia ma solo infrarossi con i possibili falsi allarmi che generano.
Il “costretto risparmio energetico” non permette a questi rivelatori di essere molto performanti

Ma allora non è mai consigliabile?

No. Delle volte può diventare l’unica modo di proteggere un ambiente. Dove si hanno vincoli architettonici, opere d’arte, VERA impossibilità di stesura cavi, questi sistemi possono integrare il sistema antintrusione (esistono centrali di tipo misto: filare e wireless).
E questo i professionisti del mestiere lo sanno e non installano solo wireless

E allora come si spiega questo aumento?

Semplice. La facilità di installazione. Senza la stesura cavi, installazione è più veloce e redditizia. Non sporca e lascia il cliente soddisfatto senza canaline in giro.
E’ anche vero che negli appartamenti non vanno a rubare degli specialisti ma l’aumento di questi impianti invoglia i ladri ad attrezzarsi sempre di più.
(N.B. un jammer si acquista facilmente su internet…….. basta informarsi sulla frequenza giusta)

Prima legge dell’elettronica

La prima legge dell’elettronica (valida anche in elettrotecnica) dice:
In un qualsiasi sistema elettronico, ogni elemento che lo compone, se non strettamente necessario al suo funzionamento, crea solo un aumento della casistica di guasti e ne peggiora l’affidabilità nel tempo”
In sintesi:
TUTTO QUELLO CHE NON C’E’, NON SI ROMPE
Questa è una rivisitazione di una delle tante frasi celebri di Henry Ford, ma che si sposa in maniera stupefacente nel mondo generico dell’elettronica
Era una battuta, imparata a scuola mentre si progettava i primi circuiti stampati, ma sicuramente corrisponde a realtà
Quante volte capita di avere dei guasti di cose inutili che, anche se non ci fossero, si vivrebbe lo stesso.
Nessuno di voi è andato dall’elettrauto con l’automobile guasta e il problema era nella centralina elettronica che aveva segnalato il guasto del sensore pioggia per l’avviamento automatico dei tergicristalli??? (Casomai, manco sapeva che esisteva)
La tendenza attuale è quella di comprare materiale superaccessoriato di cose futili e non utilizzabili, che non fanno altro che peggiorare l’affidabilità delle cose.
L’affidabilità dei sistemi è strettamnete legato alla loro semplicità: tutte le cose superficiali aggiunte diventano un possibile punto di debolezza dell’impianto.