MZ24 Ceberus
Smoke detector central unit
Single zone
Years: 1970 – 1980
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MZ24 Ceberus
Smoke detector central unit
Single zone
Years: 1970 – 1980
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Rivelatore di fumo analogico R930 (smoke detector)
Tipo: analogico indirizzabile
Fabbricazione: circa anno 1995
Ditta fabbricatrice: Cerberus (in seguito assorbita dalla Siemens intorno al 2000)
Compatibile con le basi Z90MI – Centrali serie CS10 – Cerberus
Certificazioni: EN54-7 LPC Vds FM
Particolarità: Primo tentativo per Cerberus di sensore analogico. Controllava la sua efficienza e, se non rientrava nei parametri, comunicava un guasto alla centrale. Fino a 50 rivelatori su linea a due fili.
Identico come forma al R936 più economico ma non analogico.
A2400 Linear Smoke detector
Una delle prime barriere di rivelazione incendi è stata sicuramente la A2400 della Cerberus. Presente sul mercato già negli anni 80, il kit era composto da un ricevitore ed un trasmettitore. La copertura era di 100 metri ed esisteva già il dispositivo catarifrangente per permettere l’installazione dei collegamenti e fili solo da un lato della parete: chiaramente la portata era dimezzata a 50 metri. Studiata per essere installata sopra ad una centrale con linee convenzionali, prendeva alimentazione direttamente dalla linea. La linea alimentava sia il trasmettitore sia il ricevitore, riconoscibile ad occhi esperti dal led indicatore dello stato di allarme.
Come potete vedere, era con struttura il metallo, lente in vetro e struttura dimessa a fuoco in bachelite. Si poteva settare la potenza del trasmettitore e ricevitore con ponticelli per adeguare la barriera alla distanza.
Particolare da notare era la presenza del contatto di tamper, ora non più presente nelle barriere rivelazioni incendio. La motivazione è perchè con lo stesso progetto veniva prodotta anche la barriera antintrusione dove il tamper è obbligatorio. Aveva già le taratura di sensibilità a secondo della distanza di copertura, modificabile tramite ponticello fatto con un filo.
La taratura ottica veniva effettuata tramite mirino ottico visibile tramite un forellino vicino alla lente. Li si doveva centrare il rispettivo sull’altra parete. Se ciò non bastava si agiva modificando i tappi di fissaggio nel retro che permettevano una leggera inclinazione. Poi per facilitare il tutto esisteva il dispositivo di taratura chiamate LEA1: una enorme lampada con 4 viti di fissaggio identiche a quelle del coperchio. Si fissava dall’atra parte e si iniziava a far lampeggiare permettendo di centrare il raggio dall’altra parte. Per eseguire la taratura si faceva un contunuo su e giù per le scale: Aveva anche un trimmer che si vedeva dal foro per la taratura elettrica del dispositivo. Dal terminale 5 col il tester bisognava ottenere una determinata tensione.
Molto approssimativo era il LED fissato sul coperchio del ricevitore per indicare lo stato di allarme del sensore. Collegato con due fili alla morsettiera permetteva la sosituzione in caso di rottura di rottura (era un comune diodo LED con tanto di resistenza di riduzione tensione. Praticamente indistruttibili, ancora oggi se ne possono trovare in giro funzionanti
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