Libera informazione sui sistemi di sicurezza

Categoria: Xtralis

Xtralis Vesda VEA-A40: Esperienze di installazione e messa in servizio

Il VEA-040-A00 è un sistema di aspirazione per la rivelazione di fumi molto particolare. Di produzione Vesda Xtralis, in Italia è commercializzato da Honeywell.

ASD a 40 capillari

A differenza dei comuni ASD che utilizzano uno o più tubi forati, solitamente di 25 mm di diametro, questo sistema è predisposto per accettare fino a 40 capillari di diametro 6 mm, direttamente collegati alla macchina.

Questi capillari, con una lunghezza fino a 100 metri, riescono a prelevare il fumo nei vari locali e il dispositivo riesce a identificare il singolo tubo che ha provocato l’allarme.

Inoltre, per ogni singolo tubo viene assicurato il controllo del flusso di aspirazione affinché non venga otturato o che abbia delle perdite.

Viene utilizzato per applicazioni specifiche, dove viene richiesta la classe A di rivelazione per ogni singolo tubo e l’identificazione del punto di allarme.

Tramite un altro chassis di uguale misura, installato nella parte alta, si ha a disposizione l’uscita singola di allarme su 40 relè, senza complessi collegamenti.

Altrimenti può essere centralizzato con vari protocolli.

La progettazione e la messa in servizio sono leggermente diversi dagli altri ASD.

La progettazione è molto più semplice. Basta predisporre un capillare per ogni locale o zona che si vuole proteggere. La copertura viene regolamentata dalla UNI9795, ma non devi calcolare la posizione dei fori e il loro diametro come per i comuni ASD.
L’installazione deve essere fatta con particolare cura. Tutti i capillari devono collegarsi perfettamente alla macchina o al dispositivo di fissaggio.
Tagli perfettamente verticali garantiscono la perfetta tenuta delle giunzioni.
Per migliorare l’installazione, Xtralis fornisce un particolare taglierino oer effettuare le connessioni.

La lunghezza massima per il capillare è 100 metri, ma può anche essere ridotta.
Il tool di progettazione fornito ti permette di impostare la lunghezza massima del tubo più lungo. Poi il tubo può essere ridotto inserendo a una particolare misura una riduzione a 4 mm.
Questo valore di lunghezza massima del tubo deve poi essere inserito nel tool di programmazione VSC per adeguare il valore di normalizzazione del flusso aria.
VSC per VEA A40

Uno dei problemi di progettazione è mantenere lo stesso valore di flusso d’aria per ciascun capillare e la soluzione adottata è quella di giocare sulla lunghezza e sulla differenza di lunghezza fra capillare da 6 mm e da 4 mm.
La riduzione è sempre fornita da Vesda
Curve particolarmente strette di tutti i tubi possono diminuire il flusso dell’aria.
Per far rientrare tutti i valori, ho dovuto barare la lunghezza dei tubi aggiungendo 5 metri, in modo che tutti i tubi rientrassero nella tolleranza di aspirazione.

I punti di spillaggio aria

Un altro particolare importante è il punto di spillaggio dell’aria: non è un semplice foro, ma è una piccola valvola che garantisce solo l’aspirazione nel senso giusto, bloccandosi nel senso contrario. Il motivo verrà spiegato più avanti.

VSP-982VSP-982VSP-982VSP-982
La messa in funzione e normalizzazione dei flussi dei tubi è leggermente più complessa e necessita di parecchi minuti, a seconda di quanti sono i capillari collegati.

La messa in servizio

Inizialmente va fatta la taratura e compensazione del flusso. Vengono testati singolarmente i tubi a 2 a 2 e viene memorizzata dal sistema. Se non rientra in un determinato range, la VEA rileva il guasto e segnala la anomalia.
Attenzione: questa prima taratura può arrivare a durare fino a 40 minuti, a seconda dei capillari da testare.
In caso di guasto di alcuni capillari si può richiedere un test solo per quelli preferiti, diminuendo il tempo di attesa della risposta ed accelerare la ricerca guasti.

Questa prima manovra garantisce che il capillare aspira la giusta quantità d’aria, ma come riesce il VEA a garantire che la quantità d’aria venga aspirata da quel dispositivo di spillaggio e non da una rottura del tubo??
E qui subentra il colpo di genio di Vesda!! Superata la prima taratura, si prosegue col test di integrità INVERTENDO il flusso dell’aria. Essendo in fondo una valvola di non ritorno, non deve passare aria. Se c’è passaggio d’aria, la Vea indica il capillare come guasto.
Terminati questi controlli la centrale si normalizza ed entra in uno stato di normale funzionamento.
Questi due test possono essere impostiti in fascia orario periodicamente con distanze variabili e, a scelta del cliente, possono essere anche escluse.
VSC VEA A40_2
L’aspirazione avviene dai 40 capillari contemporeamente per garantire la protezione globale: il caso di allarme inizia la scansione di due capillari alla volta fino alla identificazione del punto da cui proviene.
Questa scansione continua fino al ripristino degli allarmi.

Un parere personale è che si tratta di un dispositivo veramente valido, ma se non si tengono conto di queste nozioni tecniche di funzionamento e difficile metterla in funzione.
Per questo motivo ho voluto scrivere questo breve articolo.
Fra l’altro, la VEA dispone di una funzionalità di pulizia dei capillari, ma non ho ancora indagato sul principio di funzionamento.

Ringrazio il gruppo Allarmisti per passione di avermi permesso di pubblicare questo articolo, con la speranza di essere di aiuto ad altri tecnici che in futuro lavoreranno su questa macchina:

Tutorial: Come pulire le tubazioni di aspirazione dei campionatori d’aria

Xtralis Vesda Laserscan

Uno dei principali problemi che si possono verificare in un sistema di rivelazione incendi a campionamento di aria è la diminuzione  del flusso d’aria dovuto alla parziale otturazione dei fori di prelievo dovuti alla polvere ambientale.
Questa diminuzione porta ad una segnalazione di guasto dell’apparecchiatura e un non rispetto dei parametri fissati nel progetto: facilmente si può alterare la classe di protezione degli ambienti e i tempi di risposta
In aiuto , esistono filtri d’aria nel sistema ma questi sono soltanto per proteggere il dispositivo laser di rivelazione.
In ogni modo la pulizia dei tubi e dei filtri viene citato anche dalla UNI11224:2019 come controllo obbligatorio nei punti 8.3.3.7 e 10.2.3.7


Procedimento consigliato
Per iniziare si spegne il dispositivo e si tolgono i tubi dall’apparecchiatura. Avvicinarsi ad ogni punto di prelievo e con uno spillo pulire il foro, facendo attenzione a non allargarlo (per i sistemi che prevedono fori calibrati in plastica pre-forata, se molto sporco, prevedere anche ogni 4-5 anni di sostituirlo).
Andare sui tubi e con un aspirapolvere, aspirare per qualche minuto all’interno del tubo.             

Molto comodo è assemblare alla fino dell’aspiratore, un giunto in modo da poter attaccare il tubo con maggior tenuta. Oltre a recuperare lo sporco interno provocato con la pulizia dei capillari, si svuotano i tubi da eventuali “clandestini” (ragni, insetti,ecc).
Successivamente occorre soffiare all’interno del tubo (esistono aspirapolveri che diventano anche soffiatori, in modo di fare tutto con un unico dispositivo).
Anche qui starci per qualche minuto.
Questa procedura andrebbe fatta almeno una volta all’anno, durante il normale giro di manutenzione oltre che a controllare l’integrità dei tubi e che ogni foro aspirante non abbia una otturazione interna.
A dimostrazione che tale manovra è utile, ho eseguito due misure di flusso prima e dopo la pulizia (foto in basso)
Come vedete il flusso è notevolmente migliorato.
Inoltre aiuta nell’aumentare la vita del motorino di aspirazione.
(vedi foto . Posizionati a protezione uffici)

Motorino aspirazione aperto dopo 10 anni di uso


Ricordarsi di re-inserire i tubi nel dispositivo (facendo cura a non far cadere polvere nel foro aspirante)e ripristinare l’alimentazione.
Negli impianti fatti a regola d’arte viene inserito, poco prima dell’ingresso del tubo nel campionatore, un sezionatore: questo aiuta notevolmente i tecnici nello sfilaggio del tubo, soprattutto nei spazi più disperati come controsoffitti e sottopavimenti.

Xtralis Vesda Laserscan: Scopriamo come è fatta

Xtralis Vesda Laserscan

Xtralis Vesda Laserscan: è un sistema di rivelazione fumi a campionamento d’aria su 4 tubi con la possibilità di scansionare gli ingressi ed identificare su quale arriva il fumo. Vediamo un po’ come è fatta dentro.
Ormai sostituita dai modelli nuovi Vesda E, rimane una ottima macchina

Aperta si riesce ad identificare la scheda di alimentazione in/out e la scheda di controllo coperta da una protezione di cartone per proteggierla da cortocircuiti con lo schermo metallico per evitare disturbi magnetici (si vede molto bene nella parte del coperchio)
7 rele di uscita programmabili. Tutto ben dislocato ma potevano adottare dei morsetti migliori: difficili da staccare e col serrafilo in verticale non facilita la tenuta del cavo. Connettore SVGA per tastiera di programmazione. Altra piccola pecca: bisogna acquistarla a caro prezzo
Doppia alimentazione e connettori del VesdaNet, sistema di comunicazione seriale per mettere insieme le centrali e farle comunicare con sistema di supervisione.

Purtroppo questo protocollo di comunicazione è proprietari e non viene pubblicato.

Sotto la scheda di controllo si vede la ventola aspirante, parte del sistema di rivelazione laser e la zona del filtro aria in basso a destra (filtro rimosso). Qui l’aria aspirata viene filtrata e una piccola parte viene mandata dentro la camera ldi analisi attraverso i tubi neri. Abbiamo così una doppia protezione: pulizia dalle polveri d’ambiente e una riduzione dell’aria che provoca maggiori possibilità di danneggiamento del laser.
Un sistema a tempo impostabili sentenzia il cambio del filtro, segnalata dal guasto di centrale

Tutti i connettori di collegamento fra scheda di controllo e gli altri componenti sono segnati e terminati con connettori diversi uno dal’altro per evitare errori

Smontato la ventola aspirante e il laser si intravede lo chassis e il gruppo scanner dei tubi. Elemento importante dove risiedono i motorini di chiusura farfalla dei tubi e i dispositivi di controllo flusso dell’aria a variazione resistivo

La sua modularità permette di sostuire i sui componenti soggetti ad usura (laser e motore aspirante) con estrema semplicità.
Purtroppo questo gruppo scanner non può essere sostituito: se avete guasti dovuti a scannerizzazione dei tubi e sul controllo del flusso occorre per forza smontare il sistema e mandarlo a riparare.
E qui un altro punto negativo: aspettatevi una lunga attesa che varia dai due ai cinque mesi.

Ora non rimane altro che rimontarla come era inizialmente

Sistemi di rivelazione fumi a campionamento aria

I sistemi di rivelazione fumi a campionamento aria sono sicuramente una branchia in via di espansione e in via di continua innovazione. Da quando uscirono i primi sistemi di campionamento negli anni 90 ad oggi, i dispositivi sono passati da qualcosa di empirico e autoprogettato a qualcosa di standard e normalizzato dalla EN54-20.
Concetto di funzionamento
Il concetto è semplicissimo. Prelevare forzatamente dell’aria da un ambiante, analizzarlo e vedere se c’è presenza di fumo. Questa forzatura può essere dovuta a differenze di pressione naturali (campionamento in canale d’aria) o forzate da motori aspiranti.
La presenza di fumo viene rilevata o da normali rivelatori di fumo (tipico dei primi) o da sensori a raggi laser. Quest’ultimi riescono ad ottenere un grado di sensibilità notevolmente piu alto dei primi.
Progettazione
Mentre quello da canale aria esce già completo di tutto (vedi foto in alto), dalla camera al tubo di prelievo da montare all’interno del condotto ventilante, il secondo necessità di una tubazione con determinati fori di prelievo a distanza e diametro prestabilito. Lo standard vuole che si adotti un tubo color rosso di diametro esterno da 25 mm.  Con un apposito tools di calcolo, si progetta una tubazione che garantisce un ugual prelievo d’aria per ogni foro anche se posto a differenza distanza dal motorino aspirante.

KONICA MINOLTA DIGITAL CAMERA

Possono essere montati anche dei capillari per fare un punto di prelievo in ambiente con foro nel controsoffitto e tubazione nella parte alta nascosta, rendendo i punti di rilevazione quasi invisibili.
La camera ha all’interno un sensore di flusso dell’aria per poter generare un guasto nel caso che un foro si tappi (calo del flusso) o se la tubazione si rompa (aumento del flusso). Inoltre la velocità di aspirazione dell’aria e la lunghezza del tubo determinano il tempo di trasporto del fumo, cioè dopo quanto tempo viene rilevato l’incendio. Questo non può superare i 120 secondi. Su questa base sono poi nati diversi miglioramenti a secondo delle marche di produzioni. Mi azzardo ad affermare che le case costruttrici leader del mercato non sono molte. Posso citare Xtralis, Wagner, Siemens e poche altre, ognuna con caratteristiche diverse.
La Wagner garantisce per certe macchine l’identificazione del punto dove rileva il fumo (grazie ad una pompa che inverte il fumo). Anche Xtralis riesce a farlo ma usando un sistema di prelievo a capillari (tubini di diametro 6) che al momento di presenza fumo vengono analizzati separatamente. SIemens garantisce una maggiore discriminazione dei falsi allarmi grazie all’utilizzo di due laser di diverso colore (rosso e blu) che identificherebbero la polvere dal fumo:
Accessori
Filtri per l’aria. Pompe invertenti per la pulizia dei fori. Dispositivi per la condensa. Sistemi per la rivelazione dei gas infiammabili.
Vantaggi
Maggior sensibilità. Meno stesura dei cavi. Facilità nelle prove di manutenzione soprattutto nelle zone difficili come controsoffitti e sottopavimenti. Meno componenti soggetti a rottura (difficilmente un tubo si rompe)
Svantaggi
Usura del motorino aspirante. Sporcizia del tubo e intasamento dei fori aspiranti dovuti anche alla normale polvere ambientale. Costo dei pezzi di ricambio alti