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La normalizzazione del flusso aria negli ASD

La normalizzazione del flusso di aria negli ASD (sistemi di rivelazione fumo ad aspirazione) e la misurazione del flusso è molto importante per il corretto funzionamento del dispositivo.

Cosa si intende per flusso aria.

Il flusso aria dei ASD è la quantità di fumo aspirata dalla ventola attraverso i tubi forati (pipes) e, normalmente misurata in litri/minuto.
Attraverso a dei debimetri o a dei sensori ad incandescenza riescono a misurare la quantità di aria che attraversa ogni tubo e le variazioni nel tempo.

In questa foto si vedono i 4 ingressi dei tubi con sotto il sensore del flusso


Questo è un valore molto importante: deve essere il più similare al valore indicato sul progetto della macchina effettuato con i tools di progettazione forniti dalla casa costruttrice del prodotto.
Se non corrisponde il tubo non è stato messo in opera bene (tubo rotto o otturato, troppe curve, ecc)
Questo dato, se non corrisponde, può alterare la classe di funzionamento del sistema.

La normalizzazione

Verificato che in fase di installazione che la quantità di aria è quella prevista dal progetto, si procede alla normalizzazione.
Il sistema immagazzina il valore misurato e lo tiene per riferimento. Fatto 100 % questo valore, monitorizza nel tempo eventuali variazioni e vede in percentuale quanto questo si modifica. Se scende sotto una certa percentuale il tubo potrebbe essere otturato, se sale potrebbe essere aperto. In tutti i due casi, segnala un guasto.
Questa normalizzazione può essere un processo rapido (ASD ad un tubo) o abbastanza lungo (ASD a 2,4 tubi).
Per dispositivi a 40 capillari di aspirazione, identificabile ad uno ad uno, il tempo di attesa può arrivare anche a 40 minuti!!
In ogni caso, deve essere controllato il flusso e memorizzato per ogni tubo

Manutenzione

A questi apparati va eseguita una manutenzione specialistica.
La normalizzazione non dovrebbe mai modificarsi nel tempo e va controllata.
Periodicamente la UNI11224 prevede la pulizia dei tubi e la corrispondenza del flusso con il valore del progetto:
La tendenza dei tecnici che ad ogni guasto di flusso procedono con una nuova normalizzazione è fondamentalmente errata. Se non si controlla il flusso reale in litri/metro del progetto, si cade nel rischio di perdere la classe con cui si è progettato o, addirittura, la rivelazione dei fumi.
Ricordo che per mantenere la classe A, bisogno che il dispositivo segnali l’allarme entro 60 secondi all’esposizione di fumo nel foro più distante. Queste alterazioni variano anche le tempistiche di risposta.
I sistemi di classe B devono andare in allarme entro 90 secondi e classe C in 120 secondi
Oltre questi tempi non vengono rispettate le normative

Rivelazione incendi: dal collettivo al indirizzato anche wireless

In questo articolo vediamo il passaggio da linea convenzionale a linea indirizzata

Linee convenzionali ( o collettive)
Inizialmente fu linea convenzionale… Le prime centrali antincendio si collegavano ai sensori e/o pulsanti attraverso una linea bilanciata con una resistenza chiamata appunti EOL (end of line – fine linea). L’interruzione di questa resistenza creava una segnalazione di guasto; una diminuzione della resistenza invece generava l’allarme.
Sistemi più sofisticati usavano (ed ancora usano) una scheda EOL composta da transzorb; oppure resistenza con condensatori per evitare interferenze con la lunghezza del cavo.
Questa linea permetteva anche l’alimentazione del sensore e una base con micro di contatto permetteva di controllare l’esistenza del rivelatore. In caso di allarme, il sensore rimaneva allarmato finchè non veniva tolta la tensione alla linea per qualche secondo.
Erroneamente parlo al passato perchè questo genere di linea esiste ancora oggi ed è utilizzata per piccoli impianti o per centrali che gestiscono spegnimenti.

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Linee indirizzate
Dal 1980 iniziarono a comparire le prime linee indirizzate. C’erano vari problemi da risolvere come aumento dell’assorbimento elettrico del rivelatore più sofisticato, qualità del segnale di indirizzamento e esenzione dai disturbi magnetici.

Le prime zoccoli indirizzati avevano una alimentazione secondaria ( la linea era formata da 4 fili: due di dati e due di alimentazione, ancora oggi utilizzata nell’antintrusione) e spesso l’elettronica di numerazione era montata sulla base e non dentro il rivelatore.

Poi il lampo di genio: inserire un condensatore all’interno della base che alimentato si caricava e manteneva l’alimentazione al circuito elettronico anche quando nella linea veniva invertita la tensione per poter permettere il transito dei pacchetti in bit seriali per l’indirizzamento. Il tutto per poter fare una linea con soli 2 fili come alla maniera convenzionale. Il problema della esenzione dei disturbi pur utilizzando tratti di cavo lunghi fu risolto utilizzando cavo schermato e, nei migliori dei casi, una frequenza di trasmissione molto bassa.

Le ditte migliori furono quelle che fin dall’inizio crearono un protocollo efficace ma ristretto ed minimale. Meno dati da  trasmettere significava velocità di trasferimento minore e maggior esenzione dei disturbi.
Si passò dai 25 sensori per linea a 50 indirizzati fino a 254 sensori. Poi l’uscita della EN54 per le centrali antincendio costrinse a creare linee che in caso di corto circuito o apertura della linea non venissero persi più di 32 sensori.


Segno il passaggio da linea a stella a linea a loop con l’introduzione dei famosi isolatori di linea.

Wireless

Negli ultimi anni sono comparsi anche i rivelatori e pulsanti via radio. Prima sperimentali, oggi sono riconosciuti dalla UNI9795 ed certificati EN54.
Di solito esiste un gateway che li inserisce all’interno del loop oppure comunicano direttamente alla centrale. Sempre per la EN54 si può un massimo di 32 device per gateway o centrale.
Hanno trasmissione radio bi-direzionale e alcune marche consentono di fare collegamenti ponte fra device in modo da aumentare la sicurezza e il campo di azione:
Esiste il problema delle batterie. Alcune marche permettono lo smontaggio e il rimontaggio tramite asta senza bisogno di scala: molto comodo in questo caso.
Ricordatevi che anche il gateway ha la batteria.


Tecniche di indirizzamento
Dip-switch o rotori che numerano il sensore:

molto comodo in caso si sostituisca il sensore ma col rischio che sulla linea vengano montati più sensori con lo stesso numero


Ogni sensore ha un suo numero univoco: 

evita l’errore del doppio numero ma occorre essere a conoscenza della procedura di sostituzione del sensore o del software di programmazione di centrale


Il sensore prende il numero a secondo della posizione sulla linea: comodo perchè non occorre numerare il sensore, ma presenta vari problemi durante l’attivazione dell’impianto, soprattutto se non si conosce il giro dei cavi steso dagli elettricisti. Difficile anche fare ampliamenti perchè occorre modificare il programma in molti punti

Contatto magnetico: il dispositivo antifurto più usato

Il contatto magnetico è sicuramente il dispositivo antifurto più usato in tutti i sistemi antintrusione. La sua semplicità ed efficacia lo rende indispensabile in ogni impianto

Cosa protegge e come funziona

Il contatto magnetico controlla se una porta, o finestra, o cancello è chiuso (impedendo l’accesso ai ladri) o se questo viene aperto nel tentativo di intrusione. E’ composto di due parti: una magnetica che viene posta nella parte movibile, ed una con un relais reed nella parte fissa. Questo relais sente la presenza della parte magnetica vicina fornendo un contatto chiuso: appena la parte magnetica si allontana, il contatto si apre segnalando il cambio di stato. Viene utilizzato per controllare se tutti gli accessi della zona protetta sono stati chiusi

Punto forte: semplicità e basso costo

Ecco nelle foto come è fatto un contatto magnetico.
C’é il relais reed, che non è altro che una piccola ampollina di vetro, saldato su un semplice circuito per attaccare i morsetti e il contatto di tamper. L’altra parte è un semplica magnete. Questo dispositivo non va neanche alimentato, perchè funziona per la forza del magnetismo.

Ma ha un punto debole…

Purtroppo si, è facilmente eludibile. Basta avvicinare un altro magnete al contatto e si può allontanare l’altra parte senza che venga generato allarme. Perciò bisogna stare attenti ad installarlo. Sicuramente va montato dal lato della zona da proteggere, in modo non raggiungibile da fuori.
Altrimenti si può passare ai modelli più evoluti, che compensano a questo difetto

Doppio o triplo bilanciamento magnetico

Sono contatti magnetici composti da più reed e da una parte magnetica che, se posizionata nella giusta posizione di chiusura, crea un particolare flusso che fa chiudere solo una parte di relais (quelli di chiusura). Avvicinando un magnete esterno, questo agisce su tutti i rele, anche quelli che non dovrebbero scattare, provocando una stato di allarme.
Sono più critici degli altri, soprattutto il triplo bilanciamento che sente anche la diversa distanza dalla parte magnetica, e perciò poco idonei in cancelli o porte con chiusure non ferme
Ultimamente in commercio, esistono anche i contatti magnetici con tecnologia Magnasphere®, sempre per ovviare a questo mascheramento.

Varietà

Nonostante tutto esistono molteplice varietà di contatti magnetici

Quelli da incasso, quelli carrabili e calpestabili per saracinesche, quelli da immersione, e pure wireless.
E vengono utilizzati non solo nel campo della sicurezza.

Attenti alle offerte sui sistemi antifurto

In questi ultimi mesi, si sente parlare di sistemi antifurto in offerta speciale. Ma cosa esattamente si nasconde dietro a tutto ciò? Ammetto che talvolta ci sono occasioni fatte da veri professionisti, ma il più delle volte bisogna stare attenti a non cadere in certi fraintendimenti, soprattutto se non si è esperti in materia.
Vediamo i casi più frequenti.

IMPIANTO o VENDITA DI ABBONAMENTO MENSILE DI SORVEGLIANZA?


Inizialmente fu uno solo, ma ultimamente altre associazioni si stanno organizzando. Propongono di venderti ad un prezzo eccezionale, un sistema di antifurto e poi, con la scusa che senza alcuno che riceve gli allarmi, ti vendono un abbonamento mensile da un similar istituto di vigilanza. Per di più, di dicono che ne curano la manutenzione e ti gestiscono la trasmissione degli allarmi, monopolizzandoti l’impianto. Un giorno che non vuoi più il servizio, ti ritrovi con un sistema inutilizzabile.
L’idea base è in parte giusta: una volta che ha rilevato una effrazione, un sistema di antifurto deve avere un punto di riferimento a cui trasmettere l’allarme ma non per questo deve essere monopolizzato. Devi decidere tu a chi inviarlo: puoi scegliere di essere indipendente e gestirti gli allarmi da solo o tramite conoscenti, oppure rivolgerti ad istituti di vigilanza di tua scelta. Vi ricordo che esiste anche una certificazione degli istituti di vigilanza, che ne garantiscono l’efficenza e la gestione degli allarmi. La UNI10891 non era presente in questi istituti di vigilanza (può darsi che nel frattempo abbiano provveduto)

INSTALLAZIONE PROFESSIONALE

Un sistema antintrusione efficiente deve essere progettato, installato e certificato. Progettato per coprire tutti i possibili buchi di intromissione dei ladri da persone esperte. Installato in modo preciso perché i sensori adeguati e ben posizionati possono funzionare al cento per cento delle loro capacità. Certificato perchè si tratta di un impianto soggetto a certificazione. Sempre più, al giorno d’oggi, dilagono i personaggi fac-totum: dall’impianto antintrusione all’idraulico passando per l’imbianchino e il dentista. State molto attenti a queste persone…..

TUTTI IMPIANTI WIRELESS!!!

Oggi molti spingono sugli impianti totalmente wireless. Vengono illustrati come maggiormente tecnologici ma in realtà sono solo più veloci da installare. Un buon impianto deve avere una parte filare, soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione della centrale e delle sirena. La centrale da preferire è la cosiddetta ibrida che supporta sia sensori filari che wireless

KIT FAI DA TE

A meno che non sei un esperto e il posto da proteggere è piccolo, i kit fai da te non sono consigliabili. Trattandosi quasi tutti di sistemi wireless, dopo devi fargli la manutenzione e sostituire le batterie. Devi sapere come montarli, ecc,ecc

SISTEMI RIVOLUZIONARI SUBSONICI

Diffidate da sistemi dove un unica centrale, posta al centro di una abitazione riesce a rilevare intrusioni percependo rumori o minime variazioni di pressione ambientali. Basta studiare un minimo di fisica per capire che certi impianti hanno notevoli buchi di azione. E se ti dimentichi le finestre aperte? I fori di areazione obbligatori delle cucine?
Dirai che se lasci aperto una finestra, anche un tradizionale impianto ha un buco di sicurezza ma, al contrario, o questo non si inserisce illustrandoti la dimenticanza o protegge lo stesso l’ambiente dalle intromissioni

Antifurto: errori da non commettere

Antifurto: errori da non commettere.

Facendo manutenzione a moltissimi impianti antintrusione, ho notato frequenti errori. Ho fatto di seguito un elenco con la speranza che possa essere utile.

Infrarosso installato sopra termosifoni

Il volumetrico all’infrarosso funziona percependo il calore emesso dal corpo umano. Il calore emesso dal termosifone potrebbe generare falsi allarmi

Micronde con direzione all’esterno area protetta

Le micronde generate dal volumetrico passano attraverso i muri. Persone che passano all’esterno potrebbero influenzare il volumetrico

Sirene interne installate nello stesso locale della centrale

Facile da installare per la riduzione dei cavi, è una guida ai ladri per identificare subito la centrale e sabotarla.

Sirene esterne con cavo di collegamento a vista

La sirena da esterno deve essere montata SUL foro di uscita del cavo di collegamento, per avere il massimo della protezione

Sirena con luce che si accende a impianto inserito ( e rimane accesa)

Mai mettere a conoscenza all’esterno lo stato del tuo impianto. E se un giorno vai via e ti dimentichi di inserire l’antifurto??
Questa spia, se presente, deve funzionare qualche secondo, solo all’atto di inserimento e disinserimento dell’impianto, per l’utilizzatore.

Falsi sensori

Se montate sensori finti o non collegati, montateli in modo plausibile. I ladri non sono ignoranti: conoscono anche loro come identificarli

Codici di disinserimento scritti sulla tastiera

Incredibile, ma vero!! Se non palese come nella foto, molti codici sono scritti dietro lo sportellino della tastiera, come se il ladro non lo dovesse MAI aprire

Codici di disinserimento banali

Il 50% degli impianti ha codici tipo 11111 o 1234. Io consiglio  sempre, almeno, di mettere la data di nascita o del matrimonio o di nascita del figlio. Qualcosa di facile da ricordare ma non banale. Per fortuna che certe centrali non permettono l’immissioni di codici facili

Cambiare sempre tutti i codici di default delle centrali

Non lasciare mai i codici di default della centrale (trovabili facilmente su internet). Pretendere di essere a conoscenza anche del codice installatore e cambiarlo o bloccarlo (nelle centrali che lo permettono)

Antifurto: come è fatto

Antifurto: ecco le parti principali in cui è costituito un impianto antintrusione:

Centrale

Ecco il cervello principale del sistema. Questa “scatola elettronica” riceve tutte le segnalazioni dai vari sensori e decide se è il momento giusto per far scattare l’allarme. Gestisce i collegamenti con i componenti del campo, gestisce programmi orari di inserimento e disinserimento, gestisce iterazioni con altri componenti (DVR, telecamere, controllo accessi, ecc..).
Esistono centrali filari, wireless (senza utilizzo di cavi tramite collegamento via radio) o ibride cioè filari e wireless insieme.
Possono essere ampliabili grazie l’utilizzo di interfaccie dislocabili in campo, riducendo la stesura dei cavi

Gruppo di alimentazione supplementare

E’ quello che permette la continuità del funzionamento anche in mancanza di corrente (interruzione elettrica volontaria o involontaria). Mantiene in carica una batteria, supervisiona lo stato di carica e la utilizza in caso di necessità.

Linea Bus

Collegamento su cui girano tutte le informazioni digitali fra i vari componenti. Solitamente è un cavo bianco a 4 fili (2x1mm + 2X0,22 mm)

Tastiera

Tastiera munita di un piccolo schermo alfanumerico attraverso il quale si può comunicare con la centrale. Inserimento, disinserimento, esclusione sensore guasto, programmazione, ecc. Si accede a questo dopo l’inserimento di un codice numerico impostato dal cliente.

Sensori.

Sono i componenti dislocati in campo che rilevano gli allarmi e lo comunicano alla centrale. Possono essere collegati con un cavo direttamente alla centrale o ad una  interfaccia collegata sulla linea Bus (per impianti grandi). Viene utilizzato il tipico collegamento a doppio bilanciamento per garantire la sicurezza. Questi sensori possono essere di vario tipo, a secondo di cosa devono rilevare (movimento di una persona, apertura di una porta, rottura di un vetro, ecc). Possono essere anche wireless, cioè comunicano con la centrale via radio grazie l’utilizzo per alimentazione di una batteria. Minor stesura di cavi a discapito di minor efficienza e più alto costo di manutenzione (le batterie vanno cambiate periodicamente)

Inseritore

Componente molto più semplice della tastiera, utilizzato per inserire e disinserire l’impianto. Normalmente è una chiave elettronica o un semplice telecomando (wireless)

Sirena

Possono essere interne o esterne. Autoprotette da atto vandalico (sono le prime colpite in caso di scasso o furti), autoalimentate da batterie, con lampeggiante. Le più performanti hanno dispositivi antischiuma, antiperforamento e antivibrazione)

Trasmettitore allarmi

Dispositivo posto nelle vicinanze della centrale (se non integrato con la stessa), atto a trasmettere un eventuale allarme a chiunque si desideri. SI possono trasmettere messaggi vocali, sms, immagini. Le nuove centrali permettono interfacciamento con smartphone, con gestione degli allarmi dal telefono e visualizzazione di telecamere per capire se si tratta di un falso allarme

Cose da sapere prima di acquistare un antifurto da casa

Permettetemi di dire alcune cose da sapere prima di acquistare un antifurto da casa.
In trentacinque anni di installatore di sistemi di sicurezza, mi sono fatto una discreta esperienza del campo. Ecco alcuni punti su cui riflettere prima di procedere all’acquisto.

Conta il materiale ma soprattutto l’installazione:

E’ vero che il materiale di qualità conta, ma soprattutto conta la giusta installazione.

La progettazione e l’installazione dei sensori deve essere fatta da persone esperte, altrimenti l’errato montaggio crea falsi allarmi o, ancora peggio, facili passaggi in zone non protette.
Dove ci sono pochi valori da proteggere, può essere sufficiente un kit acquistato già pre-programmato.
Ma se avete alti valori da salvaguardare  affidatevi a ditte che da anni lo fanno come mestiere. Il nostro lavoro è molto professionale e l’esperienza è un fattore importante

Wireless o no wireless?

Al giorno d’oggi, la tecnologia ha fatto enormi passi in avanti nella sicurezza degli impianti wireless (ovvero senza fili). I sensori, alimentati da batterie, possono essere installati senza riempire la casa di canaline e cavi antiestestici.
Ma ricordatevi che un sensore tradizionale funzionerà sempre meglio di uno wireless.

Esistono possibilità di programmazioni per i nuovi dispositivi su bus di taratura che garantiscono adattabilità per i posti difficile che i wireless non hanno.
Perciò, ove possibile, preferite sempre i sensori tradizionali a linea bilanciata o quelli su bus.
Diffidate dell’installazione totalmente wireless. Spesso serve a giustificare una più veloce installazione permettendo prezzi più bassi. Inoltre sappiate che le batterie durano dai 2 ai 6 anni, a secondo di quante volte questo sensore viene allarmato. Le batterie dei sensori arrivano a costare anche 40 euro l’una. Io consiglio sempre una centrale ibrida, ampliabile, dove si possono installare sensori wireless e tradizionali

Impianto antifurto o servizio antifurto con servizio di protezione?

Ultimamente il mercato ci sta riempendo di impianti a prezzi stracciati, collegati ad istituti di vigilanza che controllano l’efficienza e gestiscono gli allarmi.
Attenzione: questi sistemi sono validi se sei disposto a pagare mensilmente su servizio di assistenza a questo istituto di vigilanza del valore di circa 50 euro mensili per minimo 36 mesi.
Perciò attenti a cosa acquistate e cosa volete acquistare. Se vi serve un servizio di vigilanza va benissimo, affidandovi ad un istituto di vigilanza certificato, ma se gli allarmi volete gestirli voi col vostro telefonino o quello di parenti, questi non fanno il caso vostro.
D’accordo che gli impianti normali vanno seguiti da un servizio di manutenzione (vedi in basso), ma i costi sono molto più bassi

Manutenzione:

Se acquisti un impianto antifurto devi pensare anche ad una ditta che ne faccia manutenzione. (ad un prezzo ragionevole). Serve soprattutto per le urgenze, quando il sistema impazzisce ed inizia a suonare a vanvera. Perciò vi consiglio di contattare una ditta locale, che abbia un numero di reperibilità e che faccia sicurezza di mestiere. Poi, sarebbe anche meglio, se questa ditta fosse anche quella che ve lo ha installato (informatevi nel momento della contrattazione per l’acquisto)

Documentazione

Chiedi sempre se nel prezzo è prevista una certificazione dell’impianto e tutti i manuali di utilizzo della centrale e dei sensori. 
Tutto il materiale deve essere certificato per l’Italia, soprattutto il wireless

Piccole delucidazioni sul significato delle parole

Capita a volte che certi termini per indicare persone che commettono atti penali, non usando il termine specifico.
Ecco delle piccole delucidazioni sul significato delle parole più usate:

LADRO – chi tende ad appropriarsi di cose altrui.

FALSARIO – chi crea copie di cose autentiche (dalle banconote alle opere d’arte), allo scopo di guadagnano.

SCASSINATORE – chi forza l’apertura di porte blindate, casseforti o affini con mezzi forti, non preoccupandosi dei danneggiamenti, allo scopo di guadagno

RAPINATORE – chi si impossessa con l’uso della forza o con l’utilizzo di armi, di materiali o oggetti di valore altrui.

SABOTATORE – chi manomette cose o materiale altrui.

SEQUESTRATORE – chi tiene in ostaggio una persona per ottenere dei soldi in cambio della sua libertà

BORSEGGIATORE – chi si appropria di denaro o valore altrui, con manovre veloci senza fare in modo che la persona se ne accorga.

SCIPPATORE – Chi si appropria del denaro o valore altrui, con la forza e prendendo all’improvviso il malcapitato.

CONTRABBANDIEREpersona che esegue un traffico clandestino di merci tra stati diversi senza il pagamento dei dazi doganali o in spregio alle regole che limitano il commercio di determinati beni. Il contrabbando è sempre stato contrastato dai vari stati tramite il controllo delle frontiere e con legislazioni che prevedono sanzioni pecuniarie e detentive.

ASSASSINO – chi toglie la vita altrui

VANDALO – chi danneggia cose e materiale altrui senza alcun fine, solo per il gusto personale.

TRUFFATORE – chi riesce a costruire una situazione ingegnosa, con strategia e ottima parlantina, che permette di sottrarre dei soldi col consenso della persone

HACKER – è un esperto di sistemi informatici e di sicurezza informatica in grado di introdursi in reti informatiche protette e in generale di acquisire un’approfondita conoscenza del sistema sul quale interviene, per poi essere in grado di accedervi o adattarlo alle proprie esigenze.

TERRORISTA – é persona che attenta alla vita dei cittadini con atti anche catastrofici, al fine di far valere i propri principi ideologici.

MALVIVENTE – che si guadagna da vivere con atti criminosi.

Si fa presto a dire perimetrale esterno

Si fa presto a dire perimetrale esterno in un impianto antintrusione: infatti sotto questo nome si può intendere una varietà di sensoristica funzionante con diverse tecnologie. con i propri vantaggi e svantaggi.
Il problema principale è che, essendo all’esterno, sono più portati a generare falsi allarmi.
Proviamo a fare un elenco con vantaggi e svantaggi:

Barriere lineari

Si dividono in piccola portata e grande portata. Piccola portata (max 3-4 metri) servono per proteggere finestre o porte. Grande portata possono raggiungere anche 200 metri e proteggono giardini e campi.
Entrambe sono costituiti da due parti, una ricevente e l’altra trasmittente, che creano una specie di barriera che, se attraversata genera l’allarme. Per piccole portate si basano su raggi infrarossi, mentre per grandi portate possono essere anche a micronda o doppia tecnologia (infrarosso e micronda), per diminuire i falsi allarmi. L’infrarosso tende ad oscurarsi con la nebbia, mentre la micronda tende ad allargare il suo fascia di azione uscendo dalla zona protetta. (vicinanza con strade e linee ferroviarie)
Ideali per lunghi perimetri
Possibili falsi allarmi per nebbia, animali, erba alta o fronde di alberi vicino allle barriere.

Volumetrico da esterno

Il principio di funzionamento è come quello interno, ma più filtrato grazie all’utilizzo, quasi obbligatorio, dell’accoppiata micronda ed infrarosso. Coprono fino a 20-25 metri, anche se, più aumenta il campo, più aumentano i falsi allarmi.
In commercio esistono quelli che si autodefiniscono a tripla tecnologia: in realtà consistono su 2 infrarossi accoppiati e un micronda.
Ultimamente vengono molto utilizzate per la protezione esterne delle abitazione, anche grazie alla commercializzazione di questi tipi di sensori wireless.
Possibili falsi allarmi per animali.

Sensori inerziali

Da installare sopra agli infissi, alle vetrate e porte blindate, rilevano le vibrazioni e il rumore di un eventuale tipo di scasso, generando l’allarme.
Possibili falsi allarmi per grandine o forti venti.

Protezione per recinzioni

Questa protezione si integra con la recinzione presente e la protegge da eventuali scavalcamenti, agli o danneggiamenti.
E’ l’evoluzione dei sensori inerziale da esterno.
Attenzione: per ogni tipo di recinzione (a rete metallica, fissa, ecc) esiste il suo rivelatore studiato con il suo principio di funzionamento. I tratti possono arrivare fino a 200 metri.
Possibili falsi allarmi per grandine o forti venti.

Protezioni invisibili (interrate)

Questi sistemi creano una barriera interrata invisibile usando principalmente due tipi di funzionamento (a pressione o a radiofrequenza). Il primo sente la variazione di pressione sul terreno grazie a dei tubi riempiti con un tipo di olio, mentre il secondo sente la variazione del campo megnetico dovuto all’attraversamento tra un cavo trasmittente e un cavo ricevente. Questi possono girare accoppiati oppure a distanza di un metro uno dall’alto.
Non invasivi all’occhio come le barriere, sono però costosi per la messa in opera o per la ricerca guasti. Anche questi fino a 200 metri.
Temono le forti pioggie e la presenza di talpe

Rivelatori laser

Tecnologia molto recente, riesce a creare un campo di raggi laser che misurano eventuale variazione della distanza di rifrazione. Viene creata praticamente una mappa esterna in cui tracciare dove si vogliono generare gli allarmi.

Telecamere motion-detector

Telecamere che generano allarme se vedono l’intrusione di un uomo.
L’evoluzione dei programmi in questi ultimi anni, ha creato applicazione che riescono a discriminare gli oggetti in movimento inquadrati, riconoscendo se sono presenze umane, o animali od oggetti.
Utilizzano anche telecamere termiche, sensibili all’infrarosso con due grandi vantaggi: le immagini non sono soggette alla legge sulla privacy perchè le persone non sono riconoscibili e non occorre che la zona sia illuminata.

Voglio fare il tecnico per impianti di sicurezza

Fare il tecnico per impianti di sicurezza può essere un mestiere interessante, ma purtroppo non si impara a scuola. In questo articolo citerò tutte le richieste tecniche che bisogna sapere per poter diventare un buon tecnico di sicurezza. Tratterò solo le conoscenze tecniche, perché quelle legali direi che sono obbligatorie.
Purtroppo oggi c’è la tendenza a vendere impianti fai da te, auto installabili, miracolosi e super-economici.  Senza considerare che per installare un ottimo impianto bisogna aver conoscenze di…..

Elettrotecnica:

sia teorica che pratica. Dal calcolo degli assorbimenti per il giusto dimensionamento dei cavi e alimentatori al fissaggio delle apparecchiature con trapano e tasselli

Elettronica:

Conoscenza e principi di funzionamento delle comunicazioni seriali (RS485, RS 232, ecc). Circuiti stampati, integrati, uscite open-collector o controllato da bilanciamento resistivo. Diodo e relè.

Informatica:

Oggi non esiste più una centrale che non si programma con un computer. Conoscenza dei programmi base di Microsoft Office. Interfacciamento con cavi seriali, USB e RJ45

Radiofrequenza

Con tutti i sistemi wireless di oggi e i collegamenti via radio, oggi bisogna avere un minimo di conoscenza anche sulla radiofrequenza. Trasmissione, caratteristica delle onde elettromagnetiche

Telefonia (fissa e cellulare)

I sistemi di allarmi trasmettono tramite combinatori telefonici su linea normale o GSM. Inoltre, quelli di nuova generazioni offrono particolari funzione su smartphone.

Programmazione

Logica booleana, un minimo di concetto database e SQL. Protocolli di comunicazione (Modbus, Scada, Bacnet, ecc)

Reti informatiche.

Switch, router, protocolli TCP/IP, UDP, indirizzo IP, gateway o mac-adress, I-Cluod. Col spostarsi del mondo del TVCC dall’analogico al digitale, queste informazioni sano diventate basilari.

Conoscenza delle normative

Gli impianti devono rispondere a tutte le normative vigenti in Italia nel momento della attivazione (Norme CEI, UNI, ecc)

Ottica

Messa a fuoco, profondità di campo, bilanciamento del bianco. Per avere immagini sempre chiare ed utili per il compito che devono svolgere

Termotecnica e idraulica:

Chi fa impianti antincendio può capitare di lavorare con impianti di spegnimento. Essere in grado di riconoscere eventuali errori o pericoli, può essere utile. Inoltre, i sistemi di campionamento aria sono formati da lunghi tubi aspiranti dove entrano in gioco differenze di pressione minime

Inglese:

In Italia esiste l’obbligo di rilasciare il manuale utente in italiano, ma non quello tecnico. Quelli tecnici sono sempre in inglese e, se sei fortunato, anche in italiano. Alcune marche, non prodotte in Italia, hanno anche il supporto tecnico in inglese perciò, oltra che a capirlo, bisogna saperlo scrivere e parlare

ma il più importante è l’esperienza

consiglierei sempre di non iniziare da zero, ma di unirsi a chi fa questo lavoro da anni. Trovare le motivazioni dei malfunzionamento sporadico o dei falsi allarmi, è un’arte che si impara solo col tempo

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