Libera informazione sui sistemi di sicurezza

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Cose da sapere prima di acquistare un impianto antintrusione

Permettetemi di dire alcune cose da sapere prima di acquistare un antifurto da casa. In trenta anni di installatore di sistemi di sicurezza, mi sono fatto una discreta esperienza del campo. Ecco alcuni punti su cui riflettere prima di procedere all’acquisto.

Conta il materiale ma soprattutto l’installazione:

E’ vero che il materiale di qualità conta, ma soprattutto conta la giusta installazione. L’installazione dei sensori deve essere fatta da persone esperte, altrimenti l’errato montaggio crea falsi allarmi o, ancora peggio, facili passaggi in zone non protette. Perciò affidatevi a ditte che da anni lo fanno come mestieri. Non affidatevi ai kit in commercio, a meno che non siate installatori.
Un altro consiglio che mi sento di darvi è quello di affidarvi ad imprese che fanno esclusivamente questo lavoro. Affidarvi a fac-totum, installatori elettricotermicocondizionamentoantennistaidraulicoechipiùnehanematta, non sarà competente come qello che per lavoro installa solo impianto di sicurezza. Credetemi: non è un lavoro facile.

Wireless o no wireless?

Al giorno d’oggi, la tecnologia ha fatto enormi passi in avanti nella sicurezza degli impianti wireless (ovvero senza fili). I sensori, alimentati da batterie, possono essere installati senza riempire la casa di canaline e cavi antiestestici. Ma ricordatevi che un sensore tradizionale funzionerà sempre meglio di uno wireless. Perciò, ove possibile, preferite sempre i sensori tradizionali. Diffidate dell’installazione totalmente wireless. Spesso serve a giustificare una più veloce installazione permettendo prezzi più bassi. Inoltre sappiate che le batterie durano dai 2 ai 6 anni, a secondo di quante volte questo sensore viene allarmato. Le batterie dei sensori arrivano a costare anche 40 euro l’una.
Inoltre oggi esistono apparecchi chiamati “jammer” che emettendo forti radiofrequenza, possono oscurare alcune marche di rivelatori, soprattutto quelli economici.
Io consiglio sempre una centrale ibrida, ampliabile, dove si possono installare sensori wireless e tradizionali

Impianto antifurto o servizio antifurto con servizio di protezione?

Ultimamente il mercato ci sta riempendo di impianti a prezzi stracciati, collegati ad istituti di vigilanza che controllono l’efficenza e gestiscono gli allarmi. Attenzione: questi sistemi sono validi se sei disposto a pagare mensilmente su servizio di assistenza a questo istituto di vigilanza del valore di circa 50 euro mensili per minimo 36 mesi. Perciò attenti a cosa acquistate e cosa volete acquistare. Se vi serve un servizio di vigilanza va benissimo, ma se gli allarmi volete gestirli voi col vostro telefonino o quello di parenti, questi non fanno il caso vostro. D’accordo che gli impianti normali vanno seguiti da un servizio di manutenzione (vedi in basso), ma i costi sono molto più bassi

Manutenzione:

Se acquisti un impianto antifurto devi pensare anche ad una ditta che ne faccia manutenzione. (ad un prezzo ragionevole). Serve soprattutto per le urgenze, quando il sistema impazzisce ed inizia a suonare a vanvera. Perciò vi consiglio di contattare una ditta locale, che abbia un numero di reperibilità e che faccia sicurezza di mestiere. Poi, sarebbe anche meglio, se questa ditta fosse anche quella che ve lo ha installato (informatevi nel momento della contrattazione per l’acquisto)

Documentazione

Chiedi sempre se nel prezzo è prevista una certificazione dell’impianto e tutti i manuali di utilizzo della centrale e dei sensori.  Tutto il materiale deve essere certificato per l’Italia, soprattutto il wireless

ASD: Sistemi di campionamento aria

I sistemi di rivelazione fumi a campionamento aria sono sicuramente una branchia in via di espansione e in via di continua innovazione. Da quando uscirono i primi sistemi di campionamento negli anni 90 ad oggi, i dispositivi sono passati da qualcosa di empirico e progettato a consigli della casa costruttrice a qualcosa di standard e normalizzato dalla EN54-20.
Questo ha permesso anche ad una standardizzazione dei tubi e dei capillari di previevo
Concetto di funzionamento
Il concetto è semplicissimo. Prelevare forzatamente dell’aria da un ambiante, analizzarlo e vedere se c’è presenza di fumo. Questa forzatura può essere dovuta a differenze di pressione naturali (campionamento in canale d’aria) o forzate da motori aspiranti.
La presenza di fumo viene rilevata o da normali rivelatori di fumo (tipico dei primi) o da sensori a raggi laser. Quest’ultimi riescono ad ottenere un grado di sensibilità notevolmente piu alto dei primi.
Progettazione
Mentre quello da canale aria esce già completo di tutto (vedi foto in alto), dalla camera al tubo di prelievo da montare all’interno del condotto ventilante, il secondo necessità di una tubazione con determinati fori di prelievo a distanza e diametro prestabilito. Lo standard vuole che si adotti un tubo color rosso di diametro esterno da 25 mm.  Con un apposito tools di calcolo, si progetta una tubazione che garantisce un ugual prelievo d’aria per ogni foro anche se posto a differenza distanza dal motorino aspirante.
ATTENZIONE: perchè l’impianto sia a norma, deve essere allegato al progetto il documento di calcolo delle tubazione e rispettare la descrizione fatta con lunghezze, curve, deviazioni e dimensionamento dei tubi

Punto di prelievo a controsoffitto per capillare

Possono essere montati anche dei capillari per fare un punto di prelievo in ambiente con foro nel controsoffitto e tubazione nella parte alta nascosta, rendendo i punti di rilevazione quasi invisibili.
La camera ha all’interno un sensore di flusso dell’aria per poter generare un guasto nel caso che un foro si tappi (calo del flusso) o se la tubazione si rompa (aumento del flusso). Inoltre la velocità di aspirazione dell’aria e la lunghezza del tubo determinano il tempo di trasporto del fumo, cioè dopo quanto tempo viene rilevato l’incendio. Questo non può superare i 120 secondi. Su questa base sono poi nati diversi miglioramenti a secondo delle marche di produzioni. Mi azzardo ad affermare che le case costruttrici leader del mercato non sono molte. Posso citare Xtralis, Wagner, Siemens e poche altre, ognuna con caratteristiche diverse.
La Wagner garantisce per certe macchine l’identificazione del punto dove rileva il fumo (grazie ad una pompa che inverte il fumo e calcola il tempo, dopo la pulizia, per la ricezione nuova del fumo). Anche Xtralis riesce a farlo ma usando un sistema di prelievo a capillari (tubini di diametro 6) che al momento di presenza fumo vengono analizzati separatamente (attualmente fino a 42).

Siemens garantisce una maggiore discriminazione dei falsi allarmi grazie all’utilizzo di due laser di diverso colore (rosso e blu) che identificherebbero la polvere dal fumo:
Accessori
Filtri per l’aria. Pompe invertenti per la pulizia dei fori. Dispositivi per la condensa. Sistemi per la rivelazione dei gas infiammabili.
Vantaggi
Maggior sensibilità. Meno stesura dei cavi. Facilità nelle prove di manutenzione soprattutto nelle zone difficili come controsoffitti e sottopavimenti. Meno componenti soggetti a rottura (difficilmente un tubo si rompe)
Svantaggi
Usura del motorino aspirante. Sporcizia del tubo e intasamento dei fori aspiranti dovuti anche alla normale polvere ambientale. Costo dei pezzi di ricambio alti

Rivelazione fumi: UNI9795 e UNI11224

Progettare, installare e fare manutenzione agli impianti di rivelazione fumi non è semplice, anzi bisogna essere dei professionisti!
A rendere la “vita difficile”, ma non impossibile, sono queste due norme che gestiscono questo campo.
Ogni impianto deve essere progettata secondo le norme UNI9795 e collaudato e mantenuto secondo le UNI11224.
Sono norme in vigore da quasi 20 anni, ma alcuni ancora le ignorano.
Avere un impianto che risponde alle norme (e credetemi sono tante) vuole dire dire sicurezza.
Spesso si ignora che in casi gravi di incendio, le forze dell’ordine e le assicurazione vanno a controllare se i dispositivi di sicurezza erano a norme e mantenuti bene e si rifanno alle normative presenti.
Questi impianti non possono essere fatti e mantenuti da chiunque!!

Gli installatori

Innanzitutto per installare gli impianti antincendio bisogna essere inscritti alla camera di commercio e possedere la lettera G, qualifica propria degli impianti antincendio.
Poi ogni impianto deve essere fatto seguendo un progetto redatto da un progettista qualificato, che verifica la copertura dei sensori e il posizionamento secondo le UNI9795 vigenti e che le richieste del cliente possano concordare con l’obbligarietà delle normative presenti
Questo progetto deve contenere la planimetria dell’edificio, la descrizione dell’impianto e dei materiali utilizzati e le logiche di funzionamento delle varie attuazioni. E se vengono utilizzati degli ASD, deve essere presente anche il progetto sul calcolo dei tubi aspiranti
Progetto indispensabile da associare alla dichiarazione di conformità dell’impianto

A cosa serve il progetto??

La UNI11224 pone come cosa indispensabile la presenza del progetto. Ne richiede il controllo ad ogni visita di manutenzione della rispondenza con lo stato attuale e ne richiede l’adattamento se viene riscontrata una modifica strutturale dell’edificio o anche un cambio dello stato d’uso dei locali (es: al posto del bagno viene fatto un ripostiglio).
Su questo e sulla data del collaudo dell’impianto pone la basi tutte le tempistiche di manutenzione e revisione dell’impianto, cambiando la quantità di rivelatori da testare e imponendo una revisione ogni 12 anni

Professionalità anche del tecnico manutentore

Anche chi fa manutenzione deve essere preparato. Sapere  le norme ti guida nella compilazione dei moduli previsti della UNI11224 (allegato A e B), comprendenti le prove minime e tassative da eseguire per ogni visita.
Deve conoscere i dispositivi su cui operare avendo seguito corsi adeguati.
Obbligatorio essere provvisto degli strumenti adeguati e consigliati da casa costruttrice per provare i vari dispositivi

Contatto magnetico: il dispositivo antifurto più usato

Il contatto magnetico è sicuramente il dispositivo antifurto più usato in tutti i sistemi antintrusione. La sua semplicità ed efficacia lo rende indispensabile in ogni impianto

Cosa protegge e come funziona

Il contatto magnetico controlla se una porta, o finestra, o cancello è chiuso (impedendo l’accesso ai ladri) o se questo viene aperto nel tentativo di intrusione. E’ composto di due parti: una magnetica che viene posta nella parte movibile, ed una con un relais reed nella parte fissa. Questo relais sente la presenza della parte magnetica vicina fornendo un contatto chiuso: appena la parte magnetica si allontana, il contatto si apre segnalando il cambio di stato. Viene utilizzato per controllare se tutti gli accessi della zona protetta sono stati chiusi

Punto forte: semplicità e basso costo

Ecco nelle foto come è fatto un contatto magnetico.
C’é il relais reed, che non è altro che una piccola ampollina di vetro, saldato su un semplice circuito per attaccare i morsetti e il contatto di tamper. L’altra parte è un semplica magnete. Questo dispositivo non va neanche alimentato, perchè funziona per la forza del magnetismo.

Ma ha un punto debole…

Purtroppo si, è facilmente eludibile. Basta avvicinare un altro magnete al contatto e si può allontanare l’altra parte senza che venga generato allarme. Perciò bisogna stare attenti ad installarlo. Sicuramente va montato dal lato della zona da proteggere, in modo non raggiungibile da fuori.
Altrimenti si può passare ai modelli più evoluti, che compensano a questo difetto

Doppio o triplo bilanciamento magnetico

Sono contatti magnetici composti da più reed e da una parte magnetica che, se posizionata nella giusta posizione di chiusura, crea un particolare flusso che fa chiudere solo una parte di relais (quelli di chiusura). Avvicinando un magnete esterno, questo agisce su tutti i rele, anche quelli che non dovrebbero scattare, provocando una stato di allarme.
Sono più critici degli altri, soprattutto il triplo bilanciamento che sente anche la diversa distanza dalla parte magnetica, e perciò poco idonei in cancelli o porte con chiusure non ferme
Ultimamente in commercio, esistono anche i contatti magnetici con tecnologia Magnasphere®, sempre per ovviare a questo mascheramento.

Varietà

Nonostante tutto esistono molteplice varietà di contatti magnetici

Quelli da incasso, quelli carrabili e calpestabili per saracinesche, quelli da immersione, e pure wireless.
E vengono utilizzati non solo nel campo della sicurezza.

Prenderesti in manutenzione un impianto che non conosci?

Prenderesti in manutenzione un impianto che non conosci?

Ti è capitato di avere un’occasione di essere interpellato per prendere in manutenzione un impianto antifurto o antincendio, di cui non conosci marca e prodotto? Sono occasioni che capitano poche volte nella vita e la tentazione di acquisire un nuovo cliente preme particolarmente, soprattutto al giorno d’oggi.
Però prima, devono sorgerti ed è obbligatorio farsi delle domande.

Conosco il materiale con cui è fatto l’impianto?

Acquisire un impianto vuole dire garantire al cliente, oltre che la manutenzione, la risoluzione di eventuali falsi allarmi e guasti. Non sempre il cliente ha il progetto e la documentazione dell’impianto in possesso. A volte non possiede neanche i codici di installazione. Con la miriade di marche non è possibile conoscere tutte le centrali.
Vale la pena rischiare? Se propongo di rifare l’impianto, lo accetta o passerà ad un altro?

In che stato è l’impianto?

All’acquisizione di un nuovo impianto occorre fare sempre un verbale di presa in consegna, dedicandoci il tempo che occorre e documentare, magari anche con foto, lo stato dell’impianto. Controllare anche i cablaggi, lo stato dei cavi e di eventuali box di giunzione, in particolar modo se all’esterno. Così potrete giustificare eventuali imprevisti che richiedono una manutenzione straordinaria al sistema in caso il cliente voglia spiegazioni sulle spese.
Controllare se il materiale di ricambio è ancora in produzione o almeno reperibile, soprattutto per impianti molto grandi. Essere in possesso dei software di programmazione, altrimenti con certe centrali non sei in grado di fare nulla.

Perchè il cliente ha voluto cambiare la ditta manutentrice?

Forse è questa la domanda più importante. Scoprire la motivazione reale può aiutare molto nella tua decisione.
Era scontento dell’altra ditta o voleva strappare un prezzo più basso?
Prima aveva fatto dei controlli semestrali oppure è da dieci anni che nessuno verifica l’impianto?
Cerca professionalità o solo di risolvere o tamponare un problema?
Vale la pena rischiare?

Ma se tu fossi il cliente, affideresti il tuo impianto a chi non si pone queste domande? Che affidabilità può darti uno che afferma di sapere tutto?

Nebbiogeni e fumogeni: come funzionano? Quando installarli…

Oggi si sente spesso parlare di nebbiogeni e fumogeni come ultimo ritrovato per un antifurto sicuro. Cerchiamo di capire su quale principio di fonda, come funziona e quando installarli.
Il concetto base è togliere visibilità alle persone che si introducono nel locale: se non vedono nulla non riescono a portare via niente e rinunciano al furto.
Nato già da parecchi anni, veniva utilizzato per sventare i furti delle casse continue e dei bancomat.
Gli scassinatori si erano accorti che il tempo che passava tra l’impianto antifurto che scattava e l’arrivo delle forze dell’ordine, era sufficente ad aprire la cassaforte, rubare i soldi e scappare col contenuto. Bisognava creare un “diversivo” che rallentasse gli scassinatori e li convincesse a desistere. Così si inventò che, al scattare del sistema di antintrusione, la stanza si riempiva in poco tempo di un fumo bianco e denso che togliesse la visuale per il tempo necessario all’arrivo della Volante. Bastavano 10-15 minuti e si sventava il furto.
Poi questi sistemi si sono evoluti, sono diventati più commerciabili (calo dei prezzi) e attualmente vengono proposti come COMPLETAMENTO di un ottimo sistema di allarme.
Dico ottimo, perchè deve evitare falsi allarmi e riconoscere esattamente l’introduzione dei ladri, perchè ogni falso allarme COSTA la ricarica del dispositivo.

Differenza fra nebbiogeno e fumogeno

Anche se si basano sullo stesso principio, è il modo di fabbricazione del fumo che cambia. Il fumogeno è praticamente a combustione pirotecnica con un detonatore di innesco, mentre il nebbiogeno ha un liquido vaporizzato tramite una caldaia di riscaldamento.
Si è innescata una battaglia tra le due categorie di produttori per valorizzare quale sia il migliore. Ognuno ha le sue giuste ragioni che variano sulla durata nel tempo, i costi e la praticità installativa.
Esistono anche al peperoncino o orticanti, ma a mio pareri sono molto rischiosi e al limite della legalità.
Ma altri quesiti mi sovvengono

Ma servono realmente?

Se è garantito in poco tempo, l’arrivo di persone penso che sia utile, ma se l’arrivo è ritardato, il fumo nel giro di mezz’ora si dirada.
Poi il fumogeno scatta una volta sola e dopo va ricaricato. (ed ha un costo). Il nebbiogeno invece può andare per più tempo e più volte: tutto dipende dalla ricarica del serbatoio del liquido.
Inoltre la presenza di fumo sicuramente fa scattare sistemi antincendio provocando allarmi e attuazioni secondari
E la sicurezza?? Se all’interno di questo locale invaso dal fumo rimanesse una persona da soccorre urgentemente? Un malessere di un anziano o dei bambini spaventati.

Per questo motivo ritengo che l’installazione vada ponderata e tutti questi fattori presi in considerazione. A mio parere oggi si pubblicizzano un po troppo, come novità commerciale da lanciare e vendere per guadagnare sempre più, non valutando pienamente i benefici e l’utilità.
La disponibilità di kit fai da te mi preoccupa ancora di più……

Attenti alle offerte sui sistemi antifurto

In questi ultimi mesi, si sente parlare di sistemi antifurto in offerta speciale. Ma cosa esattamente si nasconde dietro a tutto ciò? Ammetto che talvolta ci sono occasioni fatte da veri professionisti, ma il più delle volte bisogna stare attenti a non cadere in certi fraintendimenti, soprattutto se non si è esperti in materia.
Vediamo i casi più frequenti.

IMPIANTO o VENDITA DI ABBONAMENTO MENSILE DI SORVEGLIANZA?


Inizialmente fu uno solo, ma ultimamente altre associazioni si stanno organizzando. Propongono di venderti ad un prezzo eccezionale, un sistema di antifurto e poi, con la scusa che senza alcuno che riceve gli allarmi, ti vendono un abbonamento mensile da un similar istituto di vigilanza. Per di più, di dicono che ne curano la manutenzione e ti gestiscono la trasmissione degli allarmi, monopolizzandoti l’impianto. Un giorno che non vuoi più il servizio, ti ritrovi con un sistema inutilizzabile.
L’idea base è in parte giusta: una volta che ha rilevato una effrazione, un sistema di antifurto deve avere un punto di riferimento a cui trasmettere l’allarme ma non per questo deve essere monopolizzato. Devi decidere tu a chi inviarlo: puoi scegliere di essere indipendente e gestirti gli allarmi da solo o tramite conoscenti, oppure rivolgerti ad istituti di vigilanza di tua scelta. Vi ricordo che esiste anche una certificazione degli istituti di vigilanza, che ne garantiscono l’efficenza e la gestione degli allarmi. La UNI10891 non era presente in questi istituti di vigilanza (può darsi che nel frattempo abbiano provveduto)

INSTALLAZIONE PROFESSIONALE

Un sistema antintrusione efficiente deve essere progettato, installato e certificato. Progettato per coprire tutti i possibili buchi di intromissione dei ladri da persone esperte. Installato in modo preciso perché i sensori adeguati e ben posizionati possono funzionare al cento per cento delle loro capacità. Certificato perchè si tratta di un impianto soggetto a certificazione. Sempre più, al giorno d’oggi, dilagono i personaggi fac-totum: dall’impianto antintrusione all’idraulico passando per l’imbianchino e il dentista. State molto attenti a queste persone…..

TUTTI IMPIANTI WIRELESS!!!

Oggi molti spingono sugli impianti totalmente wireless. Vengono illustrati come maggiormente tecnologici ma in realtà sono solo più veloci da installare. Un buon impianto deve avere una parte filare, soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione della centrale e delle sirena. La centrale da preferire è la cosiddetta ibrida che supporta sia sensori filari che wireless

KIT FAI DA TE

A meno che non sei un esperto e il posto da proteggere è piccolo, i kit fai da te non sono consigliabili. Trattandosi quasi tutti di sistemi wireless, dopo devi fargli la manutenzione e sostituire le batterie. Devi sapere come montarli, ecc,ecc

SISTEMI RIVOLUZIONARI SUBSONICI

Diffidate da sistemi dove un unica centrale, posta al centro di una abitazione riesce a rilevare intrusioni percependo rumori o minime variazioni di pressione ambientali. Basta studiare un minimo di fisica per capire che certi impianti hanno notevoli buchi di azione. E se ti dimentichi le finestre aperte? I fori di areazione obbligatori delle cucine?
Dirai che se lasci aperto una finestra, anche un tradizionale impianto ha un buco di sicurezza ma, al contrario, o questo non si inserisce illustrandoti la dimenticanza o protegge lo stesso l’ambiente dalle intromissioni

Elenco norme impianti antincendio

Ecco un po’ di norme da conoscere e rispettare per chi installa e manutenziona impianti antincendio. Come vedete nulla è lasciato al caso, dal materiale alla manutenzione, passando dalla progettazione.

Norma UNI EN 54-1 – Introduzione
Norma UNI EN 54-2 – Centrale di controllo e segnalazione
Norma UNI EN 54-3 – Dispositivi sonori di allarme incendio
Norma UNI EN 54-4 – Apparecchiatura di alimentazione
Norma UNI EN 54-5 – Rivelatori di calore – Rivelatori puntiformi
Norma UNI EN 54-6 – Rivelatori di calore termovelocimetrici
Norma UNI EN 54-7 – Rivelatori di fumo – Rivelatori puntiformi funzionanti secondo il principio della diffusione della luce, della trasmissione della luce o della ionizzazione
Norma UNI EN 54-8 – Rivelatori di calore a soglia di temperatura elevata.
Norma UNI EN 54-9 – Prove di sensibilità su focolari tipo.
Norma UNI EN 54-10 – Rivelatori di fiamma – Rivelatori puntiformi
Norma UNI EN 54-11 – Punti di allarme manuali
Norma UNI EN 54-12 – Rivelatori di fumo – Rivelatori lineari che utilizzano un raggio ottico luminoso
Norma UNI EN 54-13 – Valutazione della compatibilità e connettività dei componenti di un sistema
Norma UNI EN 54-14 – Linee guida per la pianificazione, la progettazione, l’installazione, la messa in servizio, l’esercizio e la manutenzione
Norma UNI EN 54-15 – Rivelatore multisensore
Norma UNI EN 54-16 – Apparecchi di controllo e di segnalazione per i sistemi di allarme vocale.
Norma UNI EN 54-17 – Isolatori di corto circuito.
Norma UNI EN 54-18 – Dispositivi di ingresso/uscita da utilizzare per percorsi di trasmissione di sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio
Norma UNI EN 54-20 – Rilevatori di fumo ed aspirazione (ASD)
Norma UNI EN 54-21 – Apparecchiature di trasmissione allarme e segnalazione di guasto e avvertimento
Norma UNI EN 54-22 – Cavi termosensibili
Norma UNI EN 54-23 – Dispositivi visuali di allarme incendio
Norma UNI EN 54-24 – Componenti di sistemi di allarme vocale. Altoparlanti.
Norma UNI EN 54-25 – Componenti che utilizzano collegamenti via radio.
Norma UNI EN 54-26 – Rivelatori per il monossido di carbonio – Rivelatori puntiformi
Norma UNI EN 54-27 – Rivelatori di fumo nelle condotte
Norma UNI EN 54-28 – Rivelatori lineari di calore non ripristinabili
Norma UNI EN 54-29 – Rivelatori combinati – Rivelatori puntiformi utilizzanti la combinazione di sensori per fumo e calore
Norma UNI EN 54-30 – Rivelatori combinati – Rivelatori puntiformi utilizzanti la combinazione di sensori per monossido di carbonio e calore
Norma UNI EN 54-31 – Rivelatori combinati – Rivelatori puntiformi utilizzanti la combinazione di sensori per il fumo, monossido di carbonio e opzionalmente calore
Norma UNI EN 54-32 – Pianificazione, progettazione, installazione, messa in servizio, esercizio e manutenzione dei sistemi di allarme vocale


Norma UNI 9795:2021 – Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio – Progettazione, installazione ed esercizio
Norma UNI 11224:2019 – Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio – Controllo Iniziale e Manutenzione
Norma UNI EN671-3:2009 – Sistemi fissi di estinzione incendi – Sistemi equipaggiati con tubazioni – Parte 3: Manutenzione dei naspi antincendio con tubazioni semirigide e idranti a muro con tubazioni flessibili
Norma UNI 10779:2014 – Impianti di estinzione incendi – Reti di idranti – Progettazione, installazione ed esercizio
Norma UNI 11292:2008 – Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio – Caratteristiche costruttive e funzionali
Norma UNI 11280:2012 – Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di estinzione incendi ad estinguenti gassosi
Norma UNI/TS 11512:2013 – Impianti fissi di estinzione antincendio – Componenti per impianti di estinzione a gas – Requisiti e metodi di prova per la compatibilità tra i componenti
Norma UNI EN 12094 – Sistemi fissi di lotta contro l’incendio – Componenti di impianti di estinzione a gas
Norma UNI EN 12259 – Installazioni fisse antincendio – Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo d’acqua
Norma UNI EN 12416-2:2007 Sistemi fissi di lotta contro l’incendio – Sistemi a polvere – Parte 2: Progettazione, costruzione e manutenzione
Norma UNI EN12845:2009 – Installazioni fisse antincendio – Sistemi automatici a sprinkler Progettazione, installazione e manutenzione
Norma UNI EN 13565-2:2009 Sistemi fi ssi di lotta contro l’incendio – Sistemi a schiuma – Parte 2: Progettazione, costruzione e manutenzione
Norma UNI CEN/TS 14816:2009 Installazioni fisse antincendio – Sistemi spray ad acqua – Progettazione, installazione e manutenzione
Norma UNI CEN/TS14972:2011 Installazioni fisse antincendio – Sistemi ad acqua nebulizzata – Progettazione e installazione
Norma UNI EN 15004 – Installazioni fisse antincendio – Sistemi a estinguenti gassosi
Norma UNI ISO 15779:2012 Installazioni fisse antincendio – Sistemi estinguenti ad aerosol condensato – Requisiti e metodi di prova per componenti e progettazione, installazione e manutenzione dei sistemi – Requisiti generali
Norma UNI EN 13501-1 – Classificazione al fuoco di prodotti ed elementi da costruzione. Parte 1. Classificazione in base ai risultati delle prove di resistenza al fuoco.

Antifurto: errori da non commettere

Antifurto: errori da non commettere.

Facendo manutenzione a moltissimi impianti antintrusione, ho notato frequenti errori. Ho fatto di seguito un elenco con la speranza che possa essere utile.

Infrarosso installato sopra termosifoni

Il volumetrico all’infrarosso funziona percependo il calore emesso dal corpo umano. Il calore emesso dal termosifone potrebbe generare falsi allarmi

Micronde con direzione all’esterno area protetta

Le micronde generate dal volumetrico passano attraverso i muri. Persone che passano all’esterno potrebbero influenzare il volumetrico

Sirene interne installate nello stesso locale della centrale

Facile da installare per la riduzione dei cavi, è una guida ai ladri per identificare subito la centrale e sabotarla.

Sirene esterne con cavo di collegamento a vista

La sirena da esterno deve essere montata SUL foro di uscita del cavo di collegamento, per avere il massimo della protezione

Sirena con luce che si accende a impianto inserito ( e rimane accesa)

Mai mettere a conoscenza all’esterno lo stato del tuo impianto. E se un giorno vai via e ti dimentichi di inserire l’antifurto??
Questa spia, se presente, deve funzionare qualche secondo, solo all’atto di inserimento e disinserimento dell’impianto, per l’utilizzatore.

Falsi sensori

Se montate sensori finti o non collegati, montateli in modo plausibile. I ladri non sono ignoranti: conoscono anche loro come identificarli

Codici di disinserimento scritti sulla tastiera

Incredibile, ma vero!! Se non palese come nella foto, molti codici sono scritti dietro lo sportellino della tastiera, come se il ladro non lo dovesse MAI aprire

Codici di disinserimento banali

Il 50% degli impianti ha codici tipo 11111 o 1234. Io consiglio  sempre, almeno, di mettere la data di nascita o del matrimonio o di nascita del figlio. Qualcosa di facile da ricordare ma non banale. Per fortuna che certe centrali non permettono l’immissioni di codici facili

Cambiare sempre tutti i codici di default delle centrali

Non lasciare mai i codici di default della centrale (trovabili facilmente su internet). Pretendere di essere a conoscenza anche del codice installatore e cambiarlo o bloccarlo (nelle centrali che lo permettono)

Antifurto: come è fatto

Antifurto: ecco le parti principali in cui è costituito un impianto antintrusione:

Centrale

Ecco il cervello principale del sistema. Questa “scatola elettronica” riceve tutte le segnalazioni dai vari sensori e decide se è il momento giusto per far scattare l’allarme. Gestisce i collegamenti con i componenti del campo, gestisce programmi orari di inserimento e disinserimento, gestisce iterazioni con altri componenti (DVR, telecamere, controllo accessi, ecc..).
Esistono centrali filari, wireless (senza utilizzo di cavi tramite collegamento via radio) o ibride cioè filari e wireless insieme.
Possono essere ampliabili grazie l’utilizzo di interfaccie dislocabili in campo, riducendo la stesura dei cavi

Gruppo di alimentazione supplementare

E’ quello che permette la continuità del funzionamento anche in mancanza di corrente (interruzione elettrica volontaria o involontaria). Mantiene in carica una batteria, supervisiona lo stato di carica e la utilizza in caso di necessità.

Linea Bus

Collegamento su cui girano tutte le informazioni digitali fra i vari componenti. Solitamente è un cavo bianco a 4 fili (2x1mm + 2X0,22 mm)

Tastiera

Tastiera munita di un piccolo schermo alfanumerico attraverso il quale si può comunicare con la centrale. Inserimento, disinserimento, esclusione sensore guasto, programmazione, ecc. Si accede a questo dopo l’inserimento di un codice numerico impostato dal cliente.

Sensori.

Sono i componenti dislocati in campo che rilevano gli allarmi e lo comunicano alla centrale. Possono essere collegati con un cavo direttamente alla centrale o ad una  interfaccia collegata sulla linea Bus (per impianti grandi). Viene utilizzato il tipico collegamento a doppio bilanciamento per garantire la sicurezza. Questi sensori possono essere di vario tipo, a secondo di cosa devono rilevare (movimento di una persona, apertura di una porta, rottura di un vetro, ecc). Possono essere anche wireless, cioè comunicano con la centrale via radio grazie l’utilizzo per alimentazione di una batteria. Minor stesura di cavi a discapito di minor efficienza e più alto costo di manutenzione (le batterie vanno cambiate periodicamente)

Inseritore

Componente molto più semplice della tastiera, utilizzato per inserire e disinserire l’impianto. Normalmente è una chiave elettronica o un semplice telecomando (wireless)

Sirena

Possono essere interne o esterne. Autoprotette da atto vandalico (sono le prime colpite in caso di scasso o furti), autoalimentate da batterie, con lampeggiante. Le più performanti hanno dispositivi antischiuma, antiperforamento e antivibrazione)

Trasmettitore allarmi

Dispositivo posto nelle vicinanze della centrale (se non integrato con la stessa), atto a trasmettere un eventuale allarme a chiunque si desideri. SI possono trasmettere messaggi vocali, sms, immagini. Le nuove centrali permettono interfacciamento con smartphone, con gestione degli allarmi dal telefono e visualizzazione di telecamere per capire se si tratta di un falso allarme

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