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Mese: Dicembre 2014

Cerberus A2400: una delle prime barriere di rivelazione incendi (Linear Smoke Detector)

A2400. Coppia ricevitore – trasmettitore
A2400 interno con morsettiera

A2400 Linear Smoke detector

Una delle prime barriere di rivelazione incendi è stata sicuramente la A2400 della Cerberus. Presente sul mercato già negli anni 80, il kit era composto da un ricevitore ed un trasmettitore. La copertura era di 100 metri ed esisteva già il dispositivo catarifrangente per permettere l’installazione dei collegamenti e fili solo da un lato della parete: chiaramente la portata era dimezzata a 50 metri. Studiata per essere installata sopra ad una centrale con linee convenzionali, prendeva alimentazione direttamente dalla linea. La linea alimentava sia il trasmettitore sia il ricevitore, riconoscibile ad occhi esperti dal led indicatore dello stato di allarme.
Come potete vedere, era con struttura il metallo, lente in vetro e struttura dimessa a fuoco in bachelite. Si poteva settare la potenza del trasmettitore e ricevitore con ponticelli per adeguare la barriera alla distanza.
Particolare da notare era la presenza del contatto di tamper, ora non più presente nelle barriere rivelazioni incendio. La motivazione è perchè con lo stesso progetto veniva prodotta anche la barriera antintrusione dove il tamper è obbligatorio. Aveva già le taratura di sensibilità a secondo della distanza di copertura, modificabile tramite ponticello fatto con un filo.
La taratura ottica veniva effettuata tramite mirino ottico visibile tramite un forellino vicino alla lente. Li si doveva centrare il rispettivo sull’altra parete. Se ciò non bastava si agiva  modificando i tappi di fissaggio nel retro che permettevano una leggera inclinazione. Poi per facilitare il tutto esisteva il dispositivo di taratura chiamate LEA1: una enorme lampada con 4 viti di fissaggio identiche a quelle del coperchio. Si fissava dall’atra parte e si iniziava a far lampeggiare permettendo di centrare il raggio dall’altra parte. Per eseguire la taratura si faceva un contunuo su e giù per le scale: Aveva anche un trimmer che si vedeva dal foro per la taratura elettrica del dispositivo. Dal terminale 5 col il tester bisognava ottenere una determinata tensione.

A2400 Coperchio con LED

Molto approssimativo era il LED fissato sul coperchio del ricevitore per indicare lo stato di allarme del sensore. Collegato con due fili alla morsettiera permetteva la sosituzione in caso di rottura di rottura (era un comune diodo LED con tanto di resistenza di riduzione tensione. Praticamente indistruttibili, ancora oggi se ne possono trovare in giro funzionanti

Cinema: i sistemi di sicurezza visti da Hollywood

Mi ha sempre colpito il mondo delle pellicole quando si immerge nel mondo dei sistemi di sicurezza. È vero che il cinema deve raccontare fantasie e tutto è concesso nel fine di realizzare film accattivanti, spettacolari e di riempire le sale cinematografiche, ma è curioso come affronta i diversi casi.

Sfalsiamo una leggenda cinematografica: con uno stetoscopio non si riesce ad aprire alcuna cassaforte. Ruotando la serratura, tutti i rumori emessi sono identici. Forse in una cassaforte del 1800, ma non in quelle attuali. E pure bucarle non ci si mette cinque minuti.

Per qualche motivo a me ignoto, si direbbe che gli sceneggiatori abbiano avuto cattive esperienze dai sistemi antifurto, passivi o attivi che siano, mentre siano rimasti colpiti dal mondo delle telecamere. (Forse perché ci lavorano più spesso???) Conoscete un film in cui, durante un furto, questo sia sventato dall’intervento dell’impianto di allarme.

È semplicissimo disattivare l’impianto di allarme: apri la tastiera di inserimento, fai un ponticello con le cose più inaspettate (forcine dei capelli, fermacarte, una moneta da 10 centesimi) e… track…… l’allarme è disattivato.

Tanto per cominciare, esiste il Tamper. Cos’è il tamper? La cosa più banale: un microinterruttore che sente la chiusura e/o la manomissione della tastiera. Appena si cerca di aprirlo, track…… invece di disattivarsi scattano immediatamente le sirene. Non pensare neppure di staccarlo dal muro e aprirlo da dietro: gli ottimi sistemi di allarme hanno un doppio microswitch, uno per la chiusura e uno che sente il distacco dal muro.

Continuiamo e mettiamo pure il caso che la tastiera non abbia il sistema di tamper, ma vi sembra che basti un cortocircuito per spegnere tutto?

Vi siete mai chiesti perché si sentono sempre delle sirene? Anche il più economico, scadente, autocostruito antifurto ha una logica di funzionamento in logica negativa: se manca l’alimentazione, se qualcosa si stacca, se qualcosa si rompe, la prima cosa è far scattare l’allarme. All’interno, esistono batterie che mantengono la sopravvivenza anche quando manca l’alimentazione esterna.

Anche le sirene esterne l’hanno: prova a staccare una sirena dal muro e taglia anche i fili, ma vedrai che continua a suonare.

Entriamo dentro: ma che razza di sensori pensate che ci siano? Raggi laser che si vedono con speciali occhiali, incrociati ad altezze svariate ma pur sempre valicabili con particolari mosse che evidenziano le forme del ladro o meglio ancora della LADRA.


Nulla di tutto questo: anche se da poco esistono sistemi al laser molto specialistici e costosi, il più delle volte vi trovate di fronte a un inaffidabile rivelatore volumetrico, per giunta a infrarossi che non emette raggi ma riceve quelli emessi dal tuo corpo, anche se le tue forme sono oltremodo sensuali.
Ultimamente sono usciti dei scanner a laser dell’ambiente, ma sicuramente non funzionano in questo modo, visto che il laser (invisibile all’occhio umano), emette il raggio solo da una fonte.
E questo è il minimo. Non parliamo poi dei contatti magnetici, della rottura del vetro, dei sistemi microfonici sulle cassette di sicurezza e via dicendo.
Torniamo al mondo del cinema. Con le immagini riprese fanno dei miracoli!!!!!! Da una telecamera posta sulla strada, ingrandiscono il fotogramma e riescono a leggere la data sul giornale di un passeggero salito sul tram. MIRACOLO!!!!
Premesso che telecamere così esistono e vengono utilizzate negli stadi per memorizzare i volti di tutti gli spettatori, ma hanno costi e dimensioni folli. Le più comuni telecamere arrivano a 720 linee (i megapixel degli ultimi anni arrivano anche a un numero maggiore). Una telecamera posta a 10 metri di altezza difficilmente riesce a vedere il tuo volto, figuriamoci la data giornaliera!
I sistemi di videoregistrazione attuali sono validi, ma non come nei film. Telecamere appositamente posizionate alle entrate riescono ad avere filmati in cui la persona è riconoscibile, ma basta qualche misura per eluderle (occhiali da sole, sciarpe, baffi e barbe false, ecc.).
Sicuramente le telecamere di strada non possono dare molte informazioni sui passanti che vi transitano sotto. Poi, di notte, con immagini all’infrarosso, difficilmente i colori possono essere di riferimento perché vengono sfalsati.