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Mese: Settembre 2014

Kit di materiale di ricambio in dotazione centrali SFB

Kit lampade e fusibili SFB
Kit lampade e fusibili SFB

Se adesso acquisti una centrale antincendio e sei un tipo fortunato ti ritrovi un pezzo di gommapiuma adesiva con due o tre fusibili. E’ il kit di materiale di ricambio che puoi contare al massimo. Anni fa non era così, forse anche perché le centrali avevano vari componenti facilmente deteriorabili. Aprendo la vecchia SFB della Cerberus ti trovavi una scatolina verde, con all’interno vari parti di ricambio
Oltre ai classici fusibili di cui avevi una ampia scorta e scelta di valore, avevi la parte dedicata alla lampadine.
I led ancora non c’erano e le lampadine, perennemente accese, facilmente si bruciavano

Interno Kit lampade e fusibili SFB
Notare che le lampadine erano del tipo speciale a doppio filamento, di diversa intensità. C’era quello illuminante, facilmente deteriorabile e quello sovradimensionato che si accendeva appena.
Era una maggiore sicurezza. Visto che l’accensione poteva indicare un guasto o ancor più un incendio, non poteva NON ACCENDERSI.
Se si bruciava il filamento illuminante, si riusciva a vedere lo stesso la segnalazione grazie alla leggera luce come una brace. Era compito del tecnico di manutenzione controllare che tutte le lampadine si accendessero, durante la visita di manutenzione.
Questo serve anche a spiegare la funzione assai insolita che c’è ancor oggi di test lampade. Coi led ormai non capita più che una spia non funzioni ma a quei tempi si.
Successivamente, con le altre centrali KB, create con l’esistenza dei transistor ma non ancora dei LED, sostituirono le lampadine con doppio filamento, assai costose perché particolari, con due lampadine accoppiate. Impossibile che si bruciassero tutte e due.
Tornando alla scatola, completava la fornitura, il cacciavite per fissare i rivelatori perchè non si filassero a causa di urti.

Come ti preparo un rivelatore di fumo cotto al vapore

Per la preparazione di un rilevatore di fumo cotto al vapore occorre:
1 rilevatore di fumo
1 camera di campionamento per canala.

Posizionare il rilevatore di fumo all’interno della camera di campionamento d’aria per canale di areazione. Installare tale camera in prossimità di un umidificatore di aria. Lasciare acceso per 4 o 5 ore l’umidificatore di aria avendo cura di spegnere la ventilazione. Il vapore rienpierà la camera d’aria innalzando la temperatura e permettendo la cottura del rivelatore fino alla fusione.
Per la storia, il rilevatore ha segnalato allarme per 2 ore, dopo di che ha emesso l’ultimo spirito di vita passando a segnalazione di guasto in eterno.
Il resto della linea di rivelatori è rimasta indenne
Onore alle armi per il rivelatore

Anni 70: Tempo di rivelatori ionici – (70’s smoke detector)

smoke_detector_1

Anni 70: uscivano i primi rivelatori di fumo a doppia camera di ionizzazione. C’era anche quelli ottici, ma costavano un sacco di soldi

Già si effettuava la rivelazione con linee a due fili, basate sul principio di linee collettiva bilanciata, che ancora adesso si utilizza per piccoli impianti.
L’unica differenza è che oggi si utilizza una tensione standard di 24 Vdc, mantre allora si utilizzava la 220Vdc !!!  Ho scritto bene….. 220 volt raddrizzati: sicuramente non c’erano cadute di tensione.
I rivelatori utilizzavano l’elemente radioattivo: prima il RADIO con punte di 132 MicroCurie, col problema che decadeva in RADON che è un gas!!! Spargendoci nell’aria decadeva ancora una volta in RADON con isotopo minore posandosi qua e la per tutto l’edificio:


Poi si è passati all’Americio 241 più stabile e con radiazioni più deboli.
Nonostante la leggera pericolosità, erano molto utilizzati perchè Oltre che a costare meno, avevano una sensibilità maggiore a tutti i tipi di fumo, compresi quelli covanti (invisibili all’occhio umano)
La pericolosità della contaminazione c’era lo stesso e la paura è aumentata nel 86 con Cernobyl. In Italia sono state varate delle leggi rendendo obbligatori dei controlli che esasperavano i costi di mantenimento dell’impianto e la regolare manutenzione.

Valvola utilizzata nelle centrali SFB della Cerberus

Le centrali SFB erano dei gioiellini: a valvole con gruppi di continuità a dinamo. Se cadeva la rete, entrava in funzione un motorino a 24 V che creava la 220 Vdc che serviva ad alimentare il sistema. Lo sportello reggeva il tutto e ruotando di permetteva di collegare i fili al’interno. Per garantire la tenuta e la rotazione, lo sportello era montato su cuscinette a sfere. Una vera opera di ingegneria.
Centrali eterne, bastava cambiare dopo ogni 25000-30000 ore le valvole.

Vi sarete accorti che tutte le foto sono di una unica marca. A quei tempi CERBERUS era sinonimo di impianto di rivelazione fumi.
Poi col passare del tempo, negli anni 80, si sono fatte avanti altre marche fino ad arrivare ad oggi che abbiamo una moltitudine di ditte che fanno sicurezza